Le mamme ribelli

**Madri Testarde**

Quando Matteo e Bianca si sposarono, entrambe le famiglie gioirono.

Elena, la madre di Matteo, si commosse persino davanti al municipio. Mentre Sofia, la madre di Bianca, abbracciò il genero come se lo conoscesse da sempre.

Né Elena né Sofia avevano mariti. Entrambe avevano cresciuto i figli da sole, affrontando molte difficoltà.

Nonostante i caratteri diversi—una severa e decisa, l’altra più gentile—si erano sempre rispettate. Non volevano rovinare la felicità dei figli con inutili tensioni.

I primi mesi, i giovani sposi presero in affitto un piccolo bilocale. Mura sottili, un vicino che fumava sul balcone, un cortile rumoroso. Però erano padroni di sé.

Dopo qualche mese, a Bianca venne un’idea. A Matteo sembrò brillante e perfettamente logica.

Due settimane dopo, ebbero *quella* conversazione. Con le madri…

***

“Mamma, non prenderla male. Bianca ed io abbiamo pensato…”

Elena lo fissò in silenzio, aspettando. Era abituata alle sue idee strampalate.

“Be’… tu hai un bilocale, Sofia ha un trilocale. E noi viviamo in affitto, paghiamo un sacco di soldi. Vorremmo trasferirci nel trilocale.”

“Continua.”

“Tu e Sofia… potreste vivere insieme. Lei verrebbe da te, e noi ci sposteremmo da lei. Ci sarebbe più spazio.”

Parlava con tono pacato, come se stesse spiegando le regole di un gioco da tavolo. Senza dubbi.

“Per quanto?” chiese Elena.

“Be’… finché non compreremo casa. Forse cinque anni. O dieci.”

Elena non urlò. Non cambiò espressione. Disse solo:

“Ci penserò.”

Poi uscì sul balcone. Rimase lì a lungo, fissando il cortile deserto, mentre un gelo lento le saliva dal petto.

***

Il giorno dopo, Sofia sentì la stessa proposta dalla figlia.

“Mamma, tu ed Elena vi portate bene. Non siete migliori amiche, ma vi volete bene, no? Perché non vivreste insieme? Noi prenderemmo la tua casa…”

Sofia la interruppe.

“Mi stai chiedendo di affittare la mia vita?”

Bianca rimase senza parole.

“No, è solo… voi avete già vissuto. Noi stiamo iniziando…”

“Già vissuto? Quindi per te sono finita?”

“Non hai capito…”

“Ho capito benissimo. Grazie, tesoro.”

***

Una settimana dopo, decisero di parlarne tutti insieme.

Elena arrivò per prima. Sofia la seguì. Si sedettero di fronte ai giovani.

Loro erano seri. Quasi solenni.

“Mamme, non vogliamo litigare. Vi chiediamo solo di capirci e aiutarci. È difficile per noi. Non abbiamo soldi. Vogliamo un figlio. Voi avete case grandi, noi paghiamo un affitto esoso. Dov’è la logica? Davvero non potreste vivere insieme?”

Elena rispose per prima.

“No. Soprattutto se devo sentirmi un ostacolo per mio figlio.”

Sofia aggiunse:

“Provate a capirci anche voi. Ognuna di noi ha la sua vita. La sua pace. Le sue abitudini. Non dobbiamo niente a nessuno.”

“Ma siete sole! Insieme sareste più felici!” insisté Bianca.

“L’autostima,” disse Elena, “e il diritto di vivere come vogliamo.”

“Quindi non vi importa di noi?” chiese Matteo, con voce strozzata.

“Non è così,” rispose Sofia, “ma c’è differenza tra aiutare e calpestarsi.”

I giovani si scambiarono un’occhiata. Non si aspettavano questa fermezza.

Si aspettavano lacrime, discussioni, e alla fine un compromesso.

Invece ricevettero un “no” chiaro e definitivo.

Quella sera, Elena lavò i piatti lentamente, con cura. Cercava pace in quei gesti semplici.

Sofia, invece, si immerse nelle pulizie. StrofE da quel giorno, le due madri capirono che a volte dire di no è l’unico modo per insegnare ai figli il vero rispetto.

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

9 + three =

Le mamme ribelli