Lui rifiuta di sposare la fidanzata incinta: la madre lo appoggia, ma il padre difende il futuro bambino.

Lui si rifiutò di sposare la ragazza incinta. Sua madre lo appoggiò, ma il padre si schierò in difesa del bambino futuro.

«Papà, ho una notizia. La vicina, Simona… è incinta. È mio figlio», disse Matteo, appena entrato in casa.

Adriano, il padre, rimase immobile un attimo, poi rispose con calma:

«Allora sposala.»

«Ma dai, sono ancora giovane. Non è il momento di fare una famiglia, poi non ci siamo neanche frequentati tanto…»

«Sul serio?» sorrise amaramente il padre. «Quindi per correre dietro alle ragazze eri un uomo, ma quando si tratta di assumerti le responsabilità, improvvisamente sei un bambino. Capisco.» Senza aggiungere altro, chiamò a gran voce la moglie: «Caterina! Vieni qui!»

Caterina entrò in cucina asciugandosi le mani sul grembiule:

«Cosa succede?»

«Senti. Nostro figlio ha messo incinta una ragazza e ora non vuole sposarla. Simona, la figlia dei vicini. È incinta di lui. E lui se la svigna.»

Caterina non si sorprese nemmeno. Il suo volto diventò duro:

«E fa bene. Perché dovremmo portare in casa la prima che capita? Oggi le ragazze sono astute: trovano uno più benestante, rimangono incinte, e poi “sposami”. E poi magari non è neanche suo. Che faccia l’esame del DNA. E comunque, non bisogna pressare Matteo, è ancora giovane. È un uomo, era difficile resistere. Ma non siamo obbligati a mantenerci un figlio di altri.»

Adriano sospirò profondamente e disse a bassa voce:

«E se fosse davvero suo figlio?»

«E fosse anche vero? Dobbiamo per forza farci carico di tutto? Digli di fare gli esami, poi vediamo.»

Si girò e tornò in cucina, lasciando Adriano solo con il figlio.

«Vedi, Matteo, anch’io una volta ero giovane», iniziò lui. «Amavo una, ma sposai un’altra. Non per amore, ma per responsabilità. Perché essere un uomo non è solo questione di passione, ma di scelte e conseguenze. Tua madre era incinta. Non sapevo se sarei potuto stare con lei, ma sapevo una cosa: il bambino non aveva colpa. Il mio sangue, la mia coscienza. E sai una cosa? Nonostante tutto, non ho mai rimpianto di essere rimasto.»

Passarono tre mesi. Il test del DNA diede una risposta chiara: con una probabilità del 99,9%, Matteo era il padre del bambino di Simona.

«E allora?» sbuffò Caterina quando Adriano le mostrò il risultato. «Sì, è suo figlio. Ma questo non significa che Simona vivrà in questa casa. Lei non metterà piede qui. Punto.»

Matteo stava seduto senza guardare il padre. Si capiva dal suo viso che aveva scelto la parte della madre. Serrava i pugni, ma non parlava.

Adriano si alzò lentamente dal tavolo:

«Visto che avete preso la vostra decisione insieme, ora ascoltate la mia.»

Parlava pacato, ma la sua voce era ferma come l’acciaio:

«Finché sarò in vita, mio nipote non avrà mai bisogno di nulla. Prenderò un terreno, costruirò una casa, e lui—mio nipote—avrà tutto quello che ho guadagnato. E voi due potete smettere di contare sul mio aiuto. Mi rifiuto di far parte di questa vergogna. Matteo, da oggi non sei più mio figlio. Tutto ciò che ho apparterrà a quel bambino. Non vedrete un solo centesimo.»

Caterina esplose:

«Hai perso la testa? Vuoi diseredare tuo figlio?!»

Adriano non rispose. Si voltò e se ne andò, ignorando urla e insulti. Matteo rimase in piedi, incapace di credere che suo padre avesse davvero detto quelle parole. Ma sapeva una cosa: quando Adriano parlava, manteneva.

In quel silenzio, capì che la vera forza non sta nel fuggire dalle responsabilità, ma nell’accettarle, anche quando sembrano ingiuste.

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

seventeen − 11 =

Lui rifiuta di sposare la fidanzata incinta: la madre lo appoggia, ma il padre difende il futuro bambino.