**Diario di un uomo**
Una fredda serata di ottobre cambiò per sempre la vita di Sofia. Era in piedi davanti al cancello di quella che un tempo era stata la sua casa, stringendo una borsa piena in fretta, mentre la voce stridula della suocera ancora le risuonava nelle orecchie:
“Fuori di casa mia! E non metterci mai più piede!”
Dieci anni di matrimonio finiti in una sola notte.
Sofia non poteva credere che Lucasuo maritoabbassasse lo sguardo e restasse in silenzio mentre sua madre la cacciava via. Era iniziato tutto con lennesima lamentela della suoceraquesta volta sulla minestra troppo salata:
“Non sai nemmeno cucinare! Che razza di moglie sei? E poi non ci dai neanche un nipotino!”
“Mamma, calmati,” borbottò Luca, ma sua madre continuò imperterrita:
“No, figlio mio, non starò a guardare mentre questa incapace rovina la tua vita. Sceglilei o io!”
Sofia trattenne il respiro, aspettando che suo marito la difendesse. Invece, lui si limitò ad allargare le mani in un gesto di impotenza.
“Sofi, forse è meglio che te ne vada per un pova da qualche amica, pensaci bene.”
Ora, fuori casa con solo cinquecento euro in borsa e un telefono pieno di numeri che non chiamava da anni, Sofia sentì il terreno mancarle sotto i piedi. La sua vita ruotava attorno a quella casa, a suo marito e a sua madre.
Camminò per strada senza accorgersi della pioggerellina e del freddo. La luce dei lampioni tremolava sullasfalto bagnato mentre i pochi passanti si affrettavano a cercare riparo, ma tutto le sembrava lontanoirreale.
**Un Nuovo Inizio**
Le prime settimane si confusero in ununica giornata grigia e infinita. Elena, unamica di vecchia data, le offrì il suo divano, ma era solo una soluzione temporanea.
“Devi trovarti un lavoro,” insistette Elena. “Qualsiasi cosasolo per riprenderti.”
Sofia iniziò a fare la cameriera in un piccolo bar: turni di dodici ore, gambe indolenzite, lodore persistente del cibo. Ma il lavoro non le lasciava tempo per piangere.
Una sera tranquilla, un uomo sulla quarantina entrò, ordinò solo un caffè e si sedette in un tavolo in fondo. Quando Sofia glielo portò, lui disse gentilmente:
“I tuoi occhi sembrano tristi. Scusami, ma tu non sei fatta per questo posto.”
Lei stava per rispondere malema con sua stessa sorpresa si sedette. Fu così che conobbe Matteo.
“Possiedo una piccola catena di negozi,” spiegò. “Mi serve una responsabile capace. Possiamo parlarne domani, in un posto più comodo.”
“Perché offrire un lavoro a una sconosciuta?” chiese lei.
“Perché vedo intelligenzae coraggionei tuoi occhi,” sorrise. “Solo che ancora non lo sai.”
**Dal Bar allUfficio**
Lofferta era seria. Una settimana dopo, Sofia stava imparando fatture e turni invece di bilanciare vassoi. Allinizio fece fatica, ma Matteo si rivelò un mentore paziente.
“Sei talentuosasolo schiacciata dai giudizi degli altri. Non pensare Non posso; chiediti Come posso fare meglio?”
Piano piano, cambiò.
“Ora sorridi davvero,” notò Matteo un giorno. Aveva ragione.
Un anno dopo, gestiva tre negozi. I profitti salivano; il personale la rispettava. A cena una sera, Matteo le strinse la mano:
“Sofia, per me sei più di una collega.”
Lei si tirò indietro con delicatezza: “Ti sono grata, ma sto ancora trovando me stessa.”
Lui annuì: “Aspetterò. Non sei più la ragazza spaventata che ho incontrato.”
**Trovare Sé Stessa**
Ora indossava tailleur eleganti, guidava la sua macchina, parlava con sicurezza ai partner.
“La cosa più strana?” disse a Matteo. “Non sono più arrabbiata con mio ex né con sua madre. Sono come figure di un sogno lontano.”
Le feste si avvicinavano insieme allapertura di un altro negozio. Dopo una riunione mattutina, Elena la chiamò:
“Donna manager, quando ci vediamo?”
“Questo weekendal bar dove lavoravo prima.”
Elena la studiò sorseggiando un cappuccino. “Sei cambiata dentro,” disse. “E Matteo?” Sofia esitò: il confine tra lavoro e qualcosa di più profondo era sottile.
“Ho paura,” ammise. “E se mi perdessi di nuovo in un uomo?”
“Sciocchezze,” rispose Elena. “Lui apprezza la donna che sei diventata.”
Quella sera, dopo una trattativa riuscita, Sofia e Matteo erano soli al ristorante.
“Sei stata magnifica,” disse. “Offrirti quel lavoro è stata la migliore scommessa della mia vita.”
I loro occhi si incontrarono; il suo cuore accelerò. Forse Elena aveva ragione.
**Successoe una Domanda**
Il nuovo negozio aprì come previsto. Tornata in ufficio, bussarono alla porta: era Matteo, con un mazzo di peoniei suoi fiori preferiti.
“Al nostro successo,” disse. “Ceniamosolo Sofia e Matteo.”
In una trattoria del centro storico, parlò di umili origini, un matrimonio fallito e una ostinata fiducia in se stesso. Lei parlò dellinfanzia in un paesinoe della paura di perdersi di nuovo.
Prendendole la mano, le disse:
“Ti amo. Non la managerla donna che sei.”
Il telefono di Sofia squillò: problemi con una consegna. Matteo coprì la sua mano.
“Stasera niente lavoro. La tua vice può gestire.”
Per la prima volta da anni, si rilassò. Parlarono di libri, viaggi, sogni. Fuori, nevicava lievemente. Lui le mise la sua giacca sulle spalle.
“Andiamo al maredomani. Facciamo una pazzia.”
**Tempesta sulla Spiaggia**
La mattina dopo volarono a sud. Rimini li accolse con pioggia e una passeggiata deserta.
“Il mare non è mai lo stessocome la vita,” disse Matteo.
Passarono due giorni tra passeggiate, vin brulé e confidenze. Capì che il vero amore rafforza, non indebolisce.
Lultima sera, una tempesta sferzò la costa. Il vento le strappava i vestiti. Matteo la strinse a sé:
“Sposami.”
Lei si irrigidì.
“È improvvisolo so. Ma non voglio passare un altro giorno senza di te.”
Da quel momento in poi, le loro vite divennero una sola.
**Lezione imparata:** A volte, ciò che sembra la fine è solo linizio di qualcosa di più grande. Il coraggio di ricominciare può portarti dove non avresti mai immaginato.