L’anello che cambiò il destino…
Luca portò la sua fidanzata Sofia nel paesino vicino a Bologna, dalla madre. «Che casa!» esclamò Sofia, vedendo la villa a due piani con le persiane scolpite. «Niente di speciale», sorrise modesto Luca. «Mamma l’adora». Li accolse una donna con un sorriso caloroso. «Questa è mia madre, Maria Teresa. Mamma, questa è Sofia», presentò Luca. «Entrate, ho preparato dei panzerotti, mangiate dopo il viaggio», li invitò Maria Teresa. A tavola, Sofia prese un caldo panzerotto ripieno di verdure e addentò. A un certo punto, i suoi denti incontrarono qualcosa di duro. «Ma che cos’è?!» esclamò, estraendo dal panzerotto un oggetto luccicante che le tolse il fiato.
«Che ci fai qui?» Sofia, tornata dal lavoro, trovò in casa il suo ex marito Marco. Lui era seduto in cucina, sorseggiando tranquillamente un caffè, come se niente fosse cambiato. «Vuoi un caffè? È ancora caldo», le propose, senza alzare lo sguardo. «Ho chiesto: che ci fai qui?» ripeté lei, reprimendo la rabbia. «Sto bevendo un caffè», rispose lui, impassibile. «Perché sei venuto? E dove hai preso le chiavi? Avevi detto di averle perse!» Sofia strinse i pugni. «Le ho trovate», scrollò le spalle. «Sofia, voglio tornare insieme. Possibile?»
«Hai fatto le tue scelte e ora vuoi tornare?» ribatté lei, sarcastica. «Davvero?» «Scusami», sussurrò Marco. «Ho capito che con te sto meglio. Ti prego». «No, grazie», tagliò corto Sofia. «Finito il caffè? Arrivederci». «Perché così dura? Non ho dove andare. L’appartamento è rimasto a te con il divorzio», iniziò lui. «Hai i tuoi genitori», gli ricordò. «E per l’appartamento, ti ho dato tutto quello che ti spettava. Ora è mio». Il loro divorzio era stato difficile. L’appartamento, comprato con un mutuo, era stato il motivo della lite. Marco voleva tenersi tutto, sostenendo che la sua nuova compagna aveva avuto un figlio, mentre loro no. Ma i genitori di Sofia avevano contribuito con più soldi, e in tribunale Marco aveva accettato un risarcimento. Sofia aveva preso un prestito, saldato il debito, e ora l’appartamento era solo suo.
«A che ti serve un appartamento così grande da sola?» chiese Marco, strizzando gli occhi con malizia. «Perché da sola?» si stupì Sofia. «Mamma dice che vivi da sola. Forse potremmo riprovarci?» sorrise, ma nei suoi occhi non c’era sincerità, solo calcolo. «Mai e poi mai», tagliò corto lei. «Finisci il caffè e vattene». «Perché così cattiva? Va bene, me ne vado. Ma ci rivedremo». Sofia capì di non avergli ripreso la chiave. O forse lui ne aveva fatta una copia. «Devo cambiare la serratura», decise, sentendo il cuore stringersi al ricordo del suo tradimento. L’amore per lui era morto da tempo, rimaneva solo amarezza.
La sera dopo si presentò l’ex suocera, Graziella, che prima non si era mai immischiata nella loro vita. «Sofia, ciao. Sei sempre così bella», iniziò. «Il mio Marco è un cretino. Gliel’ho detto: non lasciare una moglie così». «È passato», rispose fredda Sofia. «Cosa vuole?» «Potreste riconciliarvi? Stavate così bene». «No. Io ho la mia vita, lui la sua. Non gli devo niente». «Per vecchia conoscenza, lascialo stare qui un po’. Magari le cose si sistemano». «Non si sistemeranno».
«Ha bisogno di aiuto», continuò Graziella. «È pieno di debiti, e quella… l’ha spennato e lasciato. Il bambino non era neanche suo. Ecco perché è tornato». «Divertente», sbuffò Sofia. «Dovrei pagare io per i suoi errori? Se la sbrighi da solo». «Non ha un posto dove stare». «E tu?» «Con la mia pensione non posso aiutarlo». «Io non lo manterrò. E non lo farò entrare qui. Arrivederci». «Pensaci, è un bravo ragazzo, ha capito i suoi sbagli». «Ci penserò», borbottò Sofia, sapendo che non l’avrebbe fatto. Era finita.
La mattina dopo arrivò il fabbro per cambiare la serratura. Mentre lavorava, Marco si ripresentò. «Tu chi sei?» chiese in tono sfacciato al fabbro. «E tu?» replicò quello. «Luca, vieni un attimo!» chiamò Sofia dalla stanza. Il fabbro entrò, e lei, abbassando la voce, implorò: «Per favore, fingi di essere il mio fidanzato. Gli dirai che stiamo insieme. Ti pago di più». «Nessun problema, tesoro», ammiccò Luca e tornò alla porta. «Sei ancora qui? Che vuoi?» «Sono qui per mia moglie», dichiarò Marco. «Ah, l’ex? Ora sta con me. Presto ci sposiamo». «Non me l’ha mai detto». «Non hai mai chiesto. Sparisci, e butta via quella chiave», rise Luca. Marco se ne andò, sbattendo la porta.
«Grazie mille», sospirò Sofia. «Quanto ti devo?» «Per le chiacchiere con l’ex? Un caffè», sorrise Luca. «Davvero niente soldi?» «Un caffè basta. Non bevo niente di più forte. Mio padre, dopo il divorzio, faceva lo stesso con mia madre, chiedeva soldi e non restituiva le chiavi. Io lavoravo, consegnavo i giornali, ho risparmiato per la serratura. Di lui non c’è mai stato aiuto». «Grazie, ora quello di sicuro non tornerà», disse Sofia, sollevata.
Sabato suonò il campanello. «Oddio, è tornato», pensò Sofia, ma sulla soglia c’era Luca. «Buongiorno! Ti invito a fare una passeggiata. Io e mia madre abbiamo una casa in campagna, possiamo andare lì. O in città, se preferisci. Ti va?» «In campagna», si illuminò lei. «È da secoli che non esco dalla città». «Ti aspetto in macchina sotto casa». Sofia uscì e si stupì: invece di una vecchia auto, c’era un fiammante SUV. «Che macchinone!» «Cosa ti aspettavi? Una Panda arrugginita?» ammiccò Luca.
Il paesino era a mezz’ora di strada. «Ma questa è una villa, non una casetta!» si meravigliò Sofia, vedendo la proprietà. «Era di nonna, ora è di mamma», spiegò Luca. «Niente orto, solo fiori e meli. Veniamo qui per rilassarci». Maria Teresa li accolse con calore: «Sofia, che bello vederti! Entra, ho fatto i crostata». La casa splendeva di pulito, e la crostata profumava tanto da far sentire Sofia come una bambina dalla nonna. «Buonissimo, sembra quello di quando ero piccola», sorrise. «Andate a fare una passeggiata, c’è un laghetto bellissimo», propose Maria Teresa.
Il weekend volò via. «Ti è piaciuto?» chiese Luca mentre tornavano. «Un sacco!» «Allora, da tuo promesso sposo, ti invito la prossima settimana a pescare. Ti piace la pesca?» «Forse sì», rise Sofia. «Ma aspetta, quale promesso sposo?» «Da quando ho cacciato il tuo ex». Scoppiarono a ridere. Passarono tutta l’estate tra campagna e città, a volte con Maria Teresa, che li viziava con dolUna sera, mentre la luna illuminava il cortile della villa, Luca sussurrò a Sofia: “Questa è la vita che avrei sempre voluto condividere con te”.