La storia di una donna e il suo modo di vivere dignitoso

В una città italiana viveva una donna chiamata Giovanna Ferrara. Credeva di condurre una vita piuttosto dignitosa. Non aveva famiglia né figli, ma possedeva un appartamento immacolato e in ordine. Aveva anche un buon lavoro come contabile in una fabbrica di mobili.

Giovanna ha vissuto tranquillamente e serenamente fino a 50 anni. Era molto soddisfatta della sua vita, soprattutto se confrontata a quella dei suoi vicini. Le piaceva pensare che tutto le fosse andato per il meglio, essendo una persona buona e che non faceva del male a nessuno.

I suoi vicini, invece, non erano così fortunati. Nello stesso pianerottolo viveva una donna di oltre 60 anni. Una vergogna per lei: ormai anziana e quasi in pensione, si era tinta i capelli di blu! E indossava vestiti e jeans attillati. Tutti ridevano di lei. La pazza del paese, senza dubbio.

“Che scandalo!” pensava Giovanna guardando la stravagante pensionata, compiacendosi del fatto che lei invece fosse sempre appropriata per la sua età.

Della terza vicina, invece, era persino imbarazzante parlare. Aveva solo ventuno anni, e già un figlio di circa cinque anni! Chiaramente, si era ritrovata incinta mentre ancora frequentava la scuola. E i genitori? Non c’erano, la ragazza viveva da sola con la sua bambina. E per di più, aveva stretto amicizia con la pensionata dai capelli blu, che si prendeva cura della bimba mentre la giovane era fuori.

Giovanna non era sorpresa. “Simili si attraggono,” pensava tra sé. “E mi evitano. Vedono una persona per bene e provano vergogna a guardarmi negli occhi. Un saluto in ascensore e finisce lì.”

L’ultimo vicino era un uomo sui 30 anni. La prima volta che lo vide, Giovanna rimase sconvolta: aveva tatuaggi su tutte le braccia e sul collo! Chi può mai essere una persona normale conciata in quel modo? Sicuramente no!

Da giovane, Giovanna aveva sempre criticato persone del genere. Chissà, forse non avevano altro modo per farsi notare se non rovinandosi la pelle. Solo per attirare l’attenzione, pensava lei, visto che con l’intelletto non riuscivano. Meglio che leggessero libri.

Questo pensava ogni giorno incontrando qualcuno dei vicini in ascensore. E tornata a casa, si rallegrava di vivere come si deve. A volte ne parlava al telefono con l’unica amica. Non avevano molto altro di cui discutere, quindi “il tipo con i tatuaggi”, “la giovane madre” e “la vecchia pazza” diventavano quasi gli argomenti principali delle loro conversazioni.

Una sera, mentre rientrava dal lavoro, Giovanna aveva il morale a terra. Una mancanza nei conti… per la prima volta in tanti anni. Su chi cadrà la colpa? Ovviamente sul contabile. Aveva mal di testa fin dal mattino e ora un ronzio alle orecchie con le gambe che sembravano di piombo.

Faticando, raggiunse l’ingresso del palazzo e si sedette su una panchina. All’improvviso sentì un leggero tocco alla mano. Alzando a fatica lo sguardo, fu sorpresa nel vedere la pensionata dai capelli blu.

“Come sta? Si sente male?” chiese con premura.

“La testa… mi fa male…” sussurrò Giovanna.

“Vieni da Luca, è a casa oggi. Sei pallida: non hai un volto.”

“Da quale Luca?” domandò la donna.

“Luca, che vive sul tuo stesso piano. È un cardiologo. Non lo sapevi?”

Arrivate al piano giusto, la vicina suonò alla porta di Luca. Giovanna, sorpresa, vide il giovane uomo con i tatuaggi, che secondo lei non poteva essere una persona per bene.

Lui le misurò la pressione, la fece stendere sul divano e le diede una pastiglia. Presto il mal di testa e il ronzio nelle orecchie sparirono.

“Prenoti una visita! È importante controllare la pressione anche in persone giovani come te,” sorrise il medico quando Giovanna si sentì meglio.

“Grazie,” mormorò Giovanna, sentendosi a disagio, ricordando come aveva parlato di lui con l’amica. “Pensa solo all’aspetto, ma l’intelligenza è nulla,” aveva detto. E invece, pensare che è un dottore che ogni giorno salva vite.

“Di niente. Non esiti a rivolgerti a me!”

Giovanna salutò il dottore, tornò a casa e si sdraiò sul divano. Incredibile come si fosse sbagliata su quell’uomo… E la pensionata dai capelli blu si era dimostrata una buona persona. Era venuta a vedere come stava.

Sentì suonare il campanello. Alla porta c’era la pensionata, tenendo per mano la bambina della giovane vicina, la quale, secondo Giovanna, era diventata madre troppo presto.

“Volevo solo vedere se stavi bene. Mi spiace di essere con Mariangela, Anna è al lavoro… E volevo conoscerti da tempo. Ma non trovavo il coraggio. Ecco l’occasione! Noi parliamo con gli altri e tu resti in disparte!”

“Entrate, faccio un tè,” disse Giovanna, sorpresa da se stessa. “Grazie per esserti fermata a chiedere dato che mi hai vista in difficoltà…”

“Ma figurati. Subito vedo quando qualcuno sta male, ho assistito mia madre malata per tutta la giovinezza. A 14 anni si ammalò, se ne andò quando avevo già più di 30 anni. Non ho studiato, né avuto amori, solo al suo capezzale… Riuscii appena a crescere un figlio. Ora, nella vecchiaia, mi diverto”, disse la vicina con un sorriso un po’ colpevole, indicando le sue ciocche colorate. “Grazie a mia figlia, mi ha aiutato a tingere i capelli. E mi compra magliette di moda. Anche se per poco, voglio sentirmi giovane. Anche se a Anna va ancora peggio.”

“Chi è Anna?” chiese Giovanna.

“Anna, la porta accanto alla mia è la sua. Mariangela è la sua sorellina. I genitori sono morti in un incidente stradale. Lei ha adottato la sorella, la sta crescendo lei. Ha abbandonato l’università, lavora giorno e notte, poverina. Luca la aiuta a volte con i soldi. Sì, proprio Luca che ti ha aiutato oggi…”

Quando la vicina se ne andò, Giovanna rimase seduta per un po’ al tavolo, guardando nel vuoto. Avrebbe dovuto offrire aiuto ad Anna, anche lei poteva occasionalmente badare a Mariangela. E voleva da tempo tingersi i capelli di rosso.

Ma pensava che a sua età non fosse appropriato. Sicuramente si sarebbe consultata con la vicina al riguardo il giorno seguente! E non doveva dimenticare di invitare Luca per dei dolci, per ringraziarlo dell’aiuto.

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