La Suocera è Rimasta per l’Estate

La suocera rimane per l’estate

Ginetta, perché non resto da voi per l’estate? disse Elena Francesca, asciugandosi le mani con lo strofinaccio da cucina. I vicini del piano di sopra mi hanno allagato l’appartamento, ora serve il restauro. I muratori dicono che ci vorrà fino all’autunno.

Ginetta si bloccò con il mestolo in mano sopra la pentola di minestrone. Un’estate con la suocera? Tre mesi sotto lo stesso tetto? Contò mentalmente tutte le vacanze dei bambini, il congedo del marito, le gite in campagna… e tutto quel tempo con Elena Francesca e i suoi commenti, consigli e sguardi di disapprovazione.

Certo, mamma rispose con una voce che sembrava la sua. Certo, resti pure. Dove altro potrebbe andare?

Ecco, brava! esultò la suocera. Non sarò di peso, aiuterò, terrò d’occhio i nipotini. Enrico è sempre al lavoro, e tu qui a sgobbare da sola con i bambini.

Enrico in effetti tornava tardi dallufficio, ma Ginetta gestiva benissimo Matteo, dieci anni, e Giulia, sette. Almeno, fino a quando Elena Francesca non aveva irrotto nella loro routine con le sue regole.

Già il giorno dopo, la suocera si mise a rimettere tutto in ordine. Lavò di nuovo tutti i piatti perché, a suo dire, Ginetta non sciacquava bene il detersivo. Riordinò il frigo, spiegando che il salame doveva stare rigorosamente nello scaffale in alto e non a casaccio. Sistemò i giocattoli dei bambini in scatole e li chiuse in ripostiglio.

Perché tenere tutta questa confusione in casa? disse a Giulia, che cercava la sua bambola preferita. Finito di giocare, si mette a posto.

Giulia scoppiò in lacrime, e Ginetta, stringendo i denti, andò a riprendere i giochi.

Elena Francesca, i bambini devono sentirsi liberi a casa tentò di obiettare.

Liberi non significa fare come i porci tagliò corto la suocera. Ai miei tempi, i bambini erano educati.

Matteo, sentendo la discussione, borbottò qualcosa e se ne andò in camera sua. In generale, evitava la nonna, che non perdeva occasione per criticarlo: la musica troppo alta, troppo tempo al computer, troppo chiasso con gli amici per strada.

La sera, Enrico tornò dal lavoro stanco e affamato. Ginetta, come sempre, gli riscaldò la cena, ma prima che potesse servirlo, intervenne Elena Francesca.

Enrico, sei pelle e ossa! si lamentò, riempiendogli il piatto di minestrone. Ginetta non ti nutre abbastanza, solo quei surgelati del supermercato. Domani vado al mercato, compro della carne vera e ti faccio le polpette.

Mamma, non serve, abbiamo tutto tentò di fermarla Enrico, ma lei era già partita.

Cosa vuol dire “non serve”? Sei mio figlio, mi preoccupo per te! Qui vi vedo tutti trasandati… Le camicie non stirate, i calzini bucati. Ai miei tempi, una moglie badava al marito come si deve.

Ginetta sentì ribollire il sangue. Aveva passato la giornata a lavare, pulire, cucinare, portare i bambini a scuola e alle attività, e ora anche i rimproveri per non occuparsi abbastanza della famiglia?

Mi occupo della famiglia disse piano ma ferma. Solo che i tempi sono cambiati, Elena Francesca.

Tempi, tempi sbuffò la suocera. La famiglia è sempre la stessa.

Enrico rimase in silenzio, mangiando metodicamente il minestrone. Non si era mai immischiato nei conflitti tra moglie e madre, preferendo starsene in disparte. Questo, più di tutto, faceva infuriare Ginetta: suo marito poteva almeno una volta prendere le sue difese.

Dopo una settimana di convivenza, la tensione era al massimo. Elena Francesca criticava tutto: il modo in cui Ginetta cucinava, educava i bambini, gestiva la casa. Si alzava alle sei del mattino e iniziava a fare rumore in cucina, preparando la colazione “come si deve”. I bambini si lamentavano che la nonna non li lasciava mangiare in pace, correggendo continuamente come tenere il cucchiaio o quanto masticare.

Mamma, magari potresti andare a trovare zia Lucia per qualche giorno? propose Enrico durante lennesimo litigio. Ti ha invitata, no?

Ah, sono di troppo qui? sindignò Elena Francesca. Vi aiuto, mi do da fare, e mi cacciate! Lucia vive in un bilocale, non cè spazio. O vi dò fastidio?

Non dà fastidio mentì Ginetta. Solo che…

Solo che cosa? Parla chiaro!

Solo che abbiamo modi diversi di vedere le cose rispose cauta Ginetta. E anche di crescere i bambini.

Ah! esclamò trionfante la suocera. Ecco qua! Quindi il mio modo di educare non va bene? Eppure Enrico comè cresciuto? Una persona perbene, lavoratrice!

Mamma, basta disse stanco Enrico. Siamo tutti nervosi.

No, non basta! continuò Elena Francesca. Voglio capire dove sbaglio. Che disturbo vi porto?

Ginetta tirò un respiro profondo. Lirritazione accumulata rischiava di esplodere, ma si trattenne.

Non ci dà disturbo ripeté. Ma ogni famiglia ha bisogno dei suoi spazi.

Spazi! sbuffò la suocera. Spazi per la propria madre? Che tempi sono mai questi…

Matteo e Giulia si rannicchiarono in un angolo, guardando gli adulti con timore. Sentivano la tensione e cercavano di passare inosservati.

Il giorno dopo, Ginetta decise di parlare con i bambini. Sapeva che anche per loro non era facile.

Come va, piccoli? chiese, facendoli sedere accanto a sé sul divano.

La nonna è strana ammise Giulia. Sempre arrabbiata e dice che non siamo educati.

A me ha detto che il computer rovina il cervello aggiunse Matteo. E che ai suoi tempi i bambini giocavano fuori invece di stare in casa.

La nonna è abituata a vivere in un altro modo spiegò Ginetta. Si preoccupa per voi.

Ma con lei non mi sento a mio agio disse Giulia con voce tremula. Posso mangiare qui invece che in cucina?

Ginetta abbracciò la figlia. Anche lei non si sentiva più a casa. Lappartamento non era più il loro rifugio, il posto dove rilassarsi ed essere sé stessi. Ora tutti camminavano in punta di piedi, temendo di attirare lattenzione della suocera.

Elena Francesca intanto continuava a fare i suoi comodi. Lavò nuovamente tutti gli asciugamani, dicendo che puzzavano. Pulì i vetri, lamentandosi delle macchie. Buttò via alcuni barattoli di spezie che, secondo lei, erano andati a male.

Perché ha buttato via il curry? chiese Ginetta, notandone la mancanza.

A che serve quella robaccia? si stupì la suocera. Le vere spezie sono sale, pepe e alloro. Il resto è roba del demonio.

Ma io cucino con quelle spezie!

E sbagli. Vi rovinate lo stomaco.

Ginetta sentì che stava per esplodere. Si chiuse in bagno e accese lacqua per coprire i singhiozzi. La casa era diventata un campo di battaglia, con nuovi conflitti ogni giorno.

Quella sera provò a parlare con il marito.

Enrico, non possiamo andare avanti così

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