Non spacchettare la valigia, tanto te ne vai di casa
Che è successo? chiese Irina con quel suo tono da generale, trovando Leandro steso sul divano che nemmeno si degnò di alzarsi al suo ingresso.
E successo, cara mia, che tu mi lasci! Quindi la valigia lasciala pronta: oggi ci separiamo e te ne vai! ribatté il marito.
Irina pensò di aver capito male. Cara mia?
Hai visto quanto faccio la tenera con te? Io, con i miei quasi due metri di altezza, mica sembro un coniglietto! aveva risposto Leandro a Sveva quando, tempo fa, lei gli propose di vestirsi da coniglio per una festa.
Ma cosa vuoi che sia: farai il conigliotto gigante! Salti in giro e schiacci tutti! aveva scherzato la sua brillante amica.
E il costume? Avete la taglia coniglio extralarge? chiese Leandro, alzando un sopracciglio.
Accidenti, è vero! Coniglietto abbiamo solo la taglia junior! E chi ci pensava? esclamò Sveva, mimando uno schiaffetto alla fronte.
Dopo una breve pausa, propose una soluzione demergenza:
Ho unidea! Tu farai Babbo Natale e Babbo Natale Vito si traveste da coniglio: tanto è decisamente più basso di te!
E la giacca gli va bene? chiese Leandro quel… cappotto o cosa usano i Babbi Natale?
Certo! Gli sta pure larga, deve sempre stare attento a non inciampare nelle maniche!
E la parte? Io che cosa dovrei dire?
Ma quale parte, Leandro! È tutta improvvisazione: sei o non sei quello col diploma doro? Se proprio ti blocchi, ci sono io a darti una mano! lo rassicurò la sua vecchia amica.
Sveva, che Leandro conosceva dai tempi del liceo, adesso lavorava nellorganizzazione di eventi e spettacoli. Purtroppo, proprio nei giorni clou delle feste, si era beccato una bronchite il ragazzo che faceva il coniglio durante gli auguri di fine anno.
Dunque, nel trio che girava per portare allegria nelle case (Babbo Natale, la Regina della Neve Sveva e il Coniglietto), era rimasto il vuoto.
Ma che cavolata è? penserà chiunque, giustamente! Che centra ora il coniglio? Ovunque, da che mondo è mondo, vanno solo Babbo Natale e la Regina delle Nevi! Perché complicarsi la vita? Basta con queste genialate fuori stagione!
Ma il nuovo titolare dellagenzia era il classico tipo giovane e rampante, uno che vuole innovare, stupire, cambiare tutto. Magari da piccolo non aveva mai indossato il costume da coniglio e ora tenta di rimediare a quei traumi post-infanzia. Orsù, nuova scopa, nuova polvere!
Così arrivò il Coniglietto. Il costume era quello tipico: pelliccetta bianca, cappuccio con le orecchie. Per un tocco di originalità, gli appesero dietro uno zaino da cui sbucava una mega carota di stoffa.
Portiamo aria fresca! disse il boss, ringalluzzito. Battiamo labitudine con un colpo di innovazione!
Rispetto a questo startupper, pure lo storico Serafino Bizzarri del film La Notte di Carnevale sembrava sobrio e rassicurante come il classico peluche di infanzia.
E così portarono linnovazione…
Morale: il team girava per case e feste in tre. Poi il Coniglietto si ammalò e, càspita, proprio tra il 30 e il 31 dicembre non si trovava nessuno disponibile.
Non mi interessa, decretò il capo, voglio il coniglio!
Sembrava la canzoncina per bambini: oggi sono tanto triste povero coniglio ammalato. Anche la lattuga più buona non mi tira su il morale.
Leandro era giù di corda già di suo: Irina, la moglie, era improvvisamente partita per Firenze dalla madre, che a suo dire stava ancora peggio, lasciandolo solo per Capodanno.
Ultimamente la signora madre era sempre malaticcia: un acciacco dietro laltro. Ora si era aggravata con la solita patologia complicata.
Capisci, amore, non posso lasciare mamma da sola così! spiegava Irina, piegando meticolosamente i vestiti in valigia: terza emergenza materna in meno di due mesi.
Allora vengo anchio! propose Leandro. Che ci stai a fare da sola il 31?
Ma figurati, tesoro! rispose lei. Perché rovinarti la festa? Già mi tocca a me!
E quei voti: salute e malattia? azzardò attonito Leandro. Abbiamo anche giurato!
Mi chiami, sostieni, e mi basta! Tu vai un po in giro, così ti svaghi!
Avrebbe anche potuto aggregarsi a qualche gruppo di amici, ma ormai tutti i cenoni erano già organizzati.
Cera proprio quellumore da piove sempre sul bagnato, come diceva quel tale in TV. Latmosfera era da meglio stare a letto.
E fu allora che chiamò Sveva. Nella loro amicizia era la salva-tutto: sì, lei, la storica Sveva Saccardi per ogni evenienza!
Erano amici dai tempi delle superiori. Irina, però, storceva il naso: le amicizie tra uomini e donne? Macché, impossibile!
Irina arrivò persino a vietare la presenza di Leandro al matrimonio di Sveva! Anche se le due donne si conoscevano sin da piccole e ormai erano entrambe sposate.
Leandro non insistette: mai rovinare lumore di Irina. Tanto Sveva era una tosta, non avrebbe fatto storie…
In effetti continuarono a sentirsi discretamente, tipo colleghi di lavoro.
Arrivò allora una telefonata inaspettata: Capodanno da solo, Sveva che offriva un lavoretto extra per le serate a domicilio, con tanto di paga.
E sebbene Leandro avesse un ottimo impiego in una società di analisi finanziaria (che consentiva a Irina di non lavorare nemmeno per sbaglio), accettò. Non per soldi, ma per staccare.
Il pastrano da Babbo Natale, miracolo, era perfetto. Gli stivali pure. Barba e baffi, e via in tournée.
Se la cavò egregiamente: molto meglio del previsto! I bimbi declamavano poesie, il Coniglio saltellava scuotendo la carota cucita allo zaino. Girotondo attorno allalbero, risate: tutto perfetto!
Rimaneva solo lultimo giro: alle 22:00 del 31 dicembre! Poi tutti a casa!
La cara Sveva, informata della solitudine forzata dellamico, lo invitò a casa sua: avrebbe festeggiato insieme al marito e alla madre, la quale conosceva Leandro dal liceo. Sveva, venticinquenne, ancora senza figli.
Verso lultimo ordine della serata, lumore era alto. Vito, addirittura, si concesse un bicchierino (per la tensione, mica per altro).
Alle 21:45 da Milano, Leandro chiamò Irina:
Come va, dolcezza?
Eh… resisto, caro!
Buon anno! Passami la mamma, la voglio salutare!
Uh, si è appena addormentata! E io ascolto la tivù con le cuffie, pensando a te!
Ti amo! Ti richiamo a mezzanotte!
Anche io! Stammi bene, caro! rispose lei, con la sua solita vocina affettuosa.
Quando la porta dellultimo cliente si aprì, Leandro rimase letteralmente di stucco: sulla soglia cera sua moglie Irina, la stessa partita per Firenze due giorni prima proprio lui le aveva chiamato un taxi fino alla stazione! E ci aveva pure parlato appena un quarto dora fa!
Quando lui sera offerto di accompagnarla, Irina aveva risposto di no con molta fermezza: Ce la faccio benissimo da sola, riposati tu!
Indossava labito elegante che di solito metteva per uscire e le scarpe nuove.
E quando cavolo ha infilato quella roba nella valigia? Io ho visto tutto quando preparava le cose! pensava il nostro Babbo.
Magari non è Irina? Una gemella? Ma no: eccola lì, col neo sopra il sopracciglio sinistro!
O magari unallucinazione? E con laria che tira, tra crisi isteriche e asteroidi in arrivo, chi può dirlo!
Però, strano, tutti la vedevano
Cucciolo! gridò lallucinazione verso il corridoio.
Cucciolo? Ma cucciolo lo chiamava proprio lei, Irina, poco prima al telefono!
Leandro entrò in trance, spettatore della sua stessa vita.
Arrivo, tesooro! rispose una vociona, sbucando: un tizio pelato, grasso e sudaticcio…
Dovè il bambino? Il piccolo Valerio? domandò Sveva, ormai in pieno ruolo da regina delle nevi.
Eccomi qua, sono Valerio! rise il pelato, autocolpandosi la pancia da intenditore di birra. Voglio anchio la mia festa!
Leandro guardava atterrito: ecco per chi la sua Irina aveva tessuto tutto il teatrino! Era stato gabbato come un pollo…
Linstinto avrebbe suggerito lo show immediato giù scenata! ma la vergogna davanti a Sveva era troppa.
Così Leandro, abbassando la voce per non essere riconosciuto da Irina, quasi urlò: Su, Valerio, dicci una poesia!
Valerio bofonchiò qualcosa. Irina non riconobbe il marito: aveva già allegramente brindato con il tesooro.
Ma come fa, la raffinata Irina, a frequentare uno zozzone simile?
Irina ballava stretta al suo tesoro, ridendo con uno sguardo ormai vetroso.
Leandro, disgustato, capì anche da dove venivano quei regalini che Irina portava a casa dalla mamma pensionata fiorentina.
E adesso… tutti a fare il girotondo! urlò Valerio, stufandosi delle poesie. E così partirono i balli.
Tesooro, metti la nostra canzone! biascicò il cucciolo. Ed ecco musica, balli e brindisi…
Ballavano Valerio, Irina e il coniglio Vito ormai pure lui allegro. Leandro riprese tutto col cellulare: lalibi di Irina si scioglieva come panna al sole…
Il padrone di casa finì presto la birra e sbatté fuori tutti:
Basta così ora voglio dormire! Missione compiuta! Accompagna tu gli ospiti, tesooro!
Irina, la bella della compagnia, lo fece.
Che strano, però: una donna così bella, e sta con quel mollusco? commentò Sveva, tornando verso casa. Quello mica è suo marito!
Quel marito sono io! avrebbe voluto urlare Leandro, ma si trattenne.
Non andò a casa di Sveva per il cenone: si rese conto che non avrebbe mai saputo fingere. Confessare tutto il marcio che gli era appena crollato addosso? Troppo anche solo pensarci.
Così dichiarò di stare iniziando ad avere la febbre e rincasò. A mezzanotte non chiamò Irina. Dopo… neppure: che si divertisse con cucciolo.
Passò il Capodanno da solo. Peggio per chi resta solo? Macché: finalmente tempo per riflettere.
Sua moglie lamava? Forse sì. Ma dopo quella sera, la percentuale damore era crollata sottoterra. Però perdonare non era nei piani. Separazione immediata! Tanto la casa era sua.
Irina, non vedendo più chiamate dopo un giorno intero (Leandro la chiamava due, tre, dieci volte al dì), iniziò a preoccuparsi. Tornò da mamma con quasi due giorni danticipo, la sera del 2 gennaio.
Dovette chiamare un taxi: nessuno la venne a prendere. Eppure aveva mandato a Leandro tutti i dettagli del rientro.
Che è successo? esordì Irina, trovando Leandro sul divano.
E successo che te ne vai! Quindi la valigia non la spacchettare, oggi andiamo dallavvocato e trasloco! ribatté con calma lui.
Irina spalancò gli occhi. Tesooro? Ma solo Valerio la chiamava così…
E dove esattamente dovrei andare? provò a rilanciare.
Che ne so… dal tuo cucciolo, o magari di nuovo a Firenze. Tua mamma si è rimessa? chiese Leandro, glaciale.
Stai travisando tutto, iniziò sottovoce Irina. Ma come faceva a sapere? Dovera che aveva sbagliato mossa? Aveva detto alla madre di NON rispondere fino al 4 gennaio! E Valerio non poteva aver spifferato nulla…
Forse qualcuno aveva visto. Ma chi?
Dai, raccontami la tua versione! incalzò Leandro, ormai curioso. Magari quel tizio pelato era un medico venuto a visitare mamma? O un alchimista che stava preparando una cura miracolosa? Sai, tipo quel Paracelso dei libri di storia!
O forse era un infermiere assunto da me ovviamente strapagato per badare alla suocera di notte? Oppure, Dio non voglia, un professionista delle pompe funebri che stavi già contrattando per una previdenza anticipata?
E su, Irina, non ti vergognare: non ti vergognavi mica quando ballavi sollevando le gambe col coniglietto? Anzi, con i due conigli! E allora, tesooro? Su, guardati il filmino…
Irina rimase muta come una statua: che cera da dire? Sì, aveva trovato un amante. Perché? Per noia! Sola a casa tutto il giorno… E Valerio non era certo tirchio: regalini, serate carine.
Che si mettesse a lavorare, per passare il tempo? Tre risate! Non per quello le rose fioriscono…
Ma che combinazione sfortunata, chi lavrebbe previsto?
Era forse anche amore per Leandro? O era solo bisogno di sicurezza? Chissà… Fatto sta che aveva curato bene la doppia vita.
Almeno se avesse detto di essersi innamorata del suo cucciolo, Leandro avrebbe potuto capirlo e accettarlo.
Se avesse confessato una scappatella: scusa, amore, il Diavolo ci ha messo la coda!, magari lavrebbe anche perdonata era così generoso, il suo Leandro. O almeno lo era stato.
Ma qui si parlava di MESI di bugie, tattiche, alibi, il tutto orchestrato con la scusa della madre malata.
Un tradimento simile era quasi un delitto premeditato. E anche davanti al giudice, la bugia aggravata sarebbe stata una gran bella zavorra…
Irina pianse, pregò, giurò, fece leva sulla coscienza. Ma Leandro fu irremovibile: detto fatto! Babbo Natale non perdona, mai.
Finiti davanti allavvocato, Leandro rimase con la certezza di aver fatto la cosa giusta. Solo un piccolo rimpianto: non aver fatto saltare il banco proprio la notte di Capodanno.
Eh, per dare un po di pepe allatmosfera, sarebbe stato davvero il colpo dellanno! Ma la buona educazione e la voglia di non fare scenate hanno avuto la meglio.
Pazienza: anche così, dai, non è finita poi male. O no?






