La suocera smascherata dalla nuora: una risposta memorabile.

Mamma ha subito capito mia suocera e le ha frenato le ambizioni

Essere indebitati con qualcuno è un peso enorme, ma ancora peggio è quando il creditore ti sbatte in faccia la sua “generosità”, pretendendo eterna gratitudine. Io, Ginevra, e mio marito, Luca, abbiamo sempre cercato di vivere con le nostre possibilità, senza chiedere prestiti. Ma sua madre, Luigina De Santis, ci imponeva il suo aiuto solo per ricordarci continuamente come ci avesse “salvato”. Questi rimproveri finivano solo se ci “prestava” di nuovo soldi. Anche quando Luca le chiedeva un prestito e lo restituiva in tempo, lei trovava il modo di lodarsi: “Vedi, non avete dovuto rivolgervi alle banche, con i loro tassi da strozzini! Ci ha pensato la mamma!” Viviamo in un paesino vicino a Verona, e questo gioco della “benefattrice” ci avvelenava l’esistenza.

Quando si è presentata l’occasione di comprare un appartamento, mi sono rifiutata categoricamente di accettare l’aiuto di mia suocera. L’opportunità è arrivata dopo la morte di mia nonna. Aveva lasciato a mamma una casa, che lei ha venduto, dividendo il ricavato tra me e mia sorella. Era quasi metà della cifra necessaria. Ma Luigina De Santis ha subito insistito: “Vi do io il resto, ma a patto che l’appartamento sia intestato a me.” Sono rimasta senza parole: “Perché a voi?” ho chiesto. “E a chi altro? Sono io che metto i soldi!” ha tagliato corto. Non ho trattenuto la risposta: “Anche mia mamma ha dato soldi. Volete diventare comproprietarie?” Mia suocera è diventata paonazza: “Stai scherzando?” “No,” ho ribattuto, “compreremo casa e la intestiamo a noi. I vostri soldi non ci servono. Un mutuo è meglio che diventare vostri debitori a vita.”

A quel punto non tacevo più come una volta e avevo imparato a risponderle con la sua stessa moneta. Questo la irritava, e si lamentava con i parenti che la nuora “si era montata la testa.” Ma i soldi per l’appartamento li ha ficcati a Luca lo stesso, ignorando le nostre obiezioni. È tornato a casa sconvolto: “Scusami, ho preso i soldi da mamma. Non la smetteva con la tua ‘ostinazione’ e il discorso del mutuo.” Ho sospirato: “Va bene, ci inchineremo e ringrazieremo.” Ma non immaginavo l’inferno che ci aspettava.

Avendo pagato parte della casa, Luigina De Santis si è creduta la padrona. Decideva lei la carta da parati, i mobili, persino dove metterIl divano.” Ci siamo opposti ai suoi “consigli”, ma era come combattere contro i mulini a vento.

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La suocera smascherata dalla nuora: una risposta memorabile.