– L’essenziale è sposarsi bene: il successo di un matrimonio perfetto.

Limportante è sposarsi bene. Un uomo benestante è la chiave per una vita felice, ripeteva sempre la madre a Ginevra, unica figlia di una famiglia rispettabile. Il padre la proteggeva, la madre la viziava e non perdeva occasione per ricordarle questa verità.

Ginevra annuiva, ma dove trovarlo, questuomo ricco? Alluniversità cerano bravi ragazzi, certo. E anche un fidanzato promettente, di buona famiglia. Ma il padre vigilava: niente serate fuori, niente feste studentesche, niente gite in campagna. Tutto sotto controllo.

Presto il suo ammirato fidanzato trovò unaltra ragazza, più libera e interessante di lei. Ma poi arrivò la laurea, e non cera più tempo per le passioni amorose.

Con laiuto del padre, Ginevra trovò un buon lavoro, e con lintermediazione della madre, un marito adatto. La madre sapeva il fatto suo. Lunica figlia doveva sposarsi bene, e così apparve il pretendente perfetto: il nipote di unamica di famiglia.

Ginevra, devi considerare questuomo con attenzione. È più grande di te, ma è un vantaggio, non uno svantaggio. Che te ne fai di un ragazzino? Pensa con la tua testa. Enrico è un uomo serio, ha una sua azienda. Non dovrai nemmeno lavorare.

Ma è stato già sposato, mamma! Ha una figlia, significa che paga gli alimenti.

Non preoccupartene. La ex moglie era una sciocca, e tra laltro vive in unaltra città con la bambina. Non è un problema.

Lincontro avvenne. Il padre di Ginevra tacque, significativo. Dopo la laurea della figlia, non si intrometteva più nelle questioni femminili.

Stranamente, a Ginevra Enrico piacque. Dieci anni di differenza non la turbavano. Con il suo aspetto elegante, tra dieci anni sarebbe stato ancora affascinante.

Bello, educato, vestito alla perfezione. Anche Ginevra lo colpì, e così si sposarono.

La madre tirò un sospiro di sollievo, assolto il suo dovere materno, e si dedicò completamente a se stessa. Saloni di bellezza, shopping, viaggi con il marito in posti esotici senza la figlia.

E Ginevra, seguendo lesempio, non fu da meno. Il marito assecondava ogni suo capriccio, e lei viveva per il proprio piacere.

Le uniche responsabilità domestiche erano dare ordini alla domestica, che del resto se la cavava benissimo anche senza di lei.

Il fulmine a ciel sereno scoppiò allimprovviso. La ex moglie di Enrico era morta, per circostanze di cui Ginevra non si curò. E lui fu costretto a prendere con sé la figlia!

Una tragedia. E ora che fare? Ginevra aveva rimandato sine die lidea di avere figli, e adesso si ritrovava con unadolescente in casa, a cui doveva fare da seconda madre, come diceva Enrico.

Ma non cera scelta.

Luomo non chiese il suo parere, le impose la situazione e la pregò di essere comprensiva. La bambina non aveva colpe!

Presto andò a prenderla e la portò a casa con una valigia modesta e uno zaino scolastico.

Maria era in terza elementare, alta, silenziosa, quasi muta, notò Ginevra. Non sprecava parole, faceva tutto in sordina.

Ma almeno assomigliava al padre. Senza dubbio sua figlia, non il frutto di una relazione della ex sciocca

La vita in quella grande casa con il padre, la matrigna e la domestica opprimeva Maria. Non era abituata!

Dopo cena, correva a lavare i piatti, chiedeva dove fosse la scopa per spazzare, stirava da sola i suoi vestiti. E Ginevra ne era infastidita

Il padre, immerso nel lavoro, tornava tardi e non aveva tempo per coccole. Con la moglie era generoso, ma a Maria toccava al massimo una carezza sulla testa e una domanda:

Come va a scuola?

Ginevra si sentiva però limitata: non poteva più uscire quando voleva, frequentare i suoi locali preferiti, dedicarsi alla cura di sé.

Non poteva correre in palestra la mattina! Doveva dormire, trascorrere tempo al computer, sfogliare i social.

Poi arrivava Maria, e non poteva sfuggire: il marito le chiedeva di seguirne i compiti.

Così Ginevra pensò: perché non proporre di mandarla in un collegio?

Ma non osò. Suggerì invece il doposcuola:

Non sono uninsegnante, Enrico. E guarda, ha preso qualche insufficienza. A scuola, invece, studia meglio. È per il suo bene.

Ma Enrico si arrabbiò così tanto che Ginevra se ne pentì.

E così andò avanti: relazioni senzanima, insoddisfazione, irritazione

Due anni dopo, Ginevra diede alla luce un maschietto. Serviva una tata, ma Maria aveva quasi dodici anni e si offrì di aiutare con il fratellino.

E infatti, non cera tata migliore! Maria faceva tutto: compiti, giochi con Dario, stirava per sé e per lui.

Poi si aggiunsero anche le lenzuola, perché la domestica Nella aveva più di sessantanni e cominciava a stancarsi.

Ginevra si adattò, abituandosi allaiuto di Maria, mentre lei continuava a dedicarsi alla sua vita mondana.

Dario cresceva, amava la sorella maggiore, e anche lei

Quando Maria finì il liceo, Dario stava per iniziare le elementari. E ancora una volta, la responsabilità del suo apprendimento ricadde sulla sorella, matura oltre i suoi anni.

Era alluniversità, studiava inglese e insegnava al fratello.

Non ti sembra, cara, che tutta la cura della casa e di Dario sia sulle spalle di Maria? chiese una volta Enrico alla moglie, sempre più spesso assente.

Lei aveva nuovi amici, interessi mondani, cene, caffè.

Cosa non ti piace, tesoro? Tua figlia gestisce tutto benissimo. Nella finge di lavorare. Cucina, e basta.

Appunto. Il resto è tutto su Maria, no?

Ginevra tacque.

Sì, su Maria! Ma la ragazza si lamentava? E Dario a volte lo portava con sé. La settimana prima lo aveva accompagnato a una mostra, al museo, a un concerto. Non era abbastanza?

Quando Maria si laureò, il padre la assunse in azienda.

Lattività aveva superato i confini nazionali e serviva una traduttrice.

Lì Maria conobbe Luca, un ragazzo sveglio del reparto vendite.

Lamore nacque sotto gli occhi stupiti del padre. Non avrebbe mai immaginato che la sua timida figlia avrebbe avuto una storia dufficio. E ne fu turbato.

Ma Maria insisté: volevano sposarsi. Per la prima volta nella vita, tenne testa al padre. Che cedette

Ginevra fu sconvolta quanto il marito. Perdeva la sua aiutante domestica, e Nella aveva annunciato il pensionamento. Letà. E il marito non si affrettava a trovare una sostituta.

Maria si offrì ancora:

Verrò una volta a settimana, mamma, a pulire e stirare.

Una volta non basta, brontolò la matrigna.

Ma Maria si trasferì con il marito dopo un matrimonio sfarzoso e iniziò la sua nuova vita.

E Luca si rilassò.

Prima parlò di aprire unattività in proprio. Licenziarsi e mettersi al computer.

Ma non funzionò. Avviare unimpresa da zero non è semplice

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