La notte in cui Lorenzo capì che la sua vita non gli apparteneva più

Lorenzo non aveva mai messo in discussione la sua vita. Seguiva il percorso che gli era stato tracciato, senza mai fermarsi a pensare se fosse davvero quello giusto per lui. Era un marito esemplare, un uomo responsabile, sempre presente, sempre affidabile. Non si era mai concesso il lusso di dubitare. Fino a quella notte.

Sedeva da solo in un piccolo bar nel cuore di Roma, in un angolo appartato, mentre il ghiaccio nel suo bicchiere di whisky si scioglieva lentamente. Attraverso la vetrata poteva vedere le luci della città riflettersi sui sampietrini bagnati dalla pioggia, sentiva in lontananza il suono delle macchine che attraversavano il Lungotevere, i passi veloci dei turisti diretti a Trastevere. Ma lui non vedeva né sentiva nulla.

Nella sua testa riecheggiavano soltanto le parole del suo terapeuta, pronunciate poche ore prima:

– Lorenzo, hai un problema serio. Con tua moglie.

Quelle parole gli avevano colpito lo stomaco come un pugno. Un problema con Giulia? Non ci aveva mai pensato in quei termini. Ma ora… ora tutto cominciava a diventare chiaro.

Giulia lo chiamava ogni volta che si tratteneva fuori più del previsto. Sempre.

Decideva lei quali libri avrebbe dovuto leggere, quali film guardare insieme. La palestra? Sua idea. L’alimentazione sana? Non lo obbligava, certo, ma quando il frigo era riempito solo con verdure, pesce e quinoa, quali alternative gli restavano?

Era stata lei a convincerlo a smettere di fumare. Era stata lei, poco a poco, a fargli allontanare gli amici di un tempo – quelli che considerava “negativi”, quelli che bevevano troppo, quelli che, secondo lei, non avevano obiettivi nella vita.

E così erano passati dieci anni.

Dieci anni in cui tutto si era trasformato senza che lui se ne accorgesse. Dieci anni in cui, giorno dopo giorno, aveva perso un pezzo di sé. Dieci anni in cui la sua vita era scivolata fuori dalle sue mani. E solo in quella notte – in quel momento esatto – ne prese piena consapevolezza.

Una rabbia sorda iniziò a crescere nel suo petto.

Frustrazione. Amarezza.

Come ho potuto permettere tutto questo?

Quella non era più la sua vita. Era una realtà costruita da Giulia, un’immagine perfetta dell’uomo che lei voleva al suo fianco. E lui? Lui aveva semplicemente accettato tutto, senza opporsi.

Poi aveva iniziato a ribellarsi. Discussioni. Parole taglienti. Accuse. Le diceva che lo aveva rinchiuso in una prigione dorata, che gli aveva tolto la libertà, che lo aveva trasformato in un uomo che non riconosceva più.

E così Lorenzo prese una decisione.

Prese la sua valigia. Le disse che aveva bisogno di tempo. Che doveva andare via. Che voleva capire chi fosse davvero.

Il suo terapeuta – l’unico che sembrava comprenderlo – gli disse che faceva bene.


“Cosa avevi prima di conoscerla?”

– Lorenzo, dimmi una cosa. Cosa avevi prima di incontrare Giulia?

Inspirò profondamente, chiuse gli occhi un istante e passò una mano sulla fronte.

– Niente. Non avevo una casa, non avevo risparmi, non avevo una carriera. Giulia mi ha sempre detto di avermi sposato per amore. Ma ora… ora comincio a chiedermi se non mi abbia scelto perché ero facile da plasmare.

Aspettai qualche secondo prima di porgli la domanda successiva:

– E cosa hai ora?

Esitò, come se avesse paura di dire quelle parole ad alta voce.

– Un attico a Prati. Una villa in Toscana. Una mia azienda. Un’auto che un tempo guardavo solo nei concessionari di lusso. Un figlio che ha appena iniziato la scuola. Una vita stabile.

Si fermò, fissando il bicchiere davanti a sé.

– Eppure dici che ti ha privato di qualcosa? Che ti ha manipolato? – chiesi. – Lorenzo, quando l’hai conosciuta, non avevi nulla. Poi lei è arrivata – e all’improvviso avevi tutto. Come lo spieghi?

Non rispose.

– Hai smesso di fumare. Hai iniziato a prenderti cura di te stesso. Hai costruito qualcosa di solido. Hai guadagnato rispetto. E ora affermi che ti ha tolto qualcosa?

Deglutì a fatica.


Qual era la verità?

Ti chiamava perché si preoccupava. Perché, se fosse successo qualcosa, sarebbe stata la prima a cercarti. E ti avrebbe trovato.

Forse a volte era eccessiva. Forse superava certi limiti.

Ma davvero avrebbe preferito che non le importasse nulla?

Lorenzo restò immobile, fissando il fondo del bicchiere.

Poi, dopo un lungo silenzio, sussurrò:

– La amo. Amo mio figlio. E se devo essere sincero… i miei vecchi amici? Non ci sono più. Alcuni hanno buttato via la loro vita. Altri hanno fatto scelte da cui non sono mai riusciti a tornare indietro. Ma Giulia… Giulia è sempre stata lì. Anche quando io stesso non sapevo dove stessi andando.

Un sorriso appena accennato si fece strada sulle sue labbra.

– In fondo… ho una casa. Ho lei. Chi sarei senza di lei?

Inspirò profondamente, prese il telefono e compose il numero.

– Giulia… sto tornando a casa.

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