Hai rotto tutti i miei nervi! sbottò Ginevra, irritata. Adesso firmi pure i documenti?
Ecco perché mi sono divorziato da te! rispose Alessandro. Non mi hai mai capito! I tuoi nervi mi hanno esaurito. Io mi preoccupo del futuro dei figli!
E con loro starà benissimo! replicò Ginevra. Tanto, anche mia madre verrà con noi!
Copertura, brontolò Alessandro.
Ancora! esclamò Ginevra. Devo partire per lavoro! Vado a lavorare! Capisci?
Capisco! annuì Alessandro. E immagino anche che troverai allestero qualche straniero, ti sposerai e rimarrai lì per sempre!
Io non guadagno milioni per girare il mondo e perdere i figli!
Non ho intenzione di fermarmi da nessuna parte! disse Ginevra, nervosa.
Non ti credo! Non credo a una sola tua parole! alzò la voce Alessandro. Porti anche tua madre e non hai più nessun altro! Vuoi portare via tutta la famiglia!
E non provare a dirmi che, se ti capitasse lopportunità di restare, non lo faresti! Non voglio perdere i figli per le tue avventure personali!
Alessandro, al contrario tuo, i figli dopo il divorzio sono rimasti con me! E se non li dimentichi, ne abbiamo tre!
Che ora non ci sono molti uomini che accettano donne con tre figli! disse Ginevra. Io viaggio solo per lavoro!
Ma non devo dimenticare i ragazzi! Finché lavoro, mia madre porterà i bambini a parchi di divertimento, spiagge e altri luoghi di svago!
Anche tua madre può fare lo stesso qui! E tu vai dove ti pare! sorrise forzato Alessandro.
Alessandro, non essere peggiore di quello che sei! implorò Ginevra. I bambini hanno le vacanze, io lavoro allestero. È proprio la stagione! Falli divertire!
Non hanno ancora nulla da cui riposarsi, ma possono passare del tempo bene anche in Italia! dichiarò Alessandro. E non perderò il diritto di partecipare alleducazione dei miei figli per i tuoi affari romantici allestero!
Tra laltro, metto a frutto metà del mio stipendio per il loro mantenimento! Quindi ho tutto il diritto!
Alessandro, se è una questione di soldi iniziò Ginevra.
No! esclamò Alessandro. Non è questione di denaro! Non voglio perdere i miei figli!
Allora lo chiedi così? incalzò Ginevra.
Proprio così! E in nessun altro modo! confermò Alessandro. Non darò il permesso di portare i figli fuori dallItalia!
Per fortuna ho sollevato la questione per tempo, sospirò Ginevra. Sapevo già che non sarebbe andata liscia. Convincerti è inutile, vero?
Assolutamente! annuì soddisfatto Alessandro.
Una domanda, hai una relazione adesso? chiese Ginevra.
E questo cosa centra? balbettò Alessandro.
Rispondi, ex moglie!
Non ho relazioni, rispose Alessandro. Quando a fine stipendio rimane solo la metà, è difficile costruirsi qualcosa
Sistemiamo la questione dello stipendio, sbottò Ginevra. E magari miglioreremo la tua situazione finanziaria!
Che vuoi dire? si irrigidì Alessandro.
Nulla! Tra poco cè il tribunale! Presenterai una domanda per stabilire la residenza dei figli mentre io sarò in missione allestero!
Quindi non ti preleverò gli alimenti, ma ti pagherò metà del mio stipendio!
Così i figli, come desideri, rimarranno in Italia! E con te!
Sei fuori di testa? balbettò Alessandro.
Altrimenti ti presenterò una causa per revoca della potestà genitoriale! Il fatto che paghi gli alimenti non basta; il tuo mancato coinvolgimento è già un motivo!
Dopo il divorzio, tre anni fa, non sei mai venuto a trovarli!
Alessandro rimase impassibile, come se fosse stato immerso nellacqua.
Ma potresti semplicemente firmare i documenti per luscita dei figli, sorrise Ginevra così dolcemente che Alessandro si commosse.
I figli rimarranno con me, rispose meccanico, quasi come una marionetta.
Perfetto! Ho tre mesi prima della partenza. Sistemiamo tutto. E, per darti una mano, ti mando mia madre!
***
Era chiaro a tutti che Alessandro e Ginevra non sarebbero rimasti una famiglia. Erano troppo diversi, le loro relazioni erano un continuo inciampo. In pratica, cera troppo di tutto: frasi altisonanti, promesse vane, progetti grandiosi.
Forse li tratteneva ancora il loro giovanile idealismo.
Quando si erano sposati, nonostante lopinione pubblica, qualche conoscente cominciò a scommettere su quando avrebbero divorziato.
E lo dicevano apertamente, arrivando a esclamare:
Come fate a convivere?
Per gli sposi, però, andava tutto bene. Sì, litigavano di tanto in tanto, ma poi facevano la pace. A volte Ginevra cedette, a volte Alessandro cedeva.
I genitori speravano che alla fine si sistemassero. Ogni litigio li faceva impazzire di preoccupazione, senza capire perché i giovani non fossero più nervosi.
Ai giovani toccavano le loro preoccupazioni.
I genitori di Ginevra le avevano regalato un appartamento a Milano. Doveva ristrutturarlo, arredarlo, fare mille cose. Ma per via delle continue riconciliazioni, i lavori procedevano a passo duomo.
Abitare in un cantiere era divertente, ma poco pratico. Il bianco delle pareti scricchiolava alle orecchie. E i piedi nonostante i tentativi di pulizia
Il ritmo dei lavori doveva accelerare: Ginevra rimase incinta.
Allora Alessandro si mise al lavoro.
Alessandro, a differenza di Ginevra, era abituato al lavoro fisico. Finì il rinnovamento due settimane prima della nascita della figlia.
Ginevra, pur non essendo del tutto soddisfatta la sua anima da designer aspira a qualcosa di più raffinato dovette accontentarsi del risultato per il piccolo.
Il cemento, il calcestruzzo, la segatura, il truciolo, Alessandro li smaltì con maestria. Pulire la casa, però, era unaltra storia: spazzare il pavimento gli era più semplice che farlo fare a qualcuno.
Lavare i panni macchiati di polvere da costruzione, rimuovere la vernice, la polvere non era problema. Caricare la lavatrice e stendere i panni, invece, gli sembrava impossibile.
Cucinare sapeva fare, ma non sopportava quella faccenda.
Così Alessandro e Ginevra si trovarono sullorlo del divorzio. Divertente, vero? Eppure su quel filo hanno bilanciato ben undici anni di vita matrimoniale. Anche i più scettici dovettero ammettere che una famiglia così, per quanto strana, poteva esistere.
Nel frattempo nacquero altri due figli, un mistero totale.
Il divorzio divenne ancora più drammatico.
Alessandro fece le valigie, augurò a tutti buona fortuna, e lasciò lappartamento per tre anni, senza notizie.
Le figlie: la più grande undici, il figlio sette, la più piccola tre. Lui li dimenticò tutti in un attimo.
Solo gli alimenti ricordavano che cera stato un Alessandro.
Nessuno lo avrebbe ricordato se Ginevra non avesse ottenuto una missione di due mesi allestero. Le offrirono un contratto da sogno: alloggio completo, spese pagate, e la possibilità di portare con sé i tre figli e un accompagnatore.
Fortunatamente Ginevra non rimandò la burocrazia. Scoprì che serviva il permesso del padre.
Alessandro rifiutò di concederlo, così la questione dovette risolversi in fretta. Un po di punizione non gli sarebbe mancata, dato il suo ruolo di padre
***
Come ogni madre, Ginevra era ansiosa a lasciare i figli con il padre per due mesi. Se Alessandro si fosse mostrato più presente, sarebbe stato più semplice, senza i lunghi procedimenti giudiziari.
Ma lansia era lì. Per fortuna la figlia maggiore aveva quattordici anni e faceva da piccola assistente a sua madre. Il figlio e la sorellina non erano più neonati: dieci e sei anni, già capaci di capire. La piccola Olimpia li ascoltava volentieri.
Alessandro venne informato che la suocera, la signora Maria Bianchi, sarebbe rimasta di supporto. In realtà lei era stata assegnata come controllore popolare e consulente, pronta a dare consigli a fischio.
Guardando la scena dallesterno, Alessandro avrebbe dovuto passare due mesi tranquilli, con decisioni prese per lui e qualche aiuto qua e là. Ma i bambini rimangono bambini.
Due mesi dopo, Ginevra tornò in città e, invece di andare dai figli o da Alessandro, chiamò sua madre per sapere comera la situazione.
Ha perso venti chili, disse la nonna Maria. Gli occhi come quelli di un panda, il nervoso è a pezzi. E mi deve trenta euro. Non gli basta.
E i bambini? chiese Ginevra.
Stanno bene e felici! rispose la nonna. Hanno costruito una casetta in tre giorni! Quando ha provato a protestare, ci siamo intervenute. Gli abbiamo fatto leggere le leggi, così sa che non può fare il birichino.
Ma non sono troppo piccoli? si preoccupò Ginevra.
Nella sua mente volarono immagini di montagne di spazzatura, cibo spazzatura e divertimenti senza fine.
Olimpia li tiene in riga! E anche Dante legge loro!
Allora sono tranquilla!
Ginevra non voleva rendere pubblico il suo ritorno, ma scoprì che cera una caccia cittadina su di lei.
Una settimana prima del previsto ritorno, Alessandro lanciò una campagna di ricerca. Chiese a tutti gli amici, vicini, colleghi, anche ai negozianti, di segnalare se la vedevano. Promise dieci euro a chi avesse dato informazioni, per farle tornare i figli.
Ovviamente la consegnarono come se fosse vetro rotto dopo una festa.
Alessandro abbandonò il lavoro e arrivò allappartamento proprio quando Ginevra entrava.
Prendi i figli! sbottò, quando la porta si aprì.
Ancora! sbuffò Ginevra. Non sono ancora tornata! Sono qui solo per una settimana, poi riparto! Ho un contratto di un anno!
Non mentire! Ti ho visto al lavoro! Hanno detto che non ti avrebbero più mandato altrove! Era solo una missione temporanea! ribatté Alessandro.
Ma sei venuto al mio lavoro?! rimase a bocca aperta Ginevra.
Ho parlato con il direttore, si vantò Alessandro. Quindi, prendi i bambini! Se ti serve unuscita, te la porto in bocca! Giuro! Solo portali via!
Alessandro, non capisci! rise Ginevra. Siamo già andati in tribunale, abbiamo stabilito la residenza dei figli, è stato stabilito che vivono con te, e io pago gli alimenti!
Adesso devo fare una nuova causa per ripristinare la situazione! Ho così tanto lavoro che non ho tempo! Preferisco pagare gli alimenti e venire a trovarli ogni due settimane, se non ti opponi!
Alessandro impallidì, sudò, sembrava pronto a svenire.
Sei il papà dellanno! Hai vinto in tribunale contro lex moglie, ma devi crescere i figli! Allora cresci! tuonò la sua voce, con un lampo negli occhi. Io cercherò di essere una buona mamma domenicale! Non come te, che in tre anni non sei mai venuto a trovarli!
Ginevrcina, cara! Per favore, portali via! Non ho più forze! Giuro che verrò ogni weekend! implorò Alessandro. Solo portali! Mi hanno prosciugato lanima!
Alimentali, portali, divertili, vestili, spogliali, puliscili, lavali! Vorrei scappare nella foresta!
Va bene, annuì Ginevra. Così è andata la mia vita! Non ottieni aiuto da un ex marito!
Ti giuro che aiuterò! Solo liberami da loro!
Alessandro cadde in ginocchio e si trascinò verso Ginevra:
Per favore!
In tribunale fu tutto uno spettacolo, la famiglia finì sotto locchio attento dei servizi sociali: «Non si può fare il giocoliere con i figli!» Tuttavia la visita medica mostrò che i bambini avevano vissuto lintera vicenda come una piccola avventura.
Alla fine, i figli riaverono un padre. Forse un po goffo e confuso, ma padre lo stesso. Con il tempo, i bambini non ricordarono nulla di cattivo di Alessandro. Non era il papà dellanno, ma ci provò con tutto il cuore.





