La sua felicità, il nostro prezzo

— Oh, Giusy, che fortuna averti trovata qui sul portone! Così non devo neanche salire di sopra! — esclamò Antonella, la suocera di Giuseppina, ancora senza fiato.

— Buongiorno! — rispose Giuseppina, sorpresa dall’incontro.

Non che i loro rapporti fossero pessimi. Semplicemente, la suocera evitava di far loro visita, troppo impegnata a dedicarsi interamente alla figlia Margherita.

— Giusy, dammi almeno cinquecento euro. Devo comprare un sacco di cose per Marghe e il piccolo Leo. Con i prezzi che ci sono oggi, mi capisci, no? — disse Antonella, alzando gli occhi al cielo e schioccando la lingua.

Giuseppina ribollì dentro. Quante volte aveva immaginato di urlarle in faccia: «Non sono un bancomat!» L’avrebbe detto a lei, e anche a Margherita, la sorella di suo marito Antonio. Ma non osava. Antonella era la madre di Antonio, la nonna di piccola Olivia. Creare un conflitto avrebbe solo stravolto la famiglia. E così, con un sospiro, aprì la borsa per cercare il portafoglio…

Tornando dal lavoro, Giuseppina era di pessimo umore. Ispettori fiscali che controllavano ogni dettaglio, un capo che sbraitava, ore di straordinario, la spesa da fare, la cena da preparare, i compiti di Olivia… Una lista infinita.

Salì le scale stanca, aprì la porta di casa.

— Mamma, ciao! Domani dobbiamo fare un progetto sugli uccelli per scienze! Mi aiuti? — Olivia, nove anni, le corse incontro con la solita richiesta.

— Certo, tesoro. Prima mi sistemo, preparo da mangiare e poi ci pensiamo.

Mise le borse in cucina, entrò in salotto.

— Oh, Giusy, non ti ho sentita arrivare. Che c’è, problemi al lavoro? — chiese Antonio.

— Solito caos. Ispettori, scartoffie…

— Sentì, ho dato cinquecento euro a mamma. Servivano per il giubbotto primaverile di Leo.

— Antonio, ma non è ora di smetterla? Leo ha un padre, no? Perché devono sempre essere noi a risolvere i loro problemi? — esplose Giuseppina.

— Dai, non fare storie. Sai com’è la situazione…

— Quale situazione?! — trattenne a stento un urlo.

— Marghe non trova lavoro, l’ex non paga gli alimenti, mamma dà tutta la pensione per loro… Davvero ci costa così tanto comprare un giubbotto a un bambino?

— Esatto! Lavoriamo entrambi! Perché dobbiamo privare nostra figlia per mantenere un’altra famiglia? Spiegamelo! — Sentì il sangue salirle alle guance.

— Giusy, non litighiamo per sciocchezze. Vieni, ti aiuto con la cena.

Margherita, la sorella minore di Antonio, cinque anni prima si era sposata con un “affarista di successo”, Igor.

— Oh, Ritina e Igorino sono di nuovo in vacanza in Turchia! Cinque stelle, niente meno! E tu, Giusy, passi le giornate in quell’ufficio senza ricavarne un euro! — Antonella non perdeva occasione per vantarsi della figlia.

Poi si scoprì che l'”affarista” e sua moglie avevano accumulato debiti per la bella vita. I soldi finirono presto, e cominciò il delirio: litigi, minacce dalla banca, Igor che sparì nel nulla. Margherita rimase sola, con debiti e un bambino.

Antonella pagava parte dei debiti con la pensione, ma non bastava mai. Così Giuseppina e Antonio iniziarono ad aiutarli, privandosi di tutto. Fino al giorno in cui Giuseppina vide Margherita in un bar, sorseggiando un caffè con pasticcini.

— Ritina, che ci fai qui? — chiese sbalordita.

— Ho fatto shopping, ho fame. Che c’è di strano?

— Ma noi vi diamo i soldi per sopravvivere, e tu te li sprechi così?!

— Ah, quindi tu puoi permetterti il bar e io no? — fece la vittima.

Quella sera, Antonella la sommersi di accuse: ingrata, avara, distruttrice di famiglie…

Il “regime del silenzio” durò poco. Poi, per caso, incontrarono Margherita al centro commerciale, carica di sacchetti.

— Guarda, Ritina ha trovato un buon lavoro! – annunciò Antonella con aria di sfida.

— Che bella notizia! Finalmente! — dissero Giuseppina e Antonio.

Ma la verità era un’altra: Margherita aveva aperto una carta di credito. E ovviamente, i soldi finirono.

— Dammi cinquecento euro. Ritina e Leo vanno in un centro benessere — ricominciò Antonella, mesi dopo.

— Guarda, Antonella, noi siamo al verde — Giuseppina mostrò il portafoglio vuoto.

— Che teatro! Volete umiliarci?!

— Teatro? Noi rinunciamo alle vacanze per aiutarvi, e Margherita va in spa?

— Serpe! — sibilò la suocera, andandosene.

Tre settimane dopo, Antonella chiamò:

— Ritina ha conosciuto un imprenditore, Paolo Obici. Le ha trovato un lavoro.

Giuseppina rabbrividì. Obici era un truffatore noto.

— Chiamala, avvertila! — disse a Antonio.

Ma Margherita rispose seccata:

— Fatti gli affari tuoi! Non rovinarmi la felicità!

Giuseppina e Antonio si promisero: mai più avrebbero pagato per quella “felicità”.

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

six + 14 =

La sua felicità, il nostro prezzo