La suocera vuole tornare a trovarmi, ma ho detto di no. E non cambierò idea.

**28 Ottobre 2023**

Oggi mia suocera ha ripreso a insistere per venire a trovarmi, ma io ho detto no. E questa volta non cambierò idea.

Mio marito, ancora una volta, mi ha tormentato con la stessa richiesta: sua madre si sente terribilmente sola e vuole assolutamente venire da noi. Ecco, a quel punto ho perso la pazienza. Ho risposto con un secco “no”. Un solo suo soggiorno in sei anni di matrimonio mi è bastato per giurarmi: mai più. L’ultima volta era arrivata senza preavviso, portandosi dietro sua sorella, come un fulmine a ciel sereno. Allora sorbiti l’amaro, ma ora? Non ci penso nemmeno.

— Se vuoi vedere tua madre, accomodati. Prendi nostra figlia e vai a trovarla. Oppure affittale un albergo, non avrò nulla da ridire. Ma in questa casa non entrerà più.

Ma, a quanto pare, mia suocera non vuole sentire né di alberghi né, tantomeno, di riceverla a casa sua. No, lei pretende di venire proprio qui. Mi chiedo: perché questa ostinazione a forzare la porta di una casa dove non è benvenuta?

Mio marito viene dalla Puglia. Ci siamo conosciuti all’università, a Roma. Prima del matrimonio divideva un appartamento con gli amici, poi si è trasferito da me. La casa l’hanno comprata i miei genitori dieci anni fa ed è intestata a me. È la mia proprietà, la mia responsabilità.

Mia suocera, tra l’altro, non è certo una donna povera. Avrebbe potuto aiutare suo figlio a comprarsi una casa, ma invece no. Ripete sempre: *«E se poi divorziate e quella furba si tiene tutto? Meglio che stia a casa sua, più sicuro.»* Ma a sua sorella, Giusy, ha dato una mano senza esitare. Su suo consiglio, addirittura, Giusy ha divorziato legalmente dal marito solo per farsi aiutare con il mutuo. Ora vive a Milano, in maternità, mentre il suo “ex” paga le rate e gli alimenti. A tutti va bene così.

Una volta, mia suocera ha provato a suggerire lo stesso a noi: *«Divorziate per finta!»* Io l’ho fulminata con lo sguardo:
— Se divorziamo, sarà vero. E immediato. Prendi le tue cose e te ne vai.

Da allora, l’argomento è chiuso. Io non sono mai andata a casa sua—non ne ho avuto voglia. Ma tre anni fa ha deciso di venire lei:
— Voglio vedere almeno una volta mia nipote. Dalle foto non capisco a chi somiglia di più.

Ho accettato. Ma nessuno mi aveva avvisato che si sarebbe presentata di nuovo con sua sorella. A quanto pare, volevano metterci sotto esame per un confronto dettagliato. Peccato che mia figlia sia identica a suo padre—hanno dovuto ammetterlo anche loro.

Ho preparato la stanza, hanno giocato con la bambina, ricevuto i regali. Poi, finalmente, a tavola. Avevo tirato fuori il meglio: pollo al forno, polpette, tre insalate, affettati, formaggi, dolce, frutta… Non avevamo nemmeno assaggiato che è iniziato:
— E le sfogliatelle? — domanda mia suocera, severa.
— Avete ancora fame? — chiedo, sorpresa.
— No, era solo per sapere…

Dopo cena, il bis:
— Mio figlio sa benissimo cosa mi piace. Forse non te l’ha detto?

Mi è venuto in mente che mio marito, qualche volta, aveva accennato alla loro ossessione per le frattaglie—fegato, animelle, panzerotti con le interiora. Io, però, fin da piccola non sopporto l’odore del fegato crudo: cucinarlo? Impossibile.

Il giorno dopo sono uscite, e io, per “far bella figura”, ho preparato dei panzerotti con prosciutto, formaggio e cavolo. Appena serviti:
— E quelli con le animelle?! — sbotta lei. — Lo sai che li adoro!

Ho spiegato che l’odore non lo tollero. Ha alzato gli occhi al cielo. A pranzo, nuova scenata:
— Cosa? Il brodo senza le frattaglie?! Solo carne?! — fa, disgustata.

A quel punto, ho ceduto. Ho preso mia figlia e me ne sono andata da mia madre. Tornata la sera, io e mio marito abbiamo litigato come mai prima.

Una settimana dopo, in videochiamata, sento lei che dice:
— Giusy è una brava ragazza. Quando la vado a trovare, prepara sempre quello che mi piace. Ma questa qui… niente accoglienza, niente ospitalità.

Dopo quello, ho detto a mio marito: *«Neanche si sogni di rimetter piede qui. Se lo fa, esci con lei.»* E ora, dopo tre anni, vuole riprovarci. Ma questa volta ho chiuso. La mia casa è il mio castello, e chi non rispetta i confini, resta fuori.

**Lezione di oggi:** Nessuno ha il diritto di trasformare la tua casa in un campo di battaglia. Se la cortesia non basta a metterli in riga, la porta è sempre lì.

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