Mamma alla quale non devo niente

La mamma a cui non devo nulla

Giulia e Marco stavano preparando il loro grande giorno. Il giorno prima del matrimonio, la futura suocera, Anna Maria, venne a conoscere la madre dello sposo, Lidia Rossi. Si incontrarono a casa di Lidia, discutendo i dettagli del matrimonio e pranzando insieme. La mattina seguente, Anna Maria si preparò a tornare a casa, e Giulia laccompagnò alla porta.

“Allora, cosa ne pensi di Marco?” chiese alla madre.

“È un bravo ragazzo,” rispose lei con un sorriso, ma sospirò pesantemente.

“Mamma, che cè?” si stupì Giulia.

“Figlia mia, fai attenzione con sua madre. Ci sono molte cose che non sai ancora di lei.”

Quelle parole trovarono presto un significato.

Quando Giulia scoprì che la suocera voleva trasferirsi con loro, lo disse chiaramente al marito:

“Dovrai scegliere: o io o tua madre.”

“Non ho intenzione di scegliere,” rispose Marco con calma. “Restiamo così come siamo, e mia madre risolverà i suoi problemi da sola.”

“Quindi non la lascerai venire a vivere con noi?”

“Glielho già detto.”

“E come ha reagito?”

“Si è arrabbiata. Mi ha detto che sono un ingrato e che me ne pentirò.”

“Era prevedibile”

Lidia Rossi era andata in pensione prestoaveva lavorato per anni come hostess di volo.

“Basta. Ho lavorato abbastanza,” decise, ricevendo una pensione generosa, sicuramente più alta di quella della maggior parte delle persone.

Ma presto si rese conto che, per il suo stile di vita, quei soldi non bastavano. La soluzione fu ovvia: far ricadere le spese su suo figlio.

“Ti ho cresciuto, ti ho dato uneducazione. Ora è il tuo turno di fare il tuo dovere di figlio,” gli disse quando Marco aveva appena compiuto 23 anni. “Dal prossimo mese, pagherai laffitto e la spesa.”

“Daccordo,” rispose lui. “Ma se mi occupo di tutto, tu non ti intrometti più nella mia vita.”

Lei accettòe, bisogna dirlo, non lo disturbò mai. La vita di suo figlio non la interessava più di tanto. Marco era cresciuto soprattutto con i nonni, mentre lei viveva la sua vita, senza troppi successi.

Passarono gli anni. Il figlio crebbe, si trasferì da lei durante le superiori. Per cinque anni pagò laffitto e la mantenne. Lei intanto godeva la vita, spendendo la pensione solo per sé.

Quando Lidia compì cinquantanni, Marco portò a casa la moglie.

“Che elegante che siete!” disse Giulia, imbarazzata, al primo incontro con la suocera. “Non sembrate affatto una pensionata.”

Scoprendo che i giovani avrebbero vissuto con lei, Lidia si rallegrò: “Oh, benissimo,” disse, pensando: “Almeno non dovrò più cucinare.”

Giulia la credette sincera, ma Marco le chiarì la situazione:

“Mia madre non ha avuto il coraggio di cacciarci. Negli ultimi cinque anni, ho pagato tutto io.”

La visita di Anna Maria dissipò presto le illusioni già fragili:

“Figlia mia, stai attenta. Questa donna vive solo per sé stessa. Vi dimenticherà se le darete fastidio. Limportante è che tu tenga duro con tuo marito. Mi è piaciuto. Ma con sua madre non avete avuto fortuna.”

Passarono sei mesi. Lidia si innamorò. Un uomo di nome Andrea cominciò a farsi vedere sempre più spesso. E poi

“Avete due settimane per andarvene. Vendo lappartamento. Mi trasferisco a Firenze.”

“Scherzi?” chiese Marco, scioccato.

“Cosa? Ho tutto il diritto. Lappartamento è mio. Me lhanno regalato i miei genitori.”

“E ci butti fuori?”

“Sì. È tutto legale.”

Marco indossò in silenzio la giacca e uscì. Quella sera, lui e Giulia già impacchettavano le loro cose. Si trasferirono da un amico che cercava inquilini. Dopo un mese, Lidia vendette la casa e partì con Andrea per Firenze.

Qualche giorno dopo, Marco provò a chiederle un prestito:

“No, ovviamente no. Ho altre spese previste,” rispose freddamente la madre.

“Beh, buona fortuna,” disse lui.

“Anche a te,” sorrise lei. Non lo abbracciò nemmeno per salutarlo.

Passò un anno. Lidia chiamò: si era lasciata con Andrea, lui le aveva preso tutti i soldi ed era sparito. Lei era rimasta sola, senza casa. Tornò e dichiarò subito:

“Vivrò con voi.”

“No. Prendi i soldi che ti restano, chiedi un mutuo.”

“Un mutuo? Alla mia età? Con la pensione?”

“Trova un lavoro. Dovrai arrangiarti, come tutti.”

“Quindi non mi aiuti?”

“Non ti devo nulla, mamma.”

Lei esplose:

“Sei un ingrato! Ti ho cresciuto!”

“Io seguo solo il tuo esempio,” rispose il figlio con calma.

Lidia visse da amiche finché ebbe soldi. Poi, rifiuto dopo rifiuto. E tornò di nuovo dal figlio.

“Mamma, non sei malata né vecchia. Trovati un lavoro. Affitta almeno una stanza. Cerca.”

“Non ti dispiace per me?”

“No. Mi ricordi quella cicala che cantò tutta lestate.”

Più tardi, Lidia si sistemò non con un lavoro, ma con un nuovo matrimonio. Con il primo che capitò. Ma almeno aveva una casa.

Ma questa è già unaltra storia

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

2 × 1 =

Mamma alla quale non devo niente