**Storia di una suocera.** – Non crederete con chi ho appena fatto conoscenza.
Federica entrò di corsa in casa, si lavò le mani in fretta e andò dritta in cucina. I genitori erano già seduti a tavola.
La ragazza si scusò per il ritardo e iniziò a raccontare con entusiasmo una notizia incredibile. «Non ci crederete, ho appena conosciuto la nuova fidanzata di mio fratello! È carina, allegra, con i capelli rossi. Un vero sole. Si chiama Ginevra. Lavora all’autolavaggio dove portiamo la macchina. Lì si sono conosciuti. Sembra una cosa seria. Che bello!» chiacchierava senza sosta.
Il padre, Marco Vitali, alzò lo sguardo dal piatto e sorridendo disse: «Meno male, stavo iniziando a dubitare dell’orientamento di mio figlio!» La madre, Beatrice Rinaldi, si indignò per il commento del marito e si rattristò all’idea che il figlio avesse trovato una ragazza all’autolavaggio.
«Ma chi lavora in quei posti? Solo quelli che non riescono a trovare di meglio. Niente istruzione, niente modi, niente educazione. E poi, sono tutte poco attraenti. Una parola sola: lavamacchine. Nessuna di loro è all’altezza di nostro figlio!» continuò Beatrice, senza calmarsi.
Marco non fu d’accordo e la difese: «Ma perché parli così? Le persone sono tutte diverse. Magari lavora lì per mantenersi mentre studia. Non è male quando qualcuno si impegna, significa che sa il valore dei soldi. E non chiederà soldi a nostro figlio, visto che lavora. E tu già la critichi senza averla neanche vista. Forse è una brava ragazza, non credo che nostro figlio si sia messo con la prima venuta.»
Ma Beatrice era determinata: «Vado a vedere questa meraviglia di persona. Scopro come ha stregato mio figlio. Farò in modo che la licenzino, non può permettersi di mirare a un ragazzo con i nostri mezzi. Che trovi qualcuno più alla sua portata!»
Il giorno dopo, Beatrice si presentò all’autolavaggio. Appena entrata, iniziò a gridare, chiedendo di Ginevra, «quella che si attacca a mio figlio!» Pretese che la licenziassero per aver flirtato con i clienti. Ma una ragazza di nome Lavinia, che l’aveva accolta, le spiegò che forse Ginevra era di un altro turno e le suggerì di tornare il giorno dopo.
Beatrice voleva umiliare quella «sfrontata» e farla cacciare subito, ma non poté far altro che andarsene a bocca asciutta. Promise però che sarebbe tornata.
Intanto, Lavinia avvertì Ginevra: «Non è il caso di frequentare i clienti, potrebbero davvero licenziarti per questo. È scritto nel contratto.» Ma Ginevra rispose che lei e Matteo stavano insieme da un anno. All’inizio non voleva nemmeno parlargli, ma lui insistette. Ora lui voleva presentarla ai genitori, ma lei preferiva aspettare: prima doveva laurearsi, trovare un buon lavoro e poi conoscerli.
Intanto, quel lavoro era essenziale: studiava all’università e viveva in un dormitorio, senza chiedere soldi ai genitori. Lavinia promise di non riferire l’accaduto, ma le consigliò di chiedere a Matteo di parlare con sua madre, per evitare altri scandali.
Quella sera, Matteo tornò a casa e affrontò la madre con tono severo: «Cosa vuoi ottenere? Vuoi farmi litigare con Ginevra? Lavora all’autolavaggio temporaneamente. E comunque, ogni lavoro è dignitoso. Non la conosci nemmeno. È intelligente e gentile. La amo. Se torni lì, me ne vado di casa, mi trasferisco con lei e non ci vedrai più. Non intrometterti nella nostra relazione. Voglio sposarla. E questa è la mia ultima parola.»
Beatrice non replicò. Conosceva il carattere di suo figlio: se diceva una cosa, la faceva. Non voleva perderlo, così decise di non tornare all’autolavaggio.
Passarono due anni e Matteo e Ginevra si sposarono. Ai parenti dello sposo piacque molto la festa. Beatrice annunciò con orgoglio che l’organizzazione del matrimonio era stata curata da Ginevra. Si era rivelata una ragazza bellissima e brillante: si era laureata con lode, trovato un lavoro in un’azienda e guadagnava quanto suo figlio. E ora aspettavano un bambino: Ginevra era al terzo mese. Matteo l’aveva convinta a sposarlo, lei avrebbe preferito aspettare.
Per fortuna Beatrice aveva ascoltato il figlio e non aveva rovinato tutto.
Marco si avvicinò a Beatrice e l’invitò a ballare. Le sussurrò all’orecchio che era fortunata con sua moglie, così come suo figlio lo era con Ginevra. Si unirono al valzer dei novelli sposi e iniziarono a girare al ritmo della musica.
E voi, credete che una madre debba scegliere la sposa per suo figlio?