L’Attesa

**L’Attesa**

All’ultimo anno di università, Giulia ricevette una proposta di matrimonio da Marco, con cui usciva da quasi un anno. Sognavano una vita insieme, come tutti i fidanzati in procinto di sposarsi. Giulia si sentiva la più fortunata del mondo: si sposava per amore. Le tornavano in mente le parole della nonna:

“Nipote mia, sposati solo per amore, credimi, ho vissuto una vita lunga e so quello che dico. E non fidarti di quei vecchi detti tipo ‘col tempo e con la paglia si matura l’uva’. No, l’uva marcisce e basta.”

Giulia amava Marco ed era certa che lui ricambiasse. Perciò, senza esitare, disse di sì.

“Valeria, sarai la mia testimone di nozze,” disse alla sua migliore amica, con cui divideva la stanza nel dormitorio.

“Certo, e chi altri se non io?” rispose quella.

Tre giorni dopo, però, Giulia ricevette una doccia fredda che la lasciò a pezzi. Beccò Marco e Valeria nella sala studio del dormitorio, in una posizione più che compromettente.

“Non potevate trovare un posto più romantico, eh?” sbottò, uscendo a lacrime.

Marco cercò di scusarsi, balbettando:

“Giulietta, hai capito male, non era quello che sembrava…”

“Tutto chiarissimo, Marco. Non voglio più avere a che fare con te, figuriamoci sposarti. Sei un traditore, punto. E la mia ex-amica non è da meno. Siete fatti l’uno per l’altra. Sposatevi pure e vivete felici.”

Dopo quel tradimento, Giulia perse ogni fiducia negli uomini. Decise che non si sarebbe più fidata di nessuno. Da allora, avrebbe fatto il gioco che facevano loro: avrebbe preso in giro chiunque le si avvicinasse, senza lasciarsi coinvolgere.

“Può sembrare cinico,” pensava, “ma almeno non mi faccio più del male.”

Marco e Valeria si sposarono, e lei rimase subito incinta. Giulia, dopo la laurea, rimase in città e trovò lavoro. E indovina un po’? Marco lavorava nello stesso ufficio, in un altro reparto. A volte si incrociavano.

Fu lui a rompere il ghiaccio:

“Ciao, che coincidenza! Come stai?”

“Benissimo, grazie!” rispose lei, sorridendo e decidendo di non mostrare alcun rancore. “E tu?”

“Be’, sono diventato papà. Valeria ha avuto una bambina.”

“Congratulazioni,” disse Giulia, salvo poi svignarsela con una scusa.

Alla festa dell’azienda, Marco, un po’ alticcio, le si appiccicò addosso. Lei lo riacciuffò senza sforzo, ma quando lui iniziò a piagnucolare dicendo quanto le mancasse e quanto avesse amato il loro rapporto, lo scaricò senza pietà. Poi, per completare l’opera, raccontò tutto a sua moglie.

Sapeva bene che era una vendetta, ma non si sentiva affatto in colpa. Usciva con ragazzi e uomini, ma se qualcuno accennava al matrimonio, chiudeva subito la relazione.

Poi in ufficio arrivò un nuovo collega, Mattia, caporeparto. Da subito le mise gli occhi addosso.

“Giulia, attenta, Mattia è cotto di te!” la canzonavano i colleghi.

“Vedremo,” pensò lei.

Lui si innamorò sul serio e la invitò al bar. Lei accettò un paio di volte, ma restò sempre distante e composta.

“Giulietta,” le svelò una collega, “lo sai che Mattia ha moglie e quattro figli?”

“Davvero? Quattro?”

“Sì, me l’ha detto la ragazza delle risorse umane. Ti avverto perché non vale la pena. Se succede qualcosa, finirai per avere a che fare con una madre disperata e sarai tu la cattiva.”

“Grazie, comunque non mi interessa rubarlo a nessuno. Non mi piace neanche poi tanto, lo prendo solo in giro per ripicca.”

Quando Mattia le chiese di nuovo di uscire, lei rispose:

“No, grazie. Mi sentirei in colpa per i tuoi figli. Non meritano un padre così leggero.” Lui rimase di sasso—credeva che nessuno sapesse della sua famiglia—e da allora la lasciò in pace.

Passarono anni, e Giulia continuava a non prendere sul serio gli uomini. Ormai era convinta che tutti mentissero. Non credeva più nell’amore e pensava di non poter amare di nuovo.

“Un uomo che amavo mi ha tradita, e da allora ho deciso di non essere più la preda di nessuno. Meglio essere io la cacciatrice, è più semplice.”

Viveva così, senza legami. Aveva trentadue anni, era bella, intelligente e di successo, ma single. Se incontrava uomini sposati, li prendeva in giro mantenendo le distanze. Osservava con disgusto come alcuni fossero cinici con le loro mogli, ma li smascherava sub

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