“Giovanna, quella che è rimasta incinta senza marito”: come ho affrontato i pettegolezzi del paese
Ogni volta che tornavo nel paesino dei nonni, spingendo il passeggino, sentivo i sussurri alle mie spalle: «Quella è la Giovanna, sai, la nipote di Rosa e Stefano… è rimasta incinta senza marito, che vergogna, da sola». Le chiacchiere di paese volavano più veloci del vento. Mi rodeva, ma tacevo. La nonna mi diceva sempre: «Non farci caso, Giovanna. La gente parla perché ti invidia, perché hai il coraggio di vivere come credi».
La decisione che ha cambiato tutto
Avevo 24 anni quando ho scoperto di aspettare un bambino. Il padre, il mio ragazzo di allora, mi ha subito fatto capire che “non era pronto”. Non ho insistito. In città, dove lavoravo, nessuno si intrometteva nella mia vita. Ma quando sono tornata al paese per riposarmi e riflettere, è cominciato tutto. Le vicine bisbigliavano, le comari alla bottega si scambiavano occhiate, e qualcuna mi ha chiesto senza mezzi termini: «Giovanna, ma tuo marito dov’è? O hai fatto tutto senza matrimonio?».
Non mi sono giustificata. Sì, ero single. Sì, avevo scelto di tenere il bambino. E no, non mi vergognavo. Ma in paese valgono altre regole: qui tutti sanno tutto di tutti, e se non segui il copione della “vita perfetta”, preparati ai giudizi. I nonni, per fortuna, mi hanno sostenuta. «Un bambino è una benedizione, il resto non conta», diceva il nonno. La nonna aggiungeva: «L’importante è che tu sia felice. La gente troverà sempre qualcosa di cui parlare».
Una vita nuova e nuove sfide
Quando è nato mio figlio, sono tornata in città. Essere madre single non è stato facile: lavoro, asilo, bollette, notti insonni. Ma non ho mai rimpianto la mia scelta. Il mio Matteo è il mio sole, la mia ragione di vita. È un bambino allegro e curioso, e faccio di tutto perché non gli manchi nulla. Al paese ci torno meno spesso, ma ogni volta ritrovo gli stessi sguardi. Ora, però, li ignoro. A volte sorrido persino quando qualcuna commenta: «Oh, Giovanna, ma sei ancora da sola?».
La nonna una volta mi ha detto: «Ai miei tempi succedeva lo stesso. Io ho avuto tua madre senza marito, e ce l’ho fatta. L’importante è non lasciare che le parole degli altri ti spezzino». Questa frase è diventata il mio motto. Ho capito che non devo dimostrare niente a nessuno. La mia vita è mia, e decido io come viverla.
Cosa vorrei dire agli altri
Oggi ho 27 anni e sono felice. Sì, a volte è dura, sì, qualche volta crollo dalla stanchezza. Ma sono fiera di crescere mio figlio da sola. Se anche voi vi sentite giudicati, ricordate: le opinioni altrui sono solo rumore. Non definiscono chi siete. Vivete per voi e per chi amate. E i pettegolezzi? Passeranno, appena la gente troverà un nuovo argomento.
Se avete storie simili, raccontate come avete reagito alle critiche. O forse avete un consiglio per rispondere alle domande indiscrete? Condividete, mi interessa davvero.