La Nuora per Me NON È NIENTE!” dichiarò la suocera al compleanno del nipote, ma non si aspettava la reazione di suo figlio.

**Diario Personale**

Mi sono svegliata alle cinque del mattino, quando fuori la luce dellalba cominciava appena a tingere il cielo.

Accanto a me russava Luca, con un braccio dietro la testa la solita posa di chi non dorme mai abbastanza. In punta di piedi, sono andata in cucina, ho acceso la luce e tirato fuori dal frigo tutto il necessario per la torta: pan di Spagna, crema, frutti di bosco freschi. Oggi Matteo compiva cinque anni, e volevo che fosse un giorno davvero magico.

Non è un po presto? una voce mi ha raggiunta dalla porta. Mio marito era lì, strizzando gli occhi contro la luce, i capelli arruffati.

Vai a dormire, ho sorriso, mescolando il burro. Se non inizio ora, non finisco in tempo per larrivo degli ospiti.

Ha annuito, ma invece di andarsene, mi ha raggiunta, abbracciandomi da dietro e appoggiando la guancia alla mia nuca.

A volte penso di non meritarti, ha sussurrato.

Ho riso e messo da parte la ciotola.

Parli della promozione? Certo, ora tu sei il capo, e io sono sempre la stessa maestra elementare.

Elena, basta, mi ha girata verso di lui. Oggi lo diremo a tutti. Sarà la sorpresa migliore.

Ho annuito, trattenendo lemozione. Sei anni di matrimonio, e il suo tocco mi fa ancora battere il cuore. Eppure, allinizio, in pochi credevano che saremmo durati.

Per le undici, la torta era pronta, le luci appese, i regali nascosti nellarmadio. Qualcuno ha suonato il campanello. Ho inspirato profondamente, sistemato una ciocca di capelli e aperto la porta.

Daniela! Buongiorno, sei arrivata presto!

Sulla soglia cera mia suocera con un enorme pacco regalo. I suoi capelli perfetti (salone ogni settimana non si scherza) e il trucco impeccabile contrastavano con il mio accappatoio e i capelli spettinati.

Elena, ha baciato laria vicino alla mia guancia, sono venuta prima per aiutare. Sai quanto è importante che tutto sia perfetto.

In silenzio, ho preso il suo cappotto e lho accompagnata in cucina. “Aiutare”, per lei, significava controllare ogni mio movimento e sottolineare ogni difetto specialmente se riguardava qualcosa che poteva essere migliorato grazie al suo gusto e al suo status.

Oh, e questo cosè? ha indicato la torta appena tirata fuori dal frigo. Lhai fatta tu? Perché non ordinare da una buona pasticceria?

Volevo farla io, ho risposto con calma, prendendo i piatti. A Matteo piace quando la mamma cucina.

Ma è piccolo, cosa ne sa? ha storto la bocca. E gli ospiti? Cosa penseranno? Elena, non prendertela, ma una pasticceria è un altro livello. Questa è casalinga.

Ho resistito, concentrandomi sul servire. Sei anni di queste frasi. Sei anni di allusioni sul fatto che non ero allaltezza della sua idea di “nuora perfetta”.

E Luca dovè? si è guardata intorno. Dorme ancora? Suo padre era lo stesso, non amava alzarsi presto.

È al parco con Matteo, arriveranno presto.

Mia suocera ha aperto larmadio, tirato fuori una tazza e subito fatto una smorfia:

Ancora questa vecchia ceramica? A Capodanno ti ho regalato un servizio di porcellana. Non ti piace?

Quel servizio costava quasi quanto il mio stipendio mensile. Lavevo messo via per paura che i bambini lo rompessero.

Ogni festa era uguale. Ogni incontro, una prova.

Ricordo il nostro matrimonio semplice, intimo. Daniela, chinandosi verso Luca, aveva sussurrato: “Potevi trovare di meglio”. Credeva che non lavessi sentita.

Sono passati sei anni. Mi sono abituata? No. Ma ho imparato a ingoiare il rancore, come una medicina amara, accompagnata da un sorriso. Per Luca. Per Matteo. Per la pace in casa.

Allimprovviso, la porta si è aperta con un tonfo, riempiendo lappartamento di risate.

Mamma, guarda! Matteo è entrato di corsa in cucina, agitando un aquilone. Dietro di lui, Luca con delle buste.

Nonna! mio figlio le è corso incontro. Lei si è illuminata, sollevandolo tra le braccia.

Il mio tesoro! Come sei cresciuto! Ecco il regalo della nonna, ha indicato il pacco.

Wow! Posso aprirlo? Matteo mi ha guardato.

Dopo le candeline, tesoro. Così si fa.

Ma ma-ma! ha whinito.

Elena, che bisogno cè di queste regole? è intervenuta mia suocera. Da piccola, a Luca si lasciava aprire i regali subito.

Luca ha tossicchiato:

Mamma, seguiamo la tradizione. Matteo, aspetta un po, gli ospiti stanno arrivando.

Il campanello ha interrotto la discussione. La casa si è riempita poco a poco: i miei genitori con una crostata, amici, colleghi di Luca con i figli. Mia madre si è subito diretta in cucina ad aiutare, mio padre si è seduto in un angolo con il giornale. Li osservavo di sfuggita tranquilli, discreti, lopposto di Daniela, che sembrava riempire ogni spazio con la sua sola presenza.

Maria, come va la pressione? ha chiesto mia suocera a mia madre, a voce alta. Alla vostra età bisogna stare attenti.

Mia madre ha sorriso educatamente. Aveva cinquantacinque anni tre meno di Daniela, che però amava sottolineare la differenza.

Tutto bene, grazie, ha risposto piano, continuando a tagliare le verdure.

Lavori ancora in fabbrica? ha insistito mia suocera. Devessere dura.

I miei genitori avevano lavorato tutta la vita come ingegneri in una fabbrica. Niente a che vedere con lei, ex dirigente con “influenze” e “connessioni”.

La festa procedeva come previsto. I bambini correvano, gli adulti chiacchieravano a tavola. Io andavo avanti e indietro, assicurandomi che tutti avessero ciò che serviva. Luca aiutava, ma parlava soprattutto con i colleghi la sua promozione era un traguardo importante, anche se avevamo deciso di annunciarla più tardi.

Elena, cambia il bambino, mia suocera mi ha afferrato il braccio. Ieri al “Bimbo Store” ho visto un bellissimo completo. Se mi avessi portata con te, Matteo sembrerebbe un vero festeggiato.

Ho guardato mio figlio. Jeans, maglietta comodo, come avevamo scelto insieme.

Sta bene così, Daniela.

Comodo non vuol dire presentabile, ha risposto secca. Ai miei tempi

Mamma, basta, ha interrotto Luca. Nostro figlio è perfetto così.

Mia suocera ha stretto le labbra e si è avvicinata ai miei genitori. Ho lanciato a mio marito uno sguardo di gratitudine, ma era già immerso in una conversazione.

Mamma, perché la nonna è sempre arrabbiata? Matteo mi ha sussurrato, tirandomi la manica.

Mi sono bloccata con linsalatiera in mano. Dietro di me, la risata forte di Daniela che raccontava quanto fosse difficile trovare “domestici decenti”.

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