“Ma tu forse non conosci bene i ragazzi di oggi!”
“Ciao, Rosalba, ti vedo che lavori in giardino, ho pensato di venirti a salutare,” disse Graziella mentre esitava vicino al cancello.
Lei e Rosalba abitavano agli opposti del paese. Graziella e suo marito Vittorio vivevano vicino al fiume, mentre Rosalba era più vicina al bosco.
Prima quasi non si parlavano, tanto c’erano tanti altri vicini. Ma i nipoti dei vicini ormai erano già grandi. E questestate, i figli di Graziella volevano portarle i nipoti, Matteo e Luca, per un mese intero. Dicevano che si erano stancati della città.
Negli anni passati, la famiglia di suo figlio Niccolò stava meglio economicamente e andavano sempre in vacanza allestero. Ma ora le cose erano cambiate, e così si erano ricordati che i nonni vivevano in campagna, vicino al fiume. E avevano deciso di non venire solo per il weekend, come facevano a volte, ma di lasciare i ragazzi per un mese.
“Però, mamma, non vanno molto daccordo tra loro,” li aveva avvertiti Niccolò. “Luca, a tredici anni, si crede già grande. E Matteo non vuole sottomettersi a lui, litigano in continuazione!”
“Ma insomma, non riusciremo a gestire i nostri stessi nipoti? Portali pure, vedrai che ce la caviamo,” aveva risposto con entusiasmo Graziella. Ma dopo aver riagganciato, aveva ripensato alla cosa: i ragazzi oggi non sono più come una volta. A volte non sai nemmeno come avvicinarti. Li avevano portati solo da piccoli, per poco tempo. Come si sarebbero comportati adesso? Le veniva quasi paura, e se non ce lavesse fatta?
Vittorio, suo marito, era un uomo deciso, non avrebbe tollerato ribellioni. E le discussioni non servivano a nessuno.
Così Graziella decise di fare un salto da Rosalba, che pure aveva nipoti più o meno della stessa età.
Lei ricordava che, per tenere i ragazzi tranquilli, bisognava occuparli. Meno problemi avrebbero avuto, se si fossero fatti amici.
“Vieni, Graziella!” la salutò Rosalba. “Cosa mi devi dire?”
“Be, mi portano i nipoti per un mese, e i tuoi non sono più o meno della stessa età? Potremmo farli conoscere, se diventano amici sarà meglio per tutti,” propose Graziella.
“Ma tu forse non conosci bene i ragazzi di oggi!” rise Rosalba. “Non hai paura a tenerli così a lungo? I miei nipoti mi hanno fatto venire i nervi, e mio marito voleva persino rimandarli a casa. Ma insomma, se hai accettato, portali pure, facciamoli conoscere. Che altro possiamo fare, sono i nostri nipoti!”
Nel weekend arrivò Niccolò con sua moglie Paola e i figli, Luca e Matteo.
I ragazzi erano cresciuti, e si vedeva che erano felici di vedere i nonni. E Graziella si sentì sollevata.
Ma perché Rosalba laveva spaventata? Forse i suoi nipoti erano maleducati, ma i suoi erano così gentili e ben educati! E anche bravi a scuola, niente di cui preoccuparsi.
“Mamma, se succede qualcosa, chiamaci pure, parlerò io con loro,” disse Niccolò prima di andarsene. Ma Graziella fece un gesto rassicurante. “Ma dai, Niccolò, non è che non sappiamo come si crescono i figli!”
Quella sera, Luca e Matteo non riuscivano a calmarsi. Li misero a dormire nella stanza accanto, quella che una volta era di Niccolò.
Ma si vede che il cambiamento li aveva agitati, perché non riuscivano ad addormentarsi. Parlavano forte, e tutto quel trambusto disturbava anche Vittorio, che non era per niente contento.
“E perché hai accettato, Grazia? Non gli serviva il nostro paese, eccoli qua!”
La mattina dopo, invece, i nipoti non volevano svegliarsi.
Era quasi ora di pranzo, e dormivano ancora!
“Nonna, lasciaci dormire ancora un po,” borbottò Luca, il più grande.
Matteo, il più piccolo, dormiva così profondamente che non sentì neanche sua nonna.
“Ma quanto si può dormire?!” si indignò Graziella.
Poi notò qualcosa per terra. Si avvicinò e batté le mani per lo stupore.
Sul pavimento cerano i loro telefoni!
“Ma allora, avete giocato fino a tardi? Non si può fare così, vi sequestro questi telefoni, ecco!”
Luca saltò su immediatamente.
“Ridaccelo, non è tuo! La mamma me lo permette!”
“E io adesso la chiamo per sapere cosa ti permette!” disse Graziella, e Luca smise di cercare di riprendersi il telefono. Fece il broncio, sbatté la porta e le borbottò: “Chiamala pure!”
Per due ore non uscirono, e Vittorio stava per andare a vedere che razza di boicottaggio era quello al primo giorno! Ma alla fine i ragazzi uscirono, entrambi di pessimo umore.
“Non vogliamo la polenta, vogliamo le crocchette o dei panini caldi!”
“Ah sì? La polenta non vi piace? Allora andate a digiuno!” si arrabbiò Vittorio. “E avete fatto i letti? Vediamo un po cosa avete combinato! Da dove vengono questi pacchetti di patatine vuoti e queste carte di caramelle nel letto? E non avete sistemato niente? Non avete nemmeno meritato la polenta, forza, raccogliete la spazzatura e rifate i letti!”
“Non possiamo stare senza mangiare!” Matteo guardò il nonno torvo. “Siete cattivi!”
Vittorio stava per perdere le staffe, ma Graziella intervenne. “Va bene, vi mostro come si fa il letto, e domani lo fate da soli, daccordo? E i panini solo dopo la polenta, che ne dite?”
“Li vizzi troppo, bisogna essere più severi,” borbottò Vittorio. “Hanno una faccia tosta, e zero senso di responsabilità!”
I nipoti di Rosalba e i suoi diventarono amici.
Ma quello che combinavano in quattro!
Se giocavano in cortile da Graziella, poi lei, di nascosto da Vittorio, raccoglieva rami e bastoni chissà da dove spuntati. Avevano rotto i fiori, correvano dentro e fuori casa portando erba e sporco, mangiavano lasciando briciole ovunque. Le sedie traballavano, e le porte sbattevano così forte che quasi cadevano dai cardini.
Un disastro!
“Ma che razza di bambini sono questi?!” si lamentò Vittorio. “Mai più, non voglio che vengano, se non cè modo di gestirli! Luca, vieni con me, mi aiuti a riparare le bici per te e Matteo. E la nonna con Matteo prepareranno il pranzo, dobbiamo guadagnarcelo, no?”
“E anche tu lavorerai per il nonno?” chiese sorpreso Luca.
“E tu cosa pensavi? Mi hai mai visto senza far niente o dormire fino a mezzogiorno? Nella vita nulla è gratis, tutto si guadagna, ecco! E poi, il primo giorno avete già strappato pantaloni e magliette, per fortuna la nonna aveva ancora dei vestiti di vostro padre. Ora correte con i suoi pantaloni, ma le cose non nascono dal nulla, se non ci mettete il lavoro!”
“E tu, Vittorio, non brontolare troppo con loro, ricordati di quando eri giovane!” lo avvisò Graziella. “Non farti langelo, ti conosco bene!”
Quando tornarono a casa, i nipoti si lamentarono con i genitori:
“Il nonno ci ha fatto lavorare tanto, non ci dava i telefoni!”
Ma una settimana dopo, Niccol






