«Ma perché vuoi un’altra casa quando ne hai già quattro? E noi con mamma, in strada?»

Lucia, per l’amor del cielo, ne hai già quattro di appartamenti, a cosa ti serve un altro? E io e mamma dove andiamo, in strada? — gridavo a mia sorella quando ho scoperto che voleva prendersi la nostra casa di famiglia. Questa è la storia di come l’avidità di mia sorella ci ha quasi lasciato senza un tetto e di come ho cercato di difendere il nostro diritto a restare.

**La casa di famiglia e la sua storia**
La nostra famiglia ha sempre vissuto in un grande trilocale nel centro di Roma. Questo appartamento i miei genitori l’hanno avuto ai tempi del boom economico, ed è diventato il nostro vero nido. Qui siamo cresciute io e mia sorella, qui mamma ci ha cresciute da sola dopo la morte di papà. È un posto vecchio, ma spazioso, con soffitti alti e finestroni. Io e mamma ci abitiamo ancora, anche se ormai ha bisogno di una ristrutturazione.

Mia sorella maggiore, Lucia, se n’è andata da anni. Si è sposata bene, suo marito fa l’imprenditore, e negli anni hanno messo da parte un bel gruzzolo. Lucia ha già quattro appartamenti: due li affitta, uno l’ha comprato per suo figlio, e nel quarto vive con il marito. Non le ho mai invidiato niente, anzi, ero contenta che stesse bene. Ma recentemente ha annunciato di volersi prendere la casa di famiglia.

**«È la mia eredità»**
Tutto è iniziato quando Lucia è venuta a trovarci. Parola dopo parola, ha tirato fuori il discorso dell’appartamento. «Mamma, ormai è dura per te vivere qui, le scale sono ripide, l’ascensore è vecchio. Vendiamo questo trilocale, e io e Giulia vi troviamo qualcosa di più comodo», ha detto. Io sono rimasta sbalordita: «Vendere? E dove andiamo io e mamma?» Lucia ha risposto che era «la sua eredità» e che aveva diritto alla sua parte. Dice che l’appartamento è nostro in tre (mamma, io e lei), e che vuole ciò che le spetta.

Ero scioccata. Primo, mamma è ancora viva, che eredità? Secondo, Lucia sa benissimo che io e mamma non abbiamo altre case, e il suo «più comodo» suona come una stanza in un pensionato. Le ho detto: «Lucia, hai già quattro case, perché vuoi anche questa? E io e mamma dove andiamo?» Ha iniziato a parlare di investimenti, che «il mattone rende». Ma capivo che non erano solo soldi: voleva prendersi tutto.

**La discussione con mamma e il conflitto**
Mamma, sentendo il nostro litigio, si è messa a piangere. Ha sempre cercato di essere giusta con entrambe, ma questa volta non ha retto: «Lucia, non ti vergogni? Questa è casa nostra, ci ho vissuto tutta la vita». Ma Lucia non ha ceduto: «Non voglio litigare, ma è un mio diritto. Se non vendiamo, vado in tribunale per la divisione».

Non credevo che mia sorella potesse spingersi così in là. Non siamo mai state troppo legate, ma non pensavo che fosse capace di una cosa simile. Ho provato a farle cambiare idea, le ho ricordato che io e mamma non possiamo permetterci un’altra casa, che io sono una maestra e mamma ha solo la pensione. Ma Lucia ha scrollato le spalle: «Troverete un modo».

**Cosa fare ora?**
Ora sono disperata. Non voglio fare causa a mia sorella — costa, dura anni, e mamma non resisterebbe allo stress. Ma non ho intenzione di lasciare la casa dove viviamo. Le ho proposto di comprare la sua parte, ma ha chiesto una cifra che non potrei mai racimolare in dieci anni. Mamma piange e dice che preferirebbe morire piuttosto che lasciare la sua casa.

Non so come uscirne. Forse parlarci ancora, cercare di farle ritrovare un po’ di coscienza? O prepararmi al tribunale? Se avete vissuto situazioni simili, ditemi come avete risolto questi conflitti familiari. Come si difende la propria casa senza perdere la famiglia? Consigliatemi, ne ho davvero bisogno.

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