Giulia stava alla finestra, guardando dall’alto suo marito che conduceva via una bambina per mano… La loro figlia. La loro ex figlia… Tra poco la portiera dell’auto si sarebbe chiusa, il motore si sarebbe avviato, portandoli entrambi lontano, da dove suo marito sarebbe tornato da solo. Lacrime amare scendevano sulle guance di Giulia, cadendo sulla testolina della figlioletta di un anno, che si lamentava infastidita, cercando di divincolarsi dalle braccia materne… Giulia la stringeva più forte al petto, mentre il cuore le si stringeva per il dolore, la vergogna, il rimorso…
Aver un figlio era stato un desiderio a lungo inseguito, ma senza successo, così la decisione di adottare un bambino dall’orfanotrofio era stata presa quasi con naturalezza. La difficoltà stava nel realizzarla. Giulia ricordava la visita con suo marito all’istituto, gli sguardi adulti sui volti dei bambini che li osservavano con speranza e diffidenza.
Arianna le era piaciuta subito, anche se suo marito aveva sempre sognato un maschietto. Le trecce bionde, gli occhi grandi e chiari a undici anni, Arianna assomigliava in modo sorprendente alla madre defunta di Giulia, e il cuore della donna si era sciolto. Anche la bambina si era affezionata subito alla coppia, felice ogni volta che tornavano a trovarla.
Lo shock era arrivato quando la direttrice dell’orfanotrofio aveva rivelato che Arianna era considerata una “bambina irrecuperabile”. Era stata adottata quattro volte, e ogni volta era stata restituita. Giulia non aveva voluto approfondire i motivi. Il suo cuore generoso si era stretto di pietà per quella bambina sfortunata, tradita tante volte da quelli che aveva imparato a chiamare genitori.
I coniugi avevano atteso l’approvazione dei documenti, portando Arianna sempre più spesso a casa. Nella loro modesta abitazione di due stanze, la bambina aveva finalmente una camera tutta per sé, cosa che l’aveva resa felicissima. I bambini dell’orfanotrofio mancano più di affetto che di cose materiali, e soprattutto di uno spazio personale. Ora Arianna lo aveva, e riceveva amore e attenzioni in abbondanza dai suoi futuri genitori…
Poi era successo il miracolo Giulia aveva scoperto di essere incinta. Succede spesso a chi adotta un orfano: arriva un figlio naturale accanto a quello adottivo. La coppia era felice per limminente arriva del piccolo, ma non avrebbero mai rinunciato all’adozione si erano affezionati ad Arianna e lamavano profondamente.
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Passò del tempo, ladozione fu approvata e Arianna lasciò lorfanotrofio, quella volta per sempre, o così sembrava… Undici anni sono unetà in cui si è già consapevoli, e lo psicologo che aiutava la bambina ad adattarsi alla nuova famiglia aveva insistito che i genitori le parlassero della sorellina o fratellino in arrivo.
Così fecero. Fu più un monologo che un dialogo. Mentre Giulia e suo marito spiegavano la situazione, Arianna li ascoltava con i suoi grandi occhi grigi spalancati, passando da uno allaltro con uno sguardo serio… La rassicurarono che lavrebbero amata ugualmente, che nessuno lavrebbe mai sostituita nei loro cuori. Ma quando dovettero dirle che avrebbe dovuto condividere la stanza con il neonato, appena fosse cresciuto, lo sguardo di Arianna si fece duro per un attimo. Si girò e uscì in silenzio, senza ascoltare il resto.
Da quel momento, Arianna iniziò a comportarsi in modo strano. Quando i genitori erano a casa, li abbracciava con una presa che sembrava volerli soffocare, stringendoli fino a far loro male. Si avvicinava di soppiatto a Giulia, le gettava le braccia al collo con una forza che sembrava più un tentativo di strangolamento che un abbraccio. I suoi occhi si velavano di unespressione strana, e i denti le digrignavano dallo sforzo. “Ti amo, mamma”, ripeteva sempre più spesso.
Giulia la ricambiava con carezze e baci, ma suo marito era turbato da quel comportamento, pur amando Arianna quanto la moglie. Lo psicologo, dopo alcune sedute, concluse che la bambina si era adattata sorprendentemente bene… Quelleccesso di affetto? Niente di grave, era solo la paura di dover dividere lattenzione con il nuovo arrivato.
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Linferno iniziò con la nascita di piccola Elena. La neonata, venuta al mondo prematura, piangeva spesso, esigendo lattenzione costante di Giulia. Per non disturbare Arianna, la culla fu messa nella camera da letto dei genitori. Giulia faceva del suo meglio per dedicare tempo a entrambe, ma la sera crollava esausta. Suo marito aiutava, portando Arianna a scuola, leggendole storie la sera… Allinizio non notarono nulla. Poi…
Poi Giulia si accorse che ogni volta che lasciava Elena sola con Arianna, la piccola scoppiava in un pianto isterico. Correva nella stanza e trovava Arianna che si prendeva cura della sorellina, mentre Elena, col viso rosso dal pianto, urlava disperata. Ma una volta Giulia la sorprese a stringere il nasino della neonata, trattenendole il respiro. Quando Arianna la vide, lasciò la presa ed Elena, ansimando, si mise a urlare.
Giulia la prese in braccio, cercando di restare calma, chiedendo ad Arianna cosa stesse facendo. La bambina la fissò con i suoi grandi occhi grigi… in silenzio. Silenzio che mantenne anche quella sera, quando il padre cercò di parlare con lei. Con molta diplomazia, riuscì a tirarle fuori una scusa poco convincente: stava solo pulendole il naso.
I genitori consultarono lo psicologo, che li tranquillizzò, dicendo che Arianna aveva solo bisogno di più affetto. Poi arrivò un altro campanello dallarme Giulia la sorprese mentre cercava di dare a Elena un biberon di latte bollente. Arianna li osservò in silenzio, e Giulia, guardandola negli occhi, per la prima volta non vi vide amore, solo vuoto…
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Il tempo passò, Elena cresceva diventando più tranquilla, e Arianna sembrava essersi abituata alla sorellina. Arrivò lestate. Prima delladozione, i coniugi avevano promesso ad Arianna di portarla al mare, e lei non vedeva lora sarebbe stata la sua prima volta. Ma… con una neonata, il viaggio era impensabile, e Giulia glielo spiegò con dolcezza.
Quella sera, Arianna ebbe il suo primo scatto dira. Non piangeva, urlava come un animale ferito, rifiutando ogni ragionamento. Si buttava a terra, scalciando e battendo le mani ovunque. Giulia, spaventata, non sapeva cosa fare. Lo psicologo, però, non trovò nulla di preoccupante, anzi, lodò Arianna per la sua maturità e suggerì solo più attenzioni. I genitori si scambiarono unocchiata, decidendo di cercare un altro specialista.
Quella sera Giulia mise a letto Arianna da sola suo marito era in trasferta. Dopo aver sistemato Elena, restò con Arianna per ore, parlandole dolcemente. Iniziò persino a credere di essere ingiusta con lei, che fosse solo una bambina affettuosa e normale… Si rimproverava per la gelosia di Arianna.
Fino a quando Arianna, quasi casualmente, le chiese cosa sarebbe successo se Elena… fosse sparita. Lavrebbero amata di più? Avrebbero rinunciato ad altri figli? Sarebbero subito andati al mare con lei?..
Giulia rispose con cautela, ma dentro di sé pensò che Arianna non



