La suocera adora i bambini degli altri, ma ignora i propri nipoti.

Nella nebbia autunnale che avvolgeva Torino, il mio cuore ribolliva di un risentimento che non trovava pace. Come poteva mia suocera voltare le spalle ai propri nipoti con tanta indifferenza? Non riuscivo a comprendere tanta freddezza verso il proprio sangue. “I vostri figli sono la vostra responsabilità,” ripeteva sempre Ginevra Lombardi. “Io ho già fatto il mio dovere crescendo mio figlio.”

Ginevra aveva lasciato il lavoro prima del tempo. Quando la figlia minore, Viola, diede alla luce dei gemelli, lei li accudì per tre anni. Ma appena i bambini iniziarono l’asilo, trovò subito un altro impiego—come tata per una famiglia ricca, dove passava le giornate a coccolare bambini altrui.

Ormai tornava a casa solo nei fine settimana, dedicandosi alle pulizie, agli aperitivi con le amiche e al riposo. Sì, guadagnava bene, ma per i miei figli—Alessio di quattro anni e Matteo di due—non aveva mai un minuto. Neanche un briciolo di affetto.

Io e mio marito le abbiamo supplicato più volte di aiutarci. Dovevo tornare a lavorare, ma i bambini si ammalavano spesso, saltando l’asilo nido. Mia madre viveva a centinaia di chilometri, a Bari. L’unica speranza era Ginevra. Ma la sua risposta fu glaciale: “Assumete una baby-sitter. Non interrompetemi il lavoro.”

Rimasi sconvolta. Mia madre, se fosse stata qui, avrebbe fatto di tutto. Prometteva di venire per qualche settimana durante le ferie, ma che potevano risolvere due settimane? Intanto Ginevra viaggiava con quei bambini in Costa Smeralda, navigava su yacht e si faceva selfie in spiaggia, mentre io ero a casa, divisa tra febbre e la paura di perdere il lavoro. Capivo che aveva trovato la gallina dalle uova d’oro, ma come poteva essere così insensibile? Per lei i soldi erano più importanti dei nipoti?

Ogni volta che nei social vedevo le sue foto con quei bambini vestiti di brand costosi, nei parchi a tema, mi si stringeva il cuore. I miei figli non l’avevano mai vista alle recite scolastiche, non conoscevano la sua voce nelle favole della buonanotte. “Mamma, perché non viene mai la nonna Ginevra?” Cosa potevo dire? Che preferiva gli altri bambini perché le riempivano il portafoglio?

Ne parlai con mio marito, Marco, ma lui si limitava a scrollare le spalle. “Mia madre è sempre stata così,” diceva. Ma come potevo accettarlo? Mi sentivo tradita, come se Ginevra avesse rinnegato non solo i nipoti, ma anche noi. La sua indifferenza era un coltello che mi tagliava a poco a poco.

A volte mi chiedevo: forse pretendo troppo? Poi ricordavo mia madre, che nonostante la stanchezza non ci negò mai attenzioni. Non è questo il ruolo di una nonna? Amore, cura, calore? Ginevra invece aveva solo freddo calcolo ed egoismo.

Voi cosa ne pensate? È normale anteporre il denaro ai nipoti? Come vi comportereste al mio posto?

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