**Diario Personale**
Le parole di mia suocera: “Questo bambino non è figlio di mio figlio” risuonarono dolorose.
“Questo bambino non è figlio di mio figlio” lo disse mia suocera il giorno della nascita del nostro piccolo.
Quella mattina, dopo ore di fatica e travaglio, finalmente potevo stringere tra le braccia il nostro bambino. La stanchezza e la gioia si mescolavano in un vortice di emozioni, e desideravo solo godermi quel momento sacro con mio marito e nostro figlio.
Ma prima ancora che potessi sorridere, mia suocera si avvicinò, scrutando il neonato con gli occhi, come se cercasse un difetto invisibile. Poi, con un sussurro tagliente, disse:
“Questo bambino non è figlio di mio figlio.”
Il tempo sembrò fermarsi. Il mio cuore batteva forte, tra rabbia e incredulità. Sentivo quasi il silenzio opprimente nella stanza, ogni respiro trattenuto.
Eppure, invece di reagire con ira o lacrime, sentii una strana forza scorrere dentro di me. Respirai profondamente, guardai mio marito negli occhi e risposi con calma.
Quello che le dissi la lasciò senza parole. Non seppe cosa replicare.
La fissai intensamente, con il bambino tra le braccia, e dissi con voce dolce ma ferma:
“Se non sai accettare tuo nipote, è un tuo problema. Ma sappi una cosa”
Mi chinai leggermente in avanti, stringendo il piccolo al cuore, e sussurrai abbastanza forte da farla sentire:
“Questo bambino non avrà mai bisogno della tua approvazione. Ha già tutto: lamore dei suoi genitori.”
I suoi occhi si spalancarono, senza trovare risposta. In quel momento, capii che il mio posto in questa famiglia non doveva più essere dimostrato. Aveva perso il suo potere, e per la prima volta mi sentii libera.