L’incomprensione della suocera la porta a isolarsi: ora “non ha famiglia

**20 Dicembre**

Ho sempre creduto che più radici ha una famiglia, più forte è l’albero. Parenti, anche nuovi, anche se non sempre stretti, sono pur sempre persone che il destino ha riunito. Io e mia moglie abbiamo sempre cercato di mantenere buoni rapporti con tutti: con i suoceri, con i parenti lontani. Soprattutto da quando nostra figlia maggiore, Beatrice, si è sposata. I figli, si sa, uniscono. Eravamo contenti che avesse trovato un bravo ragazzo, Matteo, calmo, con carattere ma mai volgare. Vivono ancora in affitto a Milano, mentre noi li aiutiamo a mettere da qualcosa per comprare casa. Non è facile, ma facciamo del nostro meglio. Anche noi, del resto, non abbiamo avuto nulla regalato.

Con la madre di Matteo, Rosanna, all’inizio andava tutto bene. Abita a Torino, lontano da noi, quindi ci sentivamo per telefono, e qualche rara visita. Parla con garbo, alla pari, tutto sembrava procedere senza problemi. Ma verso Natale qualcosa si è rotto. E non da parte nostra.

All’avvicinarsi delle feste, ho chiamato Beatrice, così, per sentire che programmi avessero:
«Tesoro, ciao! Tu e Matteo avete già deciso dove passare il Capodanno?»
«Mamma, non abbiamo ancora scelto…»
«Venite da noi! La casa è grande, la sala è spaziosa, vostro padre ha già addobbato il cortile con le luminarie. L’albero è pronto, e abbiamo anche il karaoke. E invita anche Rosanna, tuo padre può andare a prenderla e riportarla. Perché passare la notte da sola?»

Beatrice ha detto che ne avrebbe parlato con Matteo e mi avrebbe richiamata. La sera mi ha detto che sarebbero venuti loro, ma sua suocera no. A quanto pare, o sarebbe andata da amici o sarebbe rimasta a casa. Dice che ha questa tradizione, Capodanno in silenzio, senza chiasso. Mi è sembrato strano. Davvero non riesce a passare una sola serata con i figli, in una famiglia che ora è anche la sua? Non le ho proposto niente di male, solo gentilezza. Ho deciso di chiamarla direttamente.

«Rosanna, ma dai! Rimani sola a casa? Triste! Vieni da noi, parola d’onore, sarai la benvenuta, una stanza tutta per te, puoi invitare amici se vuoi. Noi faremo la grigliata in cortile, i fuochi d’artificio, canteremo. Sarà allegro, come si deve!»

Ma ha scrollato le spasse con aria svogliata:
«Non so. Gli ultimi dieci anni li ho sempre passati con amici. Se mi chiamano, vado. Altrimenti, tv, coperta e a dormire… Con l’età, sai, il chiasso non fa più per me.»

Non ho insistito. Ho pensato: «Forse davvero non le va.» Ma il giorno dopo Beatrice mi chiama. La voce rotta, quasi in lacrime:
«Mamma, la suocera si è offesa… Ha detto che l’abbiamo tradita. Che sto “rubando suo figlio alla madre”, che doveva passare il Capodanno con lei. Lei aveva proposto di festeggiare lì, nel suo bilocale… Capisci?»

Sono rimasto senza parole. Quindi noi siamo i traditori, perché abbiamo invitato i giovani a passare le feste in una casa spaziosa, dove c’è posto per tutti? Noi abbiamo cinque stanze libere, un grande salone, la cucina, il cortile dove fare barbecue e divertirsi. Lei ha un bilocale dove, scusa se è poco, a malapena entrano due persone. Anche se ci stipassimo tutti lì, poi che si fa? Si sta un paio d’ore, si guarda L’anno che verrà, e poi tutti in macchina? Ma il Capodanno è allegria, è festa, è stare insieme!

E alla fine, a bruciapelo, ha detto ai ragazzi in faccia:
«Se ormai non ho più una famiglia, vado dagli amici.»
E ha fatto capire che non dovranno aspettarsi più alcun aiuto per l’acquisto della casa. «Non ho soldi», ha detto.

Io e mia moglie ci siamo guardati. Lei ha solo sbuffato:
«Meglio così. Non contavamo su di lei, comunque.»

Sapete, nella vita ci sono persone pronte a offendersi anche per un invito fatto col cuore. Perché per loro la gentilezza è debolezza, e ogni piano diverso dal loro è un tradimento. Rosanna è così. Se n’è andata da sola, si è offesa da sola, ha sbattuto la porta da sola. Dire che non ci dispiace sarebbe mentire. Ci dispiace che qualcuno che poteva essere una persona cara abbia scelto il rancore. Ma, come si dice, passerà.

I ragazzi festeggeranno il Capodanno con chi li ama davvero. Non con chi li tiene in scacco con i sensi di colpa.

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