L’ho persa per sempre senza chiedere perdono

Le strade buie di Milano accompagnavano Luca verso casa dopo una lunga giornata di lavoro. Camminava immerso nei suoi pensieri, ma un’ansia gli stringeva il cuore. Le finestre del loro appartamento al terzo piano erano oscure. «Dove sarà finita stavolta?» gli passò per la mente. Luca entrò nella casa vuota, e il silenzio gli fece vibrare i nervi. Non aveva ancora tolto le scarpe quando suonarono alla porta. La vicina, con il volto contratto dall’angoscia, pronunciò le parole che gli sconvolsero il mondo: «Hanno portato tua moglie, Beatrice, in ambulanza.» Luca rimase immobile, rifiutando di credere a quelle parole. La sua vita, piena di errori e occasioni mancate, crollò all’improvviso, lasciandolo solo con il dolore e il rimorso.

Quel pensiero, come un fulmine, lo colpì ancora per strada. Si fermò, sentendo la terra mancargli sotto i piedi. «Come ho potuto essere così cieco?» pensò, con un amaro sorriso. Era tutto così ovvio, eppure non l’aveva visto. A casa lo aspettava Beatrice—la donna che un tempo aveva amato, ma che da anni non apprezzava più. Immaginò il loro incontro: lei, come sempre, avrebbe sussurrato un gelido «Sei tornato?» e si sarebbe allontanata in cucina senza neppure guardarlo. «Ceni?» avrebbe chiesto, senza un briciolo di calore nella voce.

Una volta Beatrice cucinava con passione: preparava torte, raccoglieva ricette, conservava sott’olio verdure e salse. Ma negli ultimi anni tutto era cambiato. Per i figli, quando venivano a trovarla, faceva ancora del suo meglio, mentre per Luca—niente più cura. I suoi piatti erano diventati insipidi, come se li preparasse di malavoglia. Quando perdeva la pazienza, Luca stesso friggeva patate o preparava la pasta, in silenzio, senza rimproveri. Beatrice mangiava, ma non lo ringraziava mai. La sua indifferenza lo uccideva, eppure taceva per evitare litigi.

Una volta, Beatrice era diversa. La sua tenerezza, le sue attenzioni, gli abbracci caldi riscaldavano la sua anima. Si stringeva a lui e rimaneva immobile, come se gli stesse offrendo il calore del suo cuore. Ma quei momenti erano ormai un ricordo. Ora le sue cure sembravano meccaniche, un dovere che odiava. Quando era iniziato tutto? Forse quando Luca usciva con gli amici mentre lei lo aspettava a casa? O quando non l’aveva accompagnata a casa dall’ospedale dopo la nascita del figlio minore, perché «festeggiava con gli amici»? Allora aveva pensato: «Che male c’è? Era una festa!» Ma lo sguardo di Beatrice, carico di dolore, lo perseguitava ancora.

Beatrice era cambiata. Era diventata silenziosa, distante. Si offendeva per ogni sua osservazione, si chiudeva in camera come per evitarlo. Luca si arrabbiava: «Ma insomma, ho solo detto la verità! Ne ho il diritto!» Ma il suo silenzio era peggio di un urlo. Quando venivano i figli, si ravvivava: si affaccendava, cucinava, sorrideva. Con lui, invece, solo un muro. «Chi cerca di ingannare?» pensava. La vita scorreva, e il loro matrimonio era diventato una formalità vuota.

Luca da tempo aveva smesso di uscire. Lavorava come ingegnere, guadagnava bene, non guardava altre donne. Ma a Beatrice, sembrava, non importava nulla. Guadagnava quanto lui, era indipendente, audace. Allora perché non se ne andava? Per i figli? Erano grandi ormai. Luca non la capiva. Una volta aveva provato, ma poi aveva alzato le spalle: «Se vuole vivere così, che lo faccia.» Ma in fondo desiderava una vita normale, una moglie che lo accogliesse con gioia e lo salutasse con malinconia. L’amore che mancava da anni.

E ora quel pensiero: lei non lo amava. Forse non lo aveva mai amato. Luca ricordava di essersi chiesto perché una donna così intelligente, colta, avesse scelto proprio lui. Forse era solo arrivato il momento, e lui, alto e di bell’aspetto, era stata la soluzione più comoda? «Sapeva che avremmo avuto bei figli» pensò con amarezza.

Entrò nell’appartamento buio, e il silenzio lo assordò. «Dov’è?» L’ansia cresceva. Suonarono alla porta. La vicina, evitando il suo sguardo, disse:

— Luca, hanno portato Beatrice in ambulanca un’ora fa…

Corse per le strade, soffocando dalle lacrime. Per la prima volta nella vita pregò:

— Dio, non portartela via! Come farò senza di lei? Ti prego, salvMa quando arrivò in ospedale, il medico lo attendeva già sulla soglia con uno sguardo che non lasciava spazio alla speranza.

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