Madre Riluttante a Soccorrere la Figlia che un Tempo l’aveva Resa Senza Tetto

**10 Marzo, 2024**

La gente del paese non faceva che giudicarla. Come osava Viviana vivere in una bella villa mentre sua figlia, Simona, con due bambini, si arrangiava in una casupola? E Simona non faceva che peggiorare le cose, spargendo veleno su di lei. “Io devo attingere l’acqua dal pozzo, mentre lei ha l’acqua corrente. Compro la legna con gli ultimi soldi, e lei ha il gas!”, si lamentava con chi amava i pettegolezzi. Viviana cercava di ignorarli, camminando a testa alta. Ma come spiegare a tutti perché agiva così?

Tanti anni fa, aveva una famiglia perfetta: lei, suo marito e l’adorata Simona. Un appartamento di tre stanze, una vita agiata. Lei si occupava della casa e della figlia, che frequentava la scuola migliore e corsi di ogni tipo. Tutto filava liscio.

Poi, quando Simona compì quindici anni, il marito si ammalò. Viviana, da moglie devota, fece di tutto per curarlo. Servivano tanti soldi. Venderono tutto, tranne la casa. Ma non bastò. Dopo tre anni, lui se ne andò.

Per Viviana e Simona iniziò un periodo difficile. Senza risorse, Simona, abituata a una certa comodità, si ribellò. Viviana trovò lavoro in un negozio, faceva la cassiera, a volte puliva. Ma era una miseria. Simona finì il liceo ma si rifiutò di studiare: “Non abbiamo i soldi per l’università, e alle scuole professionali non ci vado. Non insistere”.

Eppure, amava divertirsi. E soprattutto era furba. Quando servivano soldi, diventava la “mammina cara”. Altrimenti: “Perché mi hai messa al mondo se non puoi aiutarmi?”. Continuò così, finché non arrivò Marco.

All’inizio Viviana fu felice: finalmente la figlia si era ravveduta. Marco sembrava un ragazzo perbene, vestito bene, sicuro di sé. Metteva a posto Simona con uno sguardo. Generoso, comprava cibi costosi. Le diceva persino “mamma” dal primo giorno. Insomma, un vero tesoro.

Vissero insieme sereni. Viviana tornava dal lavoro e trovava la casa pulita, la cena pronta. I giovani erano sempre fuori fino a tardi, ma lei non si intrometteva: erano giovani, li lasciava fare.

Dopo sei mesi, però, iniziarono i problemi. Simona piangeva spesso, Marco era sempre arrabbiato. Viviana non indagò, un errore che si sarebbe pentita di fare. Una sera, la chiamarono a parlare. “Mamma, vogliamo vivere da soli. Ci serve un appartamento”, disse Simona. “Ma io non vi disturbo, e non ho soldi per aiutarvi”, rispose Viviana. “Non è questo. Vendiamo la casa e dividiamo i soldi.”

Viviana esitò, ma Simona insistette. Prima con le buone, poi minacciando di vendere la sua parte. Alla fine, cedette. I giovani andarono all’incontro con i compratori… e sparirono. Con i soldi. Viviana rimase senza nulla, una donna di mezza età senza casa.

Affittare con il suo stipendio era impossibile. Cercò un lavoro con vitto incluso e lo trovò: badante di una signora anziana, Irma, il cui figlio benestante non poteva occuparsi di lei. Irma era esigente, voleva tutto in ordine. Viviana imparò a fare il pane nel forno a legna, a inamidare le tovaglie. Si adattò.

Dopo due anni, Irma morì improvvisamente. Il figlio, sapendo la sua storia, le offrì di comprare la casa a un prezzo simbolico, rateale. Viviana accettò, diventando padrona di casa.

Ma appena si sistemò, arrivò Simona, con due bambini. “Che bella casa! Dov’è la mia stanza?”, chiese, come se nulla fosse. “La tua stanza era nell’appartamento che hai venduto con Marco”, rispose Viviana. “Dov’è la mia parte? Ah, capisco. Marco ti ha piantata, vero?” Simona si mise sulla difensiva: “Era un giocatore d’azzardo. Ho sposato altri due uomini, ma niente. Allora ho pensato: la mamma non mi abbandonerà.”

“Ti sbagli”, tagliò corto Viviana. “Sei adulta, hai figli. Perché dovrei aiutarti? Hai avuto tutto ciò che potevo darti. Stanotte puoi restare, domani vattene.”

Simona rimase due settimane, poi comprò una casetta con un sussidio e vi si trasferì. Non permetteva a Viviana di vedere i nipoti. Così vissero vicine, ma distanti.

La riconciliazione arrivò quando Simona perse la casa in un incendio causato dal suo nuovo compagno. Fortunatamente lei e i bambini non c’erano. Viviana li ospitò senza esitare. Alla fine, non aveva nessun altro. Era tempo di perdonare. Il resto, solo Dio lo sa.

**Lezione:** A volte il sangue non basta. Bisogna meritarsi il perdono. Eppure, quando tutto crolla, è la famiglia che resta. Anche se fa male.

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