Eh, tu forse non conosci bene i ragazzi di oggi!
Ciao, Livia, ti vedo affaccendata nellorto e ho pensato di venirti a salutare disse Bruna Mancini, agitandosi vicino al cancelletto.
Le due donne vivevano ai lati opposti del paesino. Bruna col marito Vittorio vicino al fiume, mentre Livia abitava più vicino al bosco.
Prima quasi non si frequentavano, con tutti i vicini che avevano attorno. Ma adesso i nipoti dei vicini erano già grandi, mentre i figli di Bruna e Vittorio avevano annunciato che per lestate avrebbero lasciato da loro i nipoti, Davide e Matteo, per un intero mese. Dicevano che i ragazzi si erano stancati della città.
Negli anni passati, la famiglia del figlio stava economicamente bene e andavano sempre in vacanza allestero. Ma ora le cose erano cambiate, e così si erano ricordati che madre e padre vivevano in campagna, vicino al fiume. Avevano deciso di non portarli solo per un weekend, come facevano a volte, ma per un mese intero.
Solo che, mamma, non vanno molto daccordo tra loro li aveva avvertiti il figlio, Enrico. Matteo, a tredici anni, si crede già adulto. E Davide non vuole sottomettersi a lui, litigano sempre!
Ma insomma, non sappiamo gestire i nostri stessi nipoti? Portateli pure, ci pensiamo noi aveva risposto Bruna con slancio. Ma dopo aver riattaccato, si era preoccupata. I ragazzi oggi non sono più come una volta. A volte non sai neanche come avvicinarli. Lultima volta che li avevano avuti per più di qualche giorno erano ancora piccoli. Come si sarebbero comportati adesso? Le veniva quasi paura e se non fosse riuscita a gestirli?
Vittorio, suo marito, era un uomo deciso, non avrebbe tollerato capricci. E le liti erano lultima cosa di cui avevano bisogno.
Così Bruna decise di andare da Livia per sicurezza. Anche lei aveva nipoti più o meno della stessa età, che andavano a trovarla.
Ricordava bene che, per tenere i ragazzi tranquilli, bisognava tenerli occupati. Se si fossero fatti amici, sarebbe stato meglio per tutti.
Avanti, Bruna! la salutò Livia appena la vide. Cosa ti porta da queste parti?
Sai, mi porteranno i nipoti per un mese e i tuoi non sono più o meno della stessa età? Dovremmo farli conoscere. Se diventano amici, sarà meglio per tutti propose Bruna.
Eh, tu forse non conosci bene i ragazzi di oggi! rise Livia. Non hai paura ad averli con te così a lungo? I miei nipoti mi hanno fatto perdere la pazienza, e mio marito voleva persino rimandarli a casa. Ma se hai accettato, portali pure, li conosceremo. Che altro possiamo fare? Sono i nostri nipoti!
Il weekend dopo arrivarono Enrico con la moglie Paola e i figli Matteo e Davide.
I ragazzi erano cresciuti, e si vedeva che erano felici di stare con nonno e nonna. E Bruna si sentì sollevata.
Ma di cosa laveva spaventata Livia? Forse i suoi nipoti erano maleducati ma i suoi erano così gentili e beneducati! E anche bravi a scuola, niente di cui preoccuparsi.
Mamma, se hai bisogno chiama, parlerò io con loro disse Enrico mentre partiva. Ma Bruna scosse la mano con sicurezza. Suvvia, Enrico, non è che non sappiamo crescere dei ragazzi, no?
Quella sera, però, Davide e Matteo non riuscivano a calmarsi. Li misero a dormire nella stanza accanto, quella che un tempo era di Enrico.
Ma evidentemente, per il cambio dambiente, erano agitati e non riuscivano ad addormentarsi. Parlavano a voce alta, e il loro trambusto disturbò anche Vittorio, che non era affatto contento.
E perché hai accettato, Bruna? Non gli serviva il nostro paesino, e invece eccoli qui!
Il mattino dopo, però, i nipoti non si svegliarono.
Era quasi ora di pranzo, e dormivano ancora.
Nonna, lasciaci dormire ancora borbottò Matteo, il più grande.
Davide, il più piccolo, russava così forte che non sentì neanche la nonna.
Ma quanto potete dormire?! si indignò Bruna.
Poi notò qualcosa per terra. Si avvicinò e, guardando meglio, batté le mani per lo stupore.
I loro cellulari erano lì, abbandonati!
Ma allora, avete giocato fino a tardi?! Non si può fare così, vi sequestro questi telefoni, ecco!
Matteo balzò su.
Ridammelo, non è roba tua! La mamma me lo permette!
E io la chiamo e scopro cosa permette! rispose Bruna. Matteo lasciò perdere, imbronciato, sbatté la porta e borbottò: Chiama pure!
Per due ore non uscirono, e Vittorio stava per andare a vedere che razza di sciopero era mai quello, al primo giorno. Ma alla fine i ragazzi uscirono, entrambi di malumore.
Non vogliamo la polenta, vogliamo le crocchette o i panini!
Ah sì?! La polenta non vi piace? Allora restate a digiuno si infuriò Vittorio. E i letti li avete rifatti? Ora vado a vedere Ma che razza di casino è questo?! Sacchetti di patatine e carte di caramelle nel letto? E non avete neanche riordinato? Non avete meritato neanche la polenta! Su, raccogliete la spazzatura e rifate i letti!
Non possiamo stare a digiuno! Davide guardò il nonno torvo. Siete cattivi!
Vittorio stava per esplodere, ma Bruna intervenne. Su, vi faccio vedere come si rifà il letto, e domani lo farete da soli, daccordo? E i panini solo dopo la polenta, va bene?
Li vizzi troppo, bisogna essere più severi borbottò Vittorio. Che testoni, e senza un briciolo di rispetto!
I nipoti di Livia e i suoi diventarono amici.
Ma i quattro insieme combinavano di tutto!
Se giocavano nel cortile di Bruna, poi lei, di nascosto da Vittorio, raccoglieva rami e bastoni chissà da dove arrivati. Avevano rovinato i fiori, entravano e uscivano continuamente, portavano erba e terra in casa, lasciavano briciole ovunque. Avevano scosso le sedie, e le porte sbattevano così forte che le tende quasi cadevano.
Un disastro!
Ma che razza di ragazzi sono?! si indignò Vittorio. Mai più, non voglio che tornino, se non sanno comportarsi! Su, Matteo, vieni con me, mi aiuterai a riparare le biciclette per te e Davide. E la nonna con Davide prepareranno il pranzo, perché anche voi dovete guadagnarvelo!
E tu lavorerai per il pranzo? chiese stupito Matteo.
Tu che credevi? Mi hai mai visto oziare o dormire fino a mezzogiorno? Nella vita niente è gratis, tutto si guadagna, ecco! E voi, già il primo giorno avete strappato pantaloni e magliette per fortuna la nonna aveva ancora dei vestiti di vostro padre. Adesso correte con i suoi pantaloni, ma niente cade dal cielo se non ci metti il lavoro!
E tu, Vittorio, non brontolare troppo, ricordati di comeri tu! lo rimproverò Bruna. Non fare langelo, ti conosco bene!
Quando tornarono a casa, i nipoti si lamentarono coi genitori:
Il nonno ci ha fatto lavorare e non ci dava il telefono!
Ma una settimana dopo, Enrico






