La suocera sempre in movimento

**Diario di un figlio in crisi**

Quando mia suocera, Margherita Rossi, annunciò che si sarebbe trasferita dalla nonna Agata, in un piccolo paese in Toscana, lasciandoci la sua casa, io e Sofia quasi esultammo di gioia. Una casa tutta nostra! Spaziosa, con un giardino, una veranda dove avremmo potuto crescere i nostri figli e organizzare grigliate la domenica… era un sogno! Io e Sofia già immaginavamo come arredare le stanze, dipingere le pareti e invitare gli amici per la festa di inaugurazione. Ma, a quanto pare, Margherita non aveva intenzione di starsene ferma, né in paese né altrove. Continua a tornare, sconvolgendo la nostra casa, e ormai non so più come gestire questa situazione. Certo, è una donna piena di energia, ma le sue abitudini e le visite continue stanno trasformando il nostro sogno in un circo senza fine.

Tutto è iniziato sei mesi fa. Margherita, che tra l’altro ha superato i sessant’anni, decise improvvisamente di andare a vivere con sua madre, nonna Agata, che ne ha ottantacinque. “Devo aiutare la mamma,” disse, “e a voi giovani servirà una casa tutta vostra.” Io e Sofia eravamo entusiasti. La casa era grande, solida, con un orto e persino un vecchio melo nel giardino. Cominciammo subito a pensare ai lavori di ristrutturazione, sognando la cameretta per nostro figlio e lo studio per me. Margherita fece le valigie, lasciandoci metà dei mobili, e partì per il paesino a tre ore di distanza. Allora pensai: “Finalmente vivremo come vogliamo!” Che ingenui siamo stati.

Due settimane dopo, Margherita si ripresentò sulla soglia di casa. “Ho nostalgia della città!” esclamò, trascinando una valigia enorme. Io, ingenuo, credevo fosse venuta per il weekend. Invece no, rimase per un mese. E in quel mese riorganizzò tutto il soggiorno perché “così il flusso energetico è migliore”, rinvasò le piante di Sofia sostenendo che “le annaffiavi male” e si mise a cucinare pranzi talmente pesanti che ormai li evito. Il suo piatto forte? Una minestra con così tanta cipolla da farmi lacrimare gli occhi solo avvicinandomi alla cucina. Tentai di farle notare che abbiamo le nostre abitudini, ma lei mi liquidò con un: “Marco, sei giovane, devi ancora imparare!”

Alla fine, persi la pazienza. “Margherita,” dissi, “siamo grati per la casa, ma ora è la nostra casa, lasciaci vivere a modo nostro.” E lei: “Oh, Marco, non fare il permaloso, lo faccio per vostro bene!” E tornò al paese. Sospirai, convinto che fosse stata una visita isolata. Invece no.

Da allora, mia suocera continua a tornare e a intromettersi. Arriva senza preavviso, a volte per qualche giorno, altre per settimane. E ogni volta è come un tornado. Un giorno decide che il nostro giardino è “trascurato” e si mette a zappare, sradicando le rose di Sofia perché “non servono a nulla”. Un’altra volta fa le pulizie di primavera e butta via le mie vecchie riviste che, tra l’altro, collezionavo da anni. Una volta si è persino presentata con un vecchio comò del paese, dicendo che era un “cimelio di famiglia”, e l’ha piazzato in mezzo al salotto. Sofia ride: “Tua madre è una stylist nata!” Io, invece, non rido più. Sono allo stremo.

La cosa più assurda è che in paese sembra che Margherita non abbia nulla da fare. Nonna Agata, nonostante l’età, è vivace: coltiva l’orto, munge le capre e chiacchiera con le vicine. Eppure mia suocera sostiene che lì “si annoia” e che “deve controllare come ve la cavate”. Controllare! Senza contare che si permette di dire a Sofia come crescere nostro figlio. “Sofia, sei troppo buona, deve aiutare in casa!” dice, salvo poi viziarlo con i cioccolatini e lasciarlo sveglio fino a mezzanotte davanti ai cartoni. Non so più come farle capire che questa casa è la nostra.

L’altro giorno ne ho parlato con Sofia. “Tua madre ci sta facendo impazzire,” ho detto. “Possibile chiederle di venire meno spesso?” E lei: “Marco, vuole solo sentirsi utile. Per favore, pazienta, si abituerà.” Pazientare? Ormai sono al limite! Margherita ha già annunciato che verrà per tutta l’estate per “aiutare con l’orto”. Ho immaginato tre mesi del suo “aiuto” e ho avuto un mancamento. Ieri ha telefonato dicendo di averci trovato “il cane perfetto”, un randagio peloso raccolto in paese. “Vi serve un amico!” ha detto. Sofia è felice, io sono terrorizzato. Come se non bastasse già la suocera!

Sto cercando una soluzione. Magari proporle un hobby in città? Un corso di cucina, di ballo… purché si tenga occupata. O regalarle una vacanza al mare? Prima o poi sarò io a pensare di trasferirmi all’estero. Scherzo, ma la situazione sta sfuggendo di mano. Sofia dice che parlerà con lei, ma so che è troppo tenera per metterle dei paletti. E io sono stanco di vedere il nostro sogno di una nidiaca tranquilla svanire.

Chissà se anche altri hanno suocere così. E come fanno a sopravvivere. A questo punto potrei scrivere un manuale: “Come convivere con una suocera instancabile”. Per ora, cerco di ricordarmi che la casa è nostra e che Margherita è solo un’ospite. Ma se davvero ci porterà quel cane, credo che mi rifugerò in cantina fino ad autunno. O forse sarà meglio iniziare a fare le valigie per davvero.

**Lezione imparata:** A volte, i regali più generosi nascondono le prove più difficili. E le suocere? Beh, sono come il meteo: imprevedibili, e non puoi farci nulla.

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