La nonna più povera del quartiere trovò 300mila euro; quando li restituì, il proprietario disse che ‘mancavano’ oltre 100mila e, sconvolta, dovette chiedere un prestito in banca per completare la somma.

La signora Maria, la donna più povera del quartiere, trovò 300 mila euro; quando andò a restituirli, il proprietario disse che “mancavano” più di 100 mila e, sconvolta, dovette correre in banca a chiedere un prestito per completare la somma.

Vedova da giovane, con i figli lontani, la signora Maria viveva sola in una casa vecchia e piena di infiltrazioni, sopravvivendo grazie a qualche appezzamento affittato e alla raccolta di bottiglie e cartone da vendere. Era amata da tutti nel rione, anche se la vita non le aveva mai sorriso.

Una mattina, mentre raccoglieva lattine lungo il canale, vide una borsa di pelle abbandonata a terra. Aprì la cerniera e trovò un mazzo di banconote. Contò in fretta: 300 mila euro. Nella sua vita, non aveva mai tenuto tra le mani così tanti soldi. Le tremavano le dita e il cuore batteva forte. Ma pensò: “Quel che non è tuo, devi restituirlo”. Avvolse il denaro con cura e si diresse in fretta verso la villa di don Vittorio, l’uomo più ricco della zona, proprietario di una segheria.

Quando don Vittorio vide i soldi, li contò in fretta e aggrottò la fronte.
“Come? Solo 300 mila? In questa borsa ce n’erano più di 400 mila. Dov’è il resto? Ridammi ciò che manca!”

La signora Maria rimase di ghiaccio, balbettando scuse, ma lui insisteva che mancava denaro. Per non essere accusata di furto, serrò i denti e chiese un prestito urgente in banca per “completare” quello che lui pretendeva. Nel quartiere cominciarono i pettegolezzi: alcuni la difendevano, altri dubitavano.

Tre giorni dopo, all’alba, un fragore fece uscire tutti in strada. Davanti alla casa della signora Maria c’erano dieci auto scintillanti, porte aperte, interni colmi di regali, elettrodomestici e buste piene di denaro. Da una delle auto scese un uomo in completo, con gli occhi lucidi, che disse commosso:
“Mamma! Sono vent’anni che ti cerco… Sono il bambino che hai raccolto e cresciuto quando mi abbandonarono. Oggi sono tornato per ringraziarti.”

Appena finì di parlare, dietro di lui apparve un’altra figura: era don Vittorio, pallido e tremante, mentre l'”figlio” gli rivolgeva un sorriso carico di significato.

Don Vittorio si fece indietro, le labbra che tremavano senza riuscire a dire nulla. Lo sguardo dell’uomo non era più caldo, ma freddo come l’acciaio.

“Ti ricordi di me?” chiese lentamente, ogni parola pesante come il piombo. “Anni fa, quando mia madre adottiva mi teneva in braccio, tu le hai rubato la terra dei suoi genitori e l’hai costretta a vivere in una baracca vicino al canale.”

I sussurri dei vicini si diffusero per tutta la strada, e tutti gli sguardi si fissarono su don Vittorio, carichi di indignazione.

L’uomo tornò a guardare la signora Maria, con dolcezza negli occhi:
“Mamma… ora ho successo e voglio che tu non soffra mai più. Queste dieci auto, piene di regali e denaro, sono per te. E la nuova casa… l’ho comprata nel posto migliore del paese, pronta quando vorrai.”

La signora Maria, con le lacrime agli occhi, accarezzò il viso del figlio che aveva cresciuto come suo.

Poi, lui si girò verso don Vittorio:
“E la tua vera debita… non è di denaro, ma di onore. Tre giorni fa, hai accusato mia madre di furto e la hai costretta a indebitarsi per altri 100 mila euro. Ho comprato quel debito dalla banca. Ora il debitore… sei tu.”

Mostrò un documento con il nome di Vittorio e un tasso d’interesse altissimo, lo stesso che lui imponeva ai poveri della zona. Don Vittorio impallidì, le ginocchia che gli cedevano.

“Non voglio che mi paghi,” disse l’uomo con voce grave. “Voglio che tu vada di porta in porta in questo quartiere, a raccontare la verità su mia madre e a chiederle perdono davanti a tutti.”

Don Vittorio abbassò la testa. Per la prima volta, il potente padrone della segheria tremava davanti alla folla.

Allora, la voce della signora Maria si alzò, dolce ma ferma:
“Non ho bisogno di nulla in cambio. Ricordati solo che i soldi si possono riprendere, ma quando perdi la dignità… non c’è modo di ricomprarla.”

Le sue parole lasciarono la strada in silenzio. Don Vittorio rimase immobile, mentre il figlio stringeva la mano di sua madre e la conduceva verso casa, tra gli applausi che echeggiavano nel quartiere.

Da quel giorno, il cortile della signora Maria fu sempre pieno di risate, profumo di cibo appena cotto e auto di lusso parcheggiate, come promemoria che… la gentilezza non perde mai il suo valore.

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La nonna più povera del quartiere trovò 300mila euro; quando li restituì, il proprietario disse che ‘mancavano’ oltre 100mila e, sconvolta, dovette chiedere un prestito in banca per completare la somma.