L’eroe peloso

**Il Peloso Salvatore**

Il ritmico scorrere delle ruote e gli alberi che sfrecciavano davanti al finestrino cullavano Luca, che si era appisolato con la fronte appoggiata al vetro, stringendo tra le braccia una grande scatola rosa con una bambola dentro—un regalo per sua figlia di sei anni. Mancava poco più di un’ora al suo arrivo: la trasferta stava per concludersi, e non vedeva l’ora di riabbracciare la sua famiglia.

Il sogno fu vivido: la sua casa, la sua amata Beatrice, la piccola Sofia, il suo sole. Apparve anche Coda, il randagio che lui non sopportava—minuscolo, inutile, pauroso. Ma Sofia lo aveva voluto a tutti i costi, portandoselo a casa da cucciolo, e Luca, guardandola negli occhi, aveva ceduto.

Il treno sobbalzò e frenò bruscamente. Luca aprì gli occhi. Di fronte a lui sedeva una donna sconosciuta.

“Buongiorno. Ci conosciamo?” chiese lui, confuso.

“No, mi scusi. È solo che sembrava tenero—un uomo serio con una scatola di bambola in grembo.”

“È per mia figlia. Cerco sempre di portarle qualcosa dalle mie trasferte. Mi manca terribilmente.”

“Beata la sua famiglia…”

“Sono io il fortunato, ad averle,” rispose lui con un sorriso.

Raggiunse in fretta la periferia della città, oltrepassando palazzine di cinque piani, fino alla sua casa con giardino. Vide il cancello—era aperto. Pensò che magari Beatrice e Sofia fossero uscite ad aspettarlo. Invece, ad accoglierlo davanti alla porta trovò la moglie, pallida e spaventata.

“Luca! Sofia è scomparsa!”

Le parole lo trafissero come un coltello. Il sorriso svanì. Luca posò la borsa vicino alla recinzione. La bambola rimase stretta nella sua mano.

Beatrice, ansimante dalla paura, raccontò di aver sentito Sofia giocare con Coda nella sabbiera. Poi era andata in cucina un momento. Al suo ritorno, silenzio. Sofia non c’era più. Avevano cercato dappertutto: il cortile, la strada, la casa. Niente.

“Il cancello era chiuso?”

“Sofia avrebbe potuto aprirlo… Ma sa che non può…”

Si misero a cercare. Percorsero i dintorni, gridando il suo nome. Interrogarono i vicini. Dopo un’ora, capirono che la situazione era seria. Chiamarono la polizia. Squadre di ricerca.

Nella sabbiera rimanevano solo un secchiello e alcune impronte. Anche Coda era sparito.

“Forse è con lei,” osservò il capitano dei carabinieri.

Luca non dubitava: Sofia era viva. Sarebbe andato nel bosco a cercarla, a qualsiasi costo. Indossava solo una maglietta, nonostante il freddo della notte. “Se Sofia ha freddo, io non mi scalderò,” ripeteva tra sé.

Con una torcia in mano e i volontari al seguito, setacciarono il bosco. Si fermavano di tanto in tanto, chiamando. Nessuna risposta. Luca ricordò quando, una volta, aveva portato Sofia dall’asilo e lei, indicando un batuffolo tremante, aveva chiesto: “Papà, posso tenerla?”

Coda era diventato il suo fedele compagno. La scaldava quando era malata. Si rattristava quando lei non c’era. Più di un cane. Quasi un angelo custode.

Poi, nell’oscurità, apparve qualcosa. Un cappellino rosa con le orecchie. Poi un sandalino.

“È suo!” esclamò Luca con voce spezzata.

I volontari tacevano. I loro sguardi dicevano molto. Ma Luca respinse il terrore. “È viva. La troverò.”

Dopo qualche ora, delle grida squarciarono il silenzio. Un gruppo aveva trovato un burrone. In fondo, c’era lei—pallida, graffiata, ma viva.

“Papà… ho sete,” sussurrò quando fu tra le braccia del padre.

“Ora, tesoro. Tutto bene.”

Solo una volta in salvo, Sofia si sollevò appena:

“Coda è là… non ce l’ha fatta a uscire…”

Il cane fu trovato. Ferito, con una zampa spezzata. Si era trascinato dietro ai soccorritori per farsi notare, attirando l’attenzione su Sofia e su di sé.

La mattina dopo, il veterinario osservò Coda:

“Lo addormentiamo?”

“No. Lo curiamo. Ha salvato mia figlia.”

Due settimane dopo, Sofia correva di nuovo in giardino. E accanto a lei, Coda, zoppicando leggermente, abbaiava felice. In ogni passo di quel piccolo cane peloso c’era più devozione e amore di quanto potessero esprimere le parole.

Non era solo utile. Era diventato un eroe. Vero.

**Morale:** A volte, i veri eroi non indossano mantelli, ma hanno solo un cuore fedele e un amore incondizionato.

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