La Storia Continua

**Diario Personale**

Oggi sono tornato in ufficio con la mente turbata. Le immagini del mercato continuavano a martellarmi: le urla indignate della folla, lo sguardo di quella donna che sembrava trafiggermi lanima. Cercavo di scacciarle. Non capiscono niente, mi dicevo. La vita è una lotta. I deboli cadono, i forti vincono.

Ma la coscienza non mi dava tregua. Quegli occhi… mi sembravano così familiari. Da dove li conoscevo?

Il giorno dopo, il mio socio, il Signor Lombardi, è entrato nello studio con unespressione glaciale.

Matteo, abbiamo un problema. La scena al mercato… è finita online. Un video. Lo condividono ovunque. Migliaia di persone ti accusano di vergogna. Se non facciamo qualcosa, la reputazione dellazienda sarà distrutta.

Cosa?! ho sbottato, ma quando ho visto sul telefono la mia immagine mentre colpivo quella donna fragile, il sangue mi si è gelato. Il titolo era crudele: Il milionario umilia una madre affamata.

Se posso darti un consiglio, ha continuato Lombardi, devi trovarla. Offrirle denaro, una casa. Di fronte alle telecamere. Farà sembrare un atto di carità. È lunico modo.

Ho annuito, digrignando i denti. Odiavo dovermi giustificare, ma la mia immagine pubblica valeva più di tutto.

Nel pomeriggio sono tornato al mercato. Ed eccola lì, seduta nello stesso punto. Lo stesso cappotto logoro, la stessa tristezza negli occhi. Quando mi ha visto, non si è tirata indietro. Mi ha solo osservato.

Signora, ho iniziato con fredda cortesia. Vorrei… rimediare a ieri. Le offrirò del denaro. Un alloggio. Del cibo.

La donna mi ha fissato a lungo. Il suo sguardo sembrava frugare nei ricordi. Poi ha sussurrato:

Matteino?

Il mio cuore ha perso un battito. Quel nome… pronunciato con quella dolcezza… solo una persona mi chiamava così. Mia madre.

Cosa ha detto? ho chiesto, la voce tremante.

La donna ha intrecciato le dita tremanti.

Matteino… figlio mio… sei tu?

Ho fatto un passo indietro.

È impossibile. Mia madre è morta. Ventanni fa.

I suoi occhi si sono riempiti di lacrime.

No, figlio mio. Sono viva. Tuo padre mi ha portato via da te quando avevi sei anni. Ti ho cercato per anni. Ho lavorato, scritto lettere, ma non ho mai ricevuto risposta. Alla fine, ho perso tutto… mi è rimasta solo la speranza.

Un nodo mi ha stretto il petto. I ricordi sono affiorati: lodore di sapone economico, una mano delicata fra i miei capelli, frammenti di una ninna nanna. Non volevo crederle.

È solo una finzione. Vuoi i soldi, ho ringhiato, ma la mia voce era priva di convinzione.

Con lentezza, ha tirato fuori dalla tasca una fotografia sgualcita. Un bambino mi fissava, di circa sei anni, con una macchinina in manoproprio quella con cui giocavo da piccolo. Accanto a lui, la donna, giovane e sorridente.

Tutta la mia resistenza è crollata. Le ginocchia mi hanno tremato.

Dio mio… ho sussurrato. Mamma… e io… ti ho colpita…

Le lacrime mi sono sgorgate allimprovviso. Il milionario che aveva costruito un impero con unespressione dura e fredda ora si trovava in ginocchio sulla strada, di fronte a una donna vestita di stracci.

Perdonami… ho singhiozzato. Non sapevo… non ti ho riconosciuta…

Maria ha alzato una mano e mi ha accarezzato il viso. Le sue dita erano deboli, ma il tocco era pieno damore.

Non cè bisogno di scuse, Matteino. Ho sempre saputo che saresti tornato da me. Il mio amore non è mai svanito.

La gente si era radunata intorno a noi. Nessuno parlava. Tutti vedevano il milionario crollare e abbracciare la madre che credeva perduta.

Qualche giorno dopo, i giornali titolavano: Il milionario ritrova la madre senzatetto. Ma a me ormai non importava. Lho portata a casa, ho chiamato i medici, le ho preparato una stanza accogliente. Ma soprattutto, abbiamo parlato. Per ore. Maria mi ha raccontato degli anni passati sola, delle lotte, del dolore, della speranza di rivedermi.

Io ho ascoltato, sentendo che qualcosa dentro di me si ricomponeva. Quel vuoto che nessuna ricchezza aveva mai colmato, ora si placava lentamente.

Una sera, seduti in terrazza, le ho stretto la mano.

Sai, mamma, per anni ho pensato che la ricchezza desse senso alla mia vita. Ma ora… ora sento che non ho mai cercato il denaro. Ho cercato te.

Maria ha sorriso, le lacrime le brillavano negli occhi.

La famiglia è tutto, figlio mio. Non dimenticarlo mai.

E in quel momento ho capito davvero: tutto loro e tutti i palazzi non valgono una sola parola… madre.

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