Lisa e l’arte di evitare il matrimonio: la sfida di diventare matrigna senza perdere la testa

La Paura di Diventare Matrigna: Lisa Evita il Matrimonio con un Vedovo.

La matrigna capiva bene che Elisa non voleva sposare il vedovo, non perché avesse una figlioletta o perché lui fosse più anziano, ma perché Elisa ne aveva paura. Il suo sguardo freddo penetrava fino in fondo allanima, e il cuore di Elisa batteva forte, come se cercasse di difendersi da quelle frecce invisibili. Gli occhi di Elisa erano sempre bassi, e quando finalmente li alzava, tutti notavano che erano pieni di lacrime.

Quelle lacrime scendevano come una valanga sulle guance arrossate dalla vergogna. Le mani le tremavano, i piccoli pugni cercavano di proteggersi dalla matrigna e dallo sposo che lei le aveva imposto. La lingua, maledetta traditrice, pronunciò: “Mi sposerò.”

“E allora è deciso. In quella casa, con quelluomoè un peccato rifiutare! Con la prima moglie si comportava come con una principessa, era docile come largilla, fragile, magra, sempre malata e tossiva. Camminavano, lui tre passi, lei uno. Si fermava a riprendere fiato come una locomotiva, e lui labbracciava e la calmava, senza opporsi come tuo padre, quel pazzo.”

Quando era incinta, quasi nessuno la vedeva in giro. Stava sempre a letto, e dopo il parto era lui ad alzarsi di notte per la bambina, mentre lei si indeboliva sempre di più. Così parlava sua madre.

“Ma tu sei forte come un ravanello! Lui ti metterà in un angolo rosso. Sai fare tuttolavori nei campi, fili, tessi. Peccato darti a un giovane, il loro carattere non è ancora formato, non hanno mostrato le loro stupidaggini, mentre questuomo è chiaro, sappiamo tutto di lui. Che fortuna hai avuto!”

“Mandiamo via le domestiche più forti, faremo una piccola festa, ma a un vedovo non servono grandi nozzenon disturbiamo i morti con balli. Non ha voluto nemmeno che si preparasse la dote, ha detto che la casa è piena di tutto.”

Giacomo aveva sposato la prima moglie per amore, sapendo che Antonella era spesso malaticcia, fragile, ma sua madre diceva che lui era un uomo bello, forte, aveva bisogno di una donna, non di una ragazzina. Ma né la gente né la sua ragione lo convinserolui voleva solo Antonella.

Nel paese correvano voci che lei lo avesse stregato, perché solo un pazzo, uno che non aveva vissuto, avrebbe deciso di trasformare la sua vita in un ospedale, tra sofferenze e dolori. I medici dicevano che i polmoni di Antonella erano deboli, un semplice raffreddore poteva portare a uninfiammazione, allasma, e poichissà, forse peggio.

Giacomo credeva che il suo amore avrebbe allontanato la morte dalla moglie, che lavrebbe curata, accudita, e la malattia sarebbe scomparsa. Allinizio, dopo il matrimonio, tutto andò benissimo. Gli sposi felici non potevano credere alla loro fortuna.

Poi, quando Antonella rimase incinta, il suo corpo sembrò ribellarsi: debolezza costante, vertigini, sonnolenza la rendevano così fragile che non poteva nemmeno lavare i panni, mungere la mucca, né pettinarsi i lunghi capelli.

I medici dicevano che era la toxiemia, che dopo il parto sarebbe migliorata. Giacomo si prese cura della moglie senza mai lamentarsi. Sua madre giorno e notte lo accusava di aver portato in casa un problema, non una donna di casa. Giacomo difese la moglie come unaquila affamata il suo nido, e alla fine chiese alla madre di non tornare più.

Antonella ebbe una bambina, e Giacomo sperò che la forza e la gioia tornassero in famiglia. Sì, la felicità tornò, ma non per

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