La porterei in classe con me, se per voi non è un problema – disse l’insegnante che aveva ascoltato la conversazione tra mia mamma, la preside e un’altra maestra.

**Diario di un uomo**

“Prenderò la vostra bambina nella mia classe, se non avete obiezioni,” disse la maestra, che aveva sentito per caso la conversazione tra mia madre, il preside e un’altra insegnante.

Laltra maestra, in cui mia madre cercava di sistemarmi, invece non voleva assolutamente prendermi.

“Ma sarà solo un peso nella vostra classe! Non sa leggere, non sa scrivere, non riesce nemmeno a formare le sillabe,” era il suo argomento. “E poi, chi ha mai visto un alunno insufficiente in una classe A?”

Aveva ragione. Non sapevo né leggere né scrivere, e mia madre non poteva aiutarmi perché io rifiutavo di stare seduta con il libro dalfabeto durante le lunghe giornate estive. Avevo bisogno di giocare, e mia madre diceva sempre: “Sei sempre fuori, dallalba al tramonto!” Ma io volevo solo esplorare ogni angolo del nostro cortile, poi di altri, e arrampicarmi su ogni albero. Con questi desideri, nemmeno unintera giornata bastava.

Ma la maestra, Adele Romano, forse vide qualcosa in me quel giorno. Così finii nella classe B. Il mio comportamento era terribile, ma imparavo benissimo. Per me era facile e divertente, perché lei sapeva trovare la chiave per ogni bambino.

Come lamavamo! Nella nostra classe, fino alla quinta elementare, non cera nemmeno un insufficiente, solo eccellenti. Con Adele Romano, non poteva essere altrimenti.

Adele era già in pensione quando finimmo la scuola elementare. Non aveva figli, non si era mai sposata. Tutta la vita laveva dedicata allinsegnamento.

Spesso, nei weekend, ci riunivamo a casa sua, ed era sempre una festa. La sua casa era piena di fiori freschi, di dolci squisiti, anche se a quei tempi erano difficili da trovare.

A volte trovavamo altri ex-alunni da lei, che restavano con noi a raccontare storie dei loro anni di scuola, delle gite in giro per lItalia. E noi sognavamo che un giorno saremmo tornati anche noi, con dolci e ricordi da condividere.

Adele viveva sola in un appartamento di tre stanze, ereditato dai genitori. Arredato con semplicità, ma con gusto. Potevamo curiosare tra i tanti oggetti sugli scaffali, regali di ex-studenti o cose fatte a mano. Una stanza era solo libreria: un mare di libri, con una poltrona accogliente accanto.

Ed era lì che si sedeva, mentre noi, come pulcini, ci raccoglievamo sul tappeto ai suoi piedi. Prendeva un libro interessante e leggeva per noi, poi discutevamo animatamente. Parlava di artisti, poeti, musicisti, metteva su dischi e ci immergevamo nellarte.

Allinizio di ogni stagione, uscivamo con i cavalletti nel parco vicino a casa sua. Lì, nel silenzio, trasportavamo su carta ciò che vedevamo e sentivamo. Dinverno, dipingevamo in casa, guardando il parco dalla finestra. I suoi quadri erano meravigliosi, e poi li regalava a uno di noi. Giocavamo a dama, e il vincitore riceveva un premio.

Finita la scuola, andavamo spesso a trovarla. Dopo di noi, aveva altri alunni, poi lasciò linsegnamento. Ma non per riposarsi: iniziò a dare lezioni private a casa.

Adele se ne andò a ottantanni. Seduta nella sua poltrona preferita, con un libro in mano, chiuse gli occhi come se si fosse addormentata. Accanto a lei cera una sua ex-alunna, Giulia, ormai quarantenne, medico, che dopo il lavoro passava sempre a trovarla.

Non avevo mai visto così tanta gente piangere a un funerale, né così tanti fiori, né così tante parole commosse.

Ecco comera Adele Romano. La sua famiglia non era fatta di pochi, ma di decine di persone che lamavano. Ricordava ogni alunno, per ognuno aveva la parola giusta, senza mai dover imporre la sua autorità. Non serviva. Bastava il suo esempio, fin da piccoli, a guidarci nel modo giusto.

Come disse uno di noi: “Adele non era solo una maestra. È stata la prima guida nel nostro cammino di amore e di sete di conoscenza. Ci ha mostrato quanto questo mondo sia bello, gentile e straordinario.”

**Lezione:** A volte, un solo insegnante può cambiare tutto. E il suo ricordo resta per sempre, più forte di qualsiasi libro o lezione formale.

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