– Ma non hanno parenti? Perché li hai portati qui? Ti fanno pena… Pena? E a noi no? Stiamo già stretti come sardine! Domani chiami l’assistenza sociale, hai capito? Che se la sbrighino loro!

Ma allora non hanno nessun parente? Perché li hai portati qui? Che pena, eh? Pena per loro, ma per noi no? Già stiamo stretti come sardine! Domani chiami i servizi sociali, hai capito? Che se ne occupino loro!

Ivan fissava la moglie con rabbia. Lei era appena tornata dal funerale della sua migliore amica. Non da sola Accanto a lei cerano due bambini. Nica, di tre anni, e Cirillo, tredicenne, restavano impacciati sulla soglia, senza sapere come reagire allospite poco accogliente.

Tania spinse dolcemente i bambini verso la cucina e, senza alzare la voce, disse:

Cirillino, vai a prendere un succo per Nica e anche per te. Cè nel frigo.

Quando i bambini sparirono dietro la porta, si voltò verso il marito, indignata:

Non ti vergogni? Serena era la mia migliore amica! Pensi davvero che lascerei i suoi figli nel bisogno? Immagina come si sentono ora! Hai trentotto anni e ancora corri dalla mamma per ogni cosa! Mettiti nei loro panni!

Va bene, ho capito, ma non vorrai mica tenerli qui da noi? chiese Ivan, già più calmo.

Sì, invece! Voglio chiedere laffidamento! Non hanno nessuno, capisci? Il padre è chissà dove, non si è nemmeno fatto vedere al funerale.

Serena è rimasta orfana presto. Cè una zia, ma è anziana e non se li può prendere. E noi, comunque, figli non ne abbiamo.

Tania, sono tuo marito, o te ne sei dimenticata? Non vuoi sapere cosa ne penso?

Ivan, ma che ti prende? Sei una brava persona, lo so. Altrimenti non li avrei portati qui senza chiedere. Hai paura delle spese? Ce la faremo!

Inoltre, i bambini non sono piccolissimi. Cirillo continua a scuola, e Nica la iscriviamo allasilo. Non dovremo cambiare molto la nostra vita!

Sì, ma mia madre Tania! Mi farà la pelle se lo scopre! Già mi tormenta perché non ha nipoti!

Tua madre non ha diritto di intromettersi. Volevamo adottare un bambino, no? Perché cercarne un altro? Cirillo e Nica ci conoscono già, e noi conosciamo loro. Sarà più facile per tutti.

Forse hai ragione, Tania. Ma volevamo adottare un bambino piccolo! Uno solo! Nica va bene è piccola. Ma Cirillo? È un adolescente! Con lui saranno problemi su problemi!

Anche tu ed io siamo stati adolescenti. Tutti i problemi si sono risolti. Siamo cresciuti e siamo diventati persone normali, no?

Va bene, vedremo come andrà. Per ora possono restare

Tania baciò Ivan sulla guancia e sorrise. Non dubitava di lui. Era sempre stato così: brontolava, protestava, ma poi accettava la situazione e la sosteneva in tutto.

Andò in cucina a preparare la cena, pensando già al giorno dopo: servizi sociali, documenti dal lavoro, dalla banca

E iniziò così, una sequenza infinita di scartoffie e problemi. Nei film i bambini orfani trovano subito una famiglia, ma nella realtà servono mille carte e autorizzazioni.

Cirillo e Nica rischiarono persino di finire temporaneamente in un istituto, ma Tania e Ivan fecero di tutto per tenerli con loro.

Con Nica non ci furono problemi: a quelletà, i giocattoli e i dolci la distraevano dal dolore.

Cirillo, invece, soffriva in silenzio. Un giorno Ivan lo prese da parte, gli mise una mano sulla spalla e gli disse:

Lo so che fa male. Ho quasi quarantanni, ma non so cosa farei se perdessi mia madre. Ma per Nica devi essere forte.

Se hai voglia di piangere o urlare, dimmelo. Andiamo da qualche parte dove nessuno ci veda. Quel dolore non puoi tenerlo dentro. Ma non mostrarlo a Nica, la spaventerebbe. Promettimelo.

Da allora, Cirillo iniziò a rispettare Ivan. Tania li vedeva uscire insieme e tornare come due amici.

La famiglia affrontò ispezioni, prese un prestito per sistemare una stanza, comprare mobili, vestiti. Servirono soldi anche per lasilo di Nica, e poi per la palestra di Cirillo, che rimpiangeva i suoi amici.

Finalmente, dopo mesi, laffidamento fu approvato. Ivan trovò un secondo lavoro, Tania diede ripetizioni a casa. I debiti si ridussero

Passò un anno. I bambini si erano ambientati. Nica chiamava Tania “mamma”. Persino la suocera di Ivan, Vera, che allinizio era contraria, ora li amava.

Arrivò lestate e Ivan propose:

Andiamo al mare! Non in Puglia, però In Croazia! Ho visto unofferta last minute. Telefono e prenoto subito!

Tania era daccordo. Dopo un anno di fatiche, voleva rilassarsi. Ivan prenotò.

Ma una collega di Tania, durante una chiacchierata, le disse con invidia:

Beati voi! Io passerò lestate in campagna Non ho i soldi per viaggiare. Voi con i contributi per laffidamento potete permettervelo!

Tania rimase senza parole. Si rese conto di come la vedevano: avida, interessata. Certo, aveva preso i bambini per i soldi!

Ne parlò con Ivan, che le confessò:

Anche a me lo dicono. Un amico mi ha chiesto perché non cambio macchina: “Con i soldi dei bambini, potresti permettertela!”. Mia madre ha detto che dovresti curarti i denti, ora che avete più entrate.

Il mio capo mi ha negato i permessi: “I figli non sono vostri, non avete diritto agli stessi benefit”. La vicina mi ha chiesto se viviamo meglio con i contributi

Tutti pensano che li abbiamo presi per i soldi? chiese Ivan.

Tania alzò le spalle:

Che pensino quello che vogliono!

Forse non dovremmo andare in Croazia Diranno che sprechiamo i soldi dei bambini! E mi chiedono già se ho intestato la loro casa!

Che facciamo, allora? Tania era sconvolta.

Non aveva mai pensato ai soldi. La pensione per orfani la mettevano da parte per gli studi di Cirillo, che sognava di fare informatica.

Niente! Andiamo in Croazia lo stesso! Ognuno giudica secondo se stesso!

Partirono, si divertirono, si avvicinarono ancora. Ma al ritorno, Tania si sentì male. Ivan chiamò lambulanza.

Cirillo era terrorizzato: non voleva perdere la donna che gli faceva da madre. Poi, Tania chiamò Ivan, raggiante:

Ivan, non ci crederai! Aspettiamo un bambino!

Davvero? Ma i dottori dicevano che non potevamo!

Hanno sbagliato! Forse è un dono dal cielo, da Serena, o da qualcuno più in alto

Poi, seria, aggiunse:

I bambini restano con noi, vero?

Certo! Cirillo, Nica, venite! Abbiamo una notizia! Avrete un fratellino o una sorellina!

Evviva! esultarono i bambini.

E in quelle urla cera tutto: gioia, amore, speranza e felicità.

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

one × three =

– Ma non hanno parenti? Perché li hai portati qui? Ti fanno pena… Pena? E a noi no? Stiamo già stretti come sardine! Domani chiami l’assistenza sociale, hai capito? Che se la sbrighino loro!