L’Incanto del Palcoscenico

Valentina oggi non vedeva l’ora che finisse la giornata di lavoro, già immaginava come sarebbe uscita dall’ufficio e avrebbe trovato ad aspettarla il suo adorato marito, pronti per andare insieme al loro bar preferito. Proprio in quel bar si erano conosciuti cinque anni prima, proprio in quel giorno.

Uscì dall’ufficio di corsa e lo vide accanto alla sua macchina, con un sorriso.

“Ciao, Ale,” gli si strinse addosso, mentre lui le baciava la guancia.

“Ciao, bella, dai andiamo al nostro bar,” disse lui, più un’affermazione che una domanda, e lei rise felice annuendo. Aspettava un regalo da lui.

Dopo un po’ al bar, senza che lui le avesse ancora dato nulla, Alessandro propose:
“Su, andiamo a casa, il regalo ti aspetta lì,” e sorrise.

“Davvero? Che regalo è? Perché non me l’hai portato qui?” chiese lei sorpresa.

“Lo vedrai presto e capirai tutto,” rispose lui misterioso.

Arrivati a casa, scesero dalla macchina. Alessandro si avvicinò a un’auto e, premendo il telecomando, la aprì.

“Ecco, amore mio, questo è per te. Goditela.”

Valentina rimase senza parole. Di tutto si aspettava, ma non una macchina. Gli si gettò al collo.

“Ale, grazie. Lo dico sempre, ho il marito migliore del mondo. Ti amo tantissimo.”

Lo adorava già da prima, perché ogni suo gesto dimostrava quanto la amasse. Alessandro lavorava tanto, a volte anche nei weekend, per comprarle regali e risparmiare per una casa. Sognavano una grande villa in campagna. Dopo la casa, sarebbe arrivato il momento dei figli. Vivevano in un trilocale di Valentina, ereditato dalla famiglia.

“Amore, ora è tua. So quanto la desideravi.”

A casa celebrarono i loro cinque anni insieme e l’acquisto della nuova auto. Al bar non avevano potuto bere vino, con Alessandro al volante.

Il giorno dopo, Valentina arrivò in ufficio con la macchina nuova, rosso acceso. Entrò sorridente, mentre le colleghe già la aspettavano, curiose di sapere cosa le avesse regalato il marito. Tutte le fecero gli auguri.

“Il mio Ale mi ha regalato questa macchina. Mi capisce al volo,” chiuse gli occhi per un attimo, “ragazze, se sapeste quanto è fantastico. Pensate, in cinque anni non abbiamo mai litigato seriamente.”

“Congratulazioni per questo regalo stupendo,” dissero le colleghe.

C’era chi era sinceramente felice per lei e chi invece la guardava con invidia, pronta a farla a pezzi. Una di queste era Nicoletta, un’ex compagna di scuola di Alessandro, che le era sempre stata invidiosa. Lo amava fin dai tempi del liceo. E ora, fissando Valentina, pensava:

“Perché a lei tutto e a me niente? Non importa, riderà per poco. Guarda che felice e soddisfatta,” mentre le sorrideva in faccia.

Valentina, ingenua, non capiva che la felicità va protetta, perché ama il silenzio. Non nascondeva nulla alle colleghe, convinta che fossero tutte sue amiche. Non immaginava che qualcuno potesse essere così meschino da fare di tutto per rubarle la gioia, calpestandola pur di ottenere quello che voleva.

Verso fine giornata, Alessandro la chiamò per dirle che aveva un lavoro urgente e sarebbe tornato tardi. Lei sospirò. Pazienza, lavorava duramente per il loro sogno.

Salutò le colleghe e uscì, avvicinandosi alla sua auto.

“Dai, bellissima, torniamo a casa,” disse alla sua “bambina” con affetto.

Di ritorno, si fermò in un centro commerciale e trovò un orologio da polso perfetto per Alessandro.

“Questo sarà un regalo meraviglioso per Ale,” pensò.

Comprato e incartato, tornò alla macchina soddisfatta.

“Anch’io farò felice il mio amato marito. Dare è bello quanto ricevere,” rifletté, ripartendo.

Davanti a casa, rallentò per parcheggiare, quando sentì un colpo sordo. Saltò fuori e vide un uomo seduto a terra, che si teneva una gamba.

“Mio Dio, l’ho investito? Scusi, chiamo un’ambulanza. O la porto io in ospedale!”

L’uomo scosse la testa.

“Niente ospedale. Non è grave, credo sia solo un livido. Un po’ di ghiaccio basta.”

Valentina lo invitò a salire da lei e accettò. Gli fasciò la gamba, scusandosi continuamente.

“Non si preoccupi così. Sarei disposto a farmi male ogni giorno pur di vedervi. Mi chiamo Elia. E lei?”

“Valentina…”

Elia la guardava in modo insistente, mettendola a disagio. Dopo un po’, si alzò per andarsene e lei gli offrì un passaggio, ma lui rifiutò. Poi notò una foto di Alessandro e Valentina sullo scaffale.

“Lo conosci? Beh, ovvio, siete nella stessa foto. Fammi indovinare, è tuo fratello?” sorrise, “certo, fratello, chi altro?”

“Lo conosci,” disse lei sorpresa.

“Certo, è il marito di mia sorella. Lavora tantissimo, anche nei weekend e in trasferta, per risparmiare e comprare una villa. È poco a casa, ma ha un obiettivo, dice mia sorella.”

Valentina si sentì male. Ferita, confusa. Non ricordò come Elia se ne andò, forse vide il suo turbamento. Le sue parole le trafissero il cuore come una spina. Voleva urlare, piangere. Chiuse gli occhi, ripetendo:

“Non può essere vero, è come un incubo.”

Ma riaprendoli, capì che era realtà. Come sapeva Elia dei progetti di Alessandro? Non riusciva a crederci:

“Mi sta tradendo? I nostri sogni di casa e bambini li sta vivendo con un’altra?”

Quella sera, tornato Alessandro, Valentina fingeva di dormire. Non voleva vederlo, tanto meno parlare. Non era pronta a confrontarsi, temeva la verità.

Decise di non dirgli nulla, diventando silenziosa. In ufficio, le colleghe notarono il suo malumore ma non le chiesero nulla. Prima o poi avrebbe parlato.

“Dov’è ora Alessandro? Al lavoro o con l’altra, la sorella di Elia? Quelle trasferte sono forse l’altra famiglia?”

Non poteva sfuggire a questi pensieri. L’unica persona con cui parlare era proprio Elia, che continuava a cercarla, davanti all’ufficio o vicino a casa. Ogni volta le sorrideva:

“Non è un caso, Valentina, è destino.”

Un giorno, seduti in un bar, lei gli parlò di Alessandro.

“Non è mio fratello, è mio marito.”

“Tuo marito? Allora è un bugiardo! Ha due famiglie? Mia sorella è incinta di lui. Parlerò io con lui. Devi chiedere il divorzio, non è giusto,” insistette Elia. “Mia sorella aspetta un bambino, non volevo dirtelo per non farti stare male. E poi non mi avresti creduto.”

Alessandro notò il cambiamento di Valentina e decise di parlarle. Anche lei voleva chiarire tutto.

“Gli telefono? Gli chiedo l’indirizzo del lavoro. E poi? Ci vado e trovo l’altra? Che dirò? No, devo agire diversamente…”

Pensò di preparare le sue cose e metterle fuori dalla porta, senza discussioni. Lui avrebbe capito. Ma poi squillò il telefono: era il lavoro di Alessandro.

“Valentina, mi dispiace, Alessandro è stato portato d’urgenza in ospedale. Si è ferito gravemente.”

Le venne buio davanti agliLe lacrime le rigarono il viso mentre correva all’ospedale, ma quando trovò Alessandro sveglio e sorridente, con i medici che confermavano il suo pieno recupero, capì che l’amore vero supera ogni inganno e che la felicità, quando è autentica, non ha bisogno di essere nascosta.

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