L’ombra del passato ci soffoca
Quanto sono stanca dell’ex moglie di mio marito! Non si è mai rifatta una vita dopo il loro divorzio. Ha appena trent’anni eppure sembra ossessionata dalla vendetta. Hanno due figli insieme e lei li usa per rovinare la nostra esistenza. Sostiene che io le abbia rubato la famiglia e fa di tutto per dividerci. Come? Attraverso i bambini! Chiama mio marito ogni giorno: «I piangono, vogliono il loro papà a casa!» La sua gelosia avvelena tutto.
Ma io non ho portato via Andrea dalla sua famiglia. Ci siamo conosciuti a Milano, lavoravamo per la stessa azienda. Sapevo che era sposato e tra noi non c’era altro che conversazioni di lavoro. Allora vivevo con un ragazzo sempre in viaggio per lavoro. Ricordo quella festa aziendale alla quale andammo entrambi con i nostri partner. La sua ex, Beatrice, si comportò in modo vergognoso: ubriaca, flirtava con altri uomini, faceva scenate. Io rimasi scioccata.
Andrea la lasciò poco dopo. Anche io in quel periodo cambiai tutto: lasciai il mio ragazzo, trovai un altro lavoro, ottenni una promozione. Andrea, pur avendo un appartamento suo, girava per affitti mentre Beatrice credeva che lui «avrebbe fatto un giro e sarebbe tornato». Ma non tornò. Iniziammo a frequentarci e poi ci sposammo.
Sono passati tre anni dal nostro matrimonio, ma Beatrice non smette. Non solo non riesce ad accettare la situazione, ma coinvolge anche i bambini nelle sue macchinazioni. La figlia ha nove anni, il figlio sette. Ormai capiscono cosa succede. Una volta la bambina confessò ad Andrea che la mamma l’aveva costretta a piangere al telefono e dire che gli mancava tanto.
Beatrice insiste che le visite coi figli avvengano solo a casa sua. Niente uscite, niente da noi—assolutamente no. Intanto si veste in modo provocante, si agghinda davanti ad Andrea, cerca di attirare la sua attenzione. Cerca di riprenderselo, ma invano. Andrea mi ha raccontato che i bambini, che “lo aspettano disperati”, appena lui arriva scappano via: il figlio va in cortile a giocare, la figlia si chiude in camera col telefono. Intanto Beatrice trova pretesti per trattenerlo: il rubinetto che perde, l’armadio da spostare. Non permette ai figli di venire da noi, definendo la nostra casa «un covo di mala vita».
Una volta Andrea dormiva dopo il turno di notte. Il suo telefono squillava in continuazione—era Beatrice. Decisi di rispondere, ma rimasi in silenzio. All’improvviso sentii una vocina: «Papà, quando vieni?» Dissi: «Pronto?» La bambina si confuse e passò la cornetta alla madre: «Mamma, c’è una signora». Beatrice sbottò: «Ehi, fammi parlare con mio marito!» Rimasi senza parole, ma risposi: «Tuo marito? Non so chi sia, qui non c’è!» Più tardi si lamentò con Andrea, dicendo che l’avevo insultata.
Dopo iniziarono le stranezze. Al mio capo arrivarono telefonate da agenzie di recupero crediti, sostenendo che avevo debiti enormi, anche se non ho mai chiesto prestiti. Poi apparve un falso profilo con le mie foto su un sito d’incontri. Arrivarono messaggi da un misterioso “ammiratore”. Io e Andrea capimmo subito di chi fosse opera. Beatrice non si fermerà davanti a nulla pur di dividerci.
Non mi oppongo alle visite con i figli, ma non così! I bambini non dovrebbero essere pedine nei suoi giochi. Come fare per convincere Beatrice a lasciarci in pace?