Ecco la storia adattata alla cultura italiana:
“Ehi, senti questa… Allora, c’era questa ragazza, Giulia Esposito, una vera forza della natura! La sua amica del lavoro, Sofia Rossi, le diceva sempre: ‘Giulia, vivi una vita così piena che potresti farci un film!’ E lei rideva, rispondendo: ‘Sì, la mia vita è un vortice, ma chissà come finirà questo film… Ma troverò una soluzione. È ora di sposarmi, ho già ventotto anni. Mi darò da fare, vedrai.’
‘Ma dai, Giulia, non farmi ridere,’ ribatteva Sofia. ‘Secondo me il matrimonio non fa per te. Stai benissimo così, il matrimonio è solo responsabilità e un uomo solo per tutta la vita!’
‘Chi ti ha detto che sarà uno solo? Tu vivi così con il tuo Marco, ma io farò le cose a modo mio,’ sorrideva Giulia con quel suo sorriso da fatale.
‘Ma cosa dici?!’ si scandalizzava Sofia. ‘Come fai a pensare al matrimonio e sognare altri uomini? Io non lo capisco proprio.’
‘Tu sei tu, io sono io,’ rispondeva Giulia, alzando le spalle.
Era una ragazza bellissima, snella, con uno sguardo magnetico. Gli uomini si voltavano sempre a guardarla. Giulia era del tipo che non si faceva scappare nulla e viveva con la filosofia: ‘Se te lo offrono, prendilo; se ti attaccano, restituisci il colpo.’ In tutto quello che faceva, riusciva sempre a essere la migliore. Era arrivata in ufficio dopo Sofia, eppure l’aveva già superata nella carriera, tanto che adesso Sofia lavorava sotto di lei.
In ufficio c’erano tanti uomini, e Giulia piaceva a tutti, perfino a quelli sposati. Ma lei aveva deciso: ‘Il mio obiettivo è sposarmi, quindi niente uomini sposati, anche se alcuni sono proprio dei gran bei pezzi!’ Tra i candidati, ne aveva tre in mente. Ma quale scegliere?
Ne aveva parlato con Sofia, ma l’amica aveva risposto: ‘Senti, Giulia, non prendertela, ma qui non posso aiutarti. Decidi tu. Se poi va male, non voglio sentirmi in colpa.’
Giulia non si mise a sfogliare margherite. Analizzò seriamente i tre pretendenti, e alla fine scelse Federico: il più affidabile, bello, bravo nel fai-da-te, con un buon stipendio e, soprattutto, che la ascoltava sempre.
Federico si accorse subito del suo interesse. Certo, c’erano ancora Matteo e Luca in giro, a cui piaceva tantissimo, e con cui lei flirtava, ma lui era sicuro: ‘Ha capito che sono la scelta migliore. Devo fare la mossa giusta e chiederle di sposarmi prima che cambi idea.’
E così fu. Durante un appuntamento, le consegnò un enorme mazzo di fiori e una scatolina con un anello. ‘Giulia, sposami. Ci ho pensato a lungo, so che sarai una moglie meravigliosa. E poi, voglio svegliarmi ogni mattina accanto a te.’
Lei sorrise: ‘Accetto, Federico. Anche se non mi aspettavo una proposta così veloce. Ma ci conosciamo bene, quindi sì, ti sposo.’
Vissero nel suo piccolo appartamento all’inizio, ma poi lui propose: ‘Vendiamo questa casa e costruiamone una più grande. Possiamo fare un mutuo, tanto guadagniamo bene. Ci vorrà tempo, ma alla fine ce la faremo.’
‘E dove vivremo nel frattempo? In affitto?’ chiese Giulia.
‘No, perché? Mio padre vive da solo da tre anni, da quando è morta mia madre. Ha un trilocale spazioso, ci sta comodi tutti. Non avrà problemi, lo conosco. Allora, che dici?’ Lei accettò.
Vendettero l’appartamento e si trasferirono da suo padre, Enrico, che era felicissimo. Giulia e il suocero andavano d’accordo, anche se si vedevano poco. Enrico, cinquantatré anni, era un uomo ancora in forma: alto, muscoloso, con una barba curata e una voce profonda. Andava in palestra due volte a settimana e le donne gli giravano intorno, ma lui non aveva intenzione di risposarsi.
Con il tempo, però, Federico passava sempre più ore al cantiere, lasciando Giulia sola con Enrico. Un giorno, Giulia notò che il suocero la guardava in modo diverso. All’inizio pensò di essersi sbagliata, ma poi lui iniziò a farle complimenti, ad abbracciarla…
‘Oddio,’ pensò. ‘Il suocero ha una cotta per me. E perché no? È un uomo molto attraente… Magari posso approfittarne un po’ anch’io.’
Quando Enrico la abbracciò di nuovo, lei non si oppose. E senza neanche rendersene conto, finirono a letto insieme. Nessuno dei due si chiese se fosse giusto. Non provarono sensi di colpa. Per loro era naturale: Federico era sempre al lavoro, lei si sentiva sola, perché no?
Finché, un giorno, Giulia scoprì di essere incinta. Lo disse a Enrico: ‘Non ho dubbi che il bambino sia tuo. Sai com’è, certe cose succiono…’
Lui sorrise: ‘Sono felice, Giulia, davvero felice!’
Federico, invece, non lo fu. La gravidanza non era nei suoi piani, dovevano prima finire la casa. Ma sorrise e si adattò. ‘Non preoccuparti, ti aiuterò io con il bambino,’ disse Enrico. ‘Cosa vuoi che faccia, se non occuparmi di mio nipote?’
La gravidanza fu difficile, ma Giulia sopportò tutto. Il bambino era desiderato, e poi aveva già passato i trenta. Enrico l’accompagnava sempre alle visite, mentre Federico era al cantiere.
Nacque un maschietto, Tommaso. Giulia e Enrico erano al settimo cielo, e anche Federico sembrò contento, visto che la casa era quasi finita.
Enrico adorava Tommaso, ci giocava sempre. Era diverso da quando era giovane: allora non aveva notato Federico crescere, ma adesso assaporava ogni momento.
Quando finalmente la casa fu pronta, Federico annunciò: ‘Domani traslochiamo, inizia a preparare le valigie.’
Enrico si preoccupò: ‘E io? Devo aiutare con Tommaso, si è affezionato a me!’
‘Tu resta qui,’ rispose Federico. ‘Puoi venire in visita quando vuoi. Ti abbiamo già fatto perdere la privacy abbastanza.’ Ma Enrico non ne voleva sapere e finì per passare più tempo da loro che a casa sua.
Poi venne il momento di iscrivere Tommaso all’asilo, e durante le visite mediche scoprirono che aveva un problema serio. Il medico consigliò un test genetico per escludere il peggio. Giulia e Enrico si trovarono di fronte a una scelta: se fare il test, Federico avrebbe scoperto la verità.
Alla fine, Giulia decise: ‘Per la salute di mio figlio, sono pronta a tutto… che Federico sappia.’
Mentre aspettavano i risultati, era nervosissima. Federico pensava che fosse solo preoccupazione, ma quando andò a ritirare il test prima di lei, rimase sconvolto: ‘Tommaso non è mio figlio?! È un errore? O è la verità?’
A casa scoppiò un casino. Giulia confessò: ‘Tommaso è figlio di Enrico.’
Federico andò su tutte le furie: ‘Mio padre?! Non ci credo. Lo stai coinvolgendo solo per coprirti!’
Ma Enrico intervenne: ‘Figlio mio, è la verità. Eri sempre al lavoro, e una donna ha bisogno di attenzioni. Non so neanche io come sia successo…’
‘Traditori!’ urlò Federico, uscendo di casa.
Poco dopo chiese il divorzio. Giulia e Enrico restarono nella casa nuova, lui tornò nell’appartamento del padre. Tommaso aveva bisogno di cure, e passarono mesi in ospedale. Alla fine, il bambino guarì.
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