La Nuora Ingrata

La nuora ingrata

– Ecco, di nuovo quella faccia! – disse infastidita Ludovica Verdi. – Invece di dire grazie! Sai fare solo smorfie!

Giulia guardò la suocera, cercando di contenersi. Era stufa del fatto che la madre di Marco mettesse sempre il naso nei loro affari con le sue buone azioni.

E oggi aveva portato un gatto in casa, anche se nessuno glielo aveva chiesto. Il fatto era che qualche giorno prima degli scarafaggi si erano insinuati da loro a causa dei nuovi vicini. Quelli si erano appena trasferiti e stavano sistemando l’appartamento, che era rimasto vuoto per molto tempo. Avevano deciso di eliminare gli ospiti indesiderati, ma questi per errore erano migrati da Giulia e Marco, e lui aveva raccontato il fatto alla madre. Ma cosa c’entrava il gatto?

– Gli scarafaggi non sono topi, a che serve un gatto?

– Come a che serve? Tutti sanno che i gatti mangiano gli scarafaggi! – dichiarò sicura la suocera.

– Ho vissuto tutta la vita con i gatti e non li ho mai visti mangiare scarafaggi! – rispose la nuora scuotendo la testa. – E poi avete dimenticato che Marco è allergico al pelo!

– Sopporterà un po’ per una questione così importante!

– No, Ludovica. Riporterete il gatto da dove l’avevate preso. Se avessimo voluto un animale domestico, lo avremmo preso noi! – tagliò corto Giulia.

– Non sei tu a decidere! Marco tornerà presto e sarà lui a dirimere la questione.

Dopo mezz’ora il marito tornò dal lavoro. Durante tutto quel tempo, la suocera aveva girato per casa con il gatto in cerca degli scarafaggi dei vicini, anche se Giulia li aveva già eliminati con delle esche per sicurezza.

Ludovica non trovò nemmeno uno scarafaggio, ma tentò di convincere se stessa e la nuora che si erano solo nascosti e sarebbero usciti di notte. E allora l’avrebbe cacciati il gatto, che aveva anche già chiamato Tito.

Marco non notò subito il nuovo inquilino. Togliendosi la giacca, andò in bagno per lavarsi le mani, quando improvvisamente calpestò qualcosa di bagnato con il piede.

– Giulia, hai rovesciato qualcosa in bagno? – gridò aprendo l’acqua.

La moglie accorse e, vedendo la pozzanghera, capì subito chi ne fosse responsabile.

– No, è tua madre che ha fatto la marachella!

– Cosa? – sorrise lui. – Il bagno è qui accanto!

– Ha trovato un nuovo modo per rovinarci la vita! – si lamentò la moglie.

– Che cosa è successo adesso?

– Te lo racconterà lei! Intanto ti consiglio di toglierti e bruciare i calzini!

– Bruciarli?

Marco guardò la moglie perplesso. Una volta lavate le mani, si tolse un calzino e lo annusò. L’odore era certamente familiare, ma era… Oh, no!

Lanciò uno straccio sulla pozzanghera, si rilavò le mani e i piedi col sapone e poi andò in cucina. Sua madre era seduta su una sedia accarezzando un gatto grigio.

– Mamma?

– Figliolo, ti spiego tutto! Ricordi che parlavi degli scarafaggi? Ecco, Tito li catturerà tutti! Te lo garantisco!

Marco ascoltava la madre sbattere gli occhi, finché non starnutì forte, e poi ancora e ancora.

– Beh, mentre Tito si mangia gli scarafaggi, tuo figlio muore di allergia! – disse sarcastica Giulia. – Non teniamo animali per un motivo!

– Sopporterà, sopporterà! – replicò la suocera.

Marco starnutì ancora e ancora, e poi non ce la fece più.

– Mamma, porta via il gatto! Subito!

– Ma gli scarafaggi?

– Porta via il gatto, ho detto! Subito!

Ludovica sbuffò e andò verso la porta d’ingresso. Scaraventò il gatto nel pianerottolo e tornò in cucina.

– Beh, allora non lamentatevi se gli scarafaggi diventeranno più numerosi della polvere!

– Noi non abbiamo polvere! – osservò Giulia.

– Tu preferisci tacere! Non apprezzi per niente il mio aiuto! – si offese la suocera.

– E dove avete preso quel gatto? Si perderà! Si vede che è abituato in casa!

– Oh, era seduto vicino al portone! – rispose Ludovica insoddisfatta. – L’ho semplicemente preso in prestito…

Giulia non rispose nulla, anche se era molto arrabbiata. Tipico della suocera. Prendere un gatto di strada e portarlo a casa del figlio. Stravagante quella donna, se non addirittura fuori di testa.

– Mamma, forse è meglio che non ci aiuti più? – domandò Marco.

Giulia si era lamentata spesso della madre di lui. Sembrava avesse il talento di far uscire la gente dai gangheri. Poco tempo prima, erano andati fuori città per il fine settimana e la mamma era venuta a trovarli. Aveva deciso di sbrinare e pulire il frigorifero, sostenendo che la nuora non lo faceva mai, anche se era un frigorifero a secco che non aveva bisogno di essere sbrinato.

Insomma, l’aveva spento e si era messa a guardare la TV. Aveva tolto tutti i cassetti per sbrinarlo più velocemente.

Mentre guardava la TV, si era addormentata. Si svegliò alla chiamata del marito che le chiedeva di preparare degli arancini per cena. Decise che il frigorifero poteva aspettare e corse a casa sua. Si affaticò tanto che decise di tornare alla casa del figlio solo il giorno dopo.

Marco e Giulia tornarono a casa qualche ora prima del previsto. La suocera non aveva ancora finito il suo sporco lavoro e, come se non bastasse, si svegliò con un terribile mal di testa. Quando aprirono la porta, un odore terribile li accolse. Tutti i prodotti alimentari si erano rovinati durante la notte.

Quel che dispiaceva di più era che di recente la madre di Giulia era venuta a trovarli portando due chili di caviale rosso. Decisero di congelarlo, meglio che lasciarlo marcire. Inoltre, era stata proprio la madre di Giulia a dir loro che non sarebbe successo nulla al caviale nel congelatore.

Giulia era originaria della Sicilia. I genitori vivevano ancora lì e spesso portavano prelibatezze locali come regalo. E ora, grazie a Ludovica, avevano perso due chili di caviale, tre palamite affumicate, e altre sei spigole congelate. Un vero peccato!

Giulia aveva quasi pianto quando capì che da sua suocera ricevevano solo danni. Sua mamma si era data tanto da fare e… niente!

Ovviamente, Ludovica aveva trovato mille e una scusa. Nemmeno un “mi dispiace” disse. Dopo quell’episodio, Marco si prese le chiavi di casa, ma ciò non impedì alla suocera di continuare con le sue buone opere.

Ora faceva tutto alla luce del giorno. Una volta aveva comprato delle alici in offerta al supermercato. Marco le adorava e ne mangiò quasi tutta la scatola. Giulia non guardò subito la data di scadenza, il prodotto era avariato. Sperarono che non si fosse ancora guastato. Sperarono in bene, ma andarono male, molto male. Marco passò tre giorni a letto con la febbre e chiamarono persino un’ambulanza.

Qualche settimana prima la suocera aveva chiesto di andare da loro per fare il bagno. Le avevano tolto l’acqua calda e voleva lavarsi in una vera vasca da bagno. Marco aveva appena installato uno scaldabagno, così naturalmente l’avevano fatta entrare. Chi poteva immaginare che questa signora schizzinosa portasse il proprio prodotto per pulire il bagno, una polvere corrosiva.

Insomma, si chiuse in bagno e decise di pulirlo prima di fare il bagno. Non si accorse subito di aver fatto un pasticcio e decise di non dire nulla. Giulia capì subito chi aveva rovinato la loro vasca acrilica.

– Perché l’ha toccata? – chiese indignata la nuora. – L’avevo appena pulita!

– Oh, so come fai le pulizie! Spalmi solo lo sporco!

Anche Marco rimase deluso, ma non potevano costringere la madre a comprare una nuova vasca. Così continuarono a vivere con quella vasca rovinata, aspettando lo stipendio per comprarne una nuova. E adesso, un problema di scarafaggi, poi il gatto. Giulia ne aveva abbastanza.

– Ludovica, forse è meglio che smetta di aiutarci? – chiese seriamente. – Io e Marco non siamo più bambini. Sappiamo esattamente cosa fare e come!

– Ecco, dico! Una nuora ingrata mi è capitata! Dovresti pregare su di me! E invece storci solo il naso!

– Per cosa dovrei pregare? Per i due chili di caviale rosso che ho dovuto buttare nel water? Per la vasca di acrilico che ha rovinato in modo barbaro? Per le alici con cui ha avvelenato suo figlio? E non sono nemmeno tutte le sue imprese! Forse è ora di smetterla?

– Che faccio, non vengo più da voi? – si offese la suocera.

– A proposito, è una buona idea. Forse noi verremo da voi?

– Sì, mamma, mi piace anche a me come idea!

– Anche tu? – fissò Ludovica suo figlio. – Davvero, figlio mio! Da te non me l’aspettavo! Bene, non metterò più piede a casa vostra!

La suocera si alzò dalla sedia e se ne andò nell’ingresso. Sperava che la trattenessero, forse addirittura si scusassero, ma nessuno uscì nemmeno per accompagnarla.

Quando la porta si chiuse alle sue spalle, i coniugi sospirarono di sollievo. Marco starnutì tutta la sera, trovarono un’altra pozzanghera sotto il letto in camera da letto e Giulia dovette fare una pulizia generale per togliere tutti i peli di gatto dalla casa. Tuttavia, la suocera si era offesa con loro. Meglio così, purché lo facesse a casa sua…

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