Mamma, vi siete divertiti alla nostra villetta e ora tornatevene a casa!” — la nuora ha cacciato la suocera dalla sua proprietà

“Mamma, ci siamo divertiti abbastanza nella nostra casetta, ora puoi tornare a casa!”, la nuora cacciò la suocera dalla loro proprietà.

Elena ancora non riusciva a crederci. Avevano davvero una casa di campagna tutta loro! Ne avevano sognato per dieci lunghi anni, ma la vita continuava a mettergli i bastoni tra le ruote: prima il mutuo, poi i figli con la scuola, poi unaltra crisi Ma ora, controllando i conti, avevano deciso: era il momento di agire ora o mai più.

Suo marito Alessandro lavorava in unassicurazione, niente di straordinario, mentre Elena faceva la fisioterapista pediatrica. Guadagnava bene, ma comprare una casa fuori città sembrava un sogno impossibile. Però il destino aveva deciso altrimenti: quasi nello stesso periodo, erano morte sia sua nonna che quella di Alessandro, lasciando in eredità a ciascuno un appartamento in paesini di provincia.

Dopo lunghe discussioni, i due decisero di venderli entrambi, unire i soldi e realizzare il loro sogno comprare un terreno.

Lofferta arrivò in fretta. Dinverno pochi sono disposti a vendere immobili, tutti preferiscono aspettare la stagione estiva. Ma Ale era irremovibile.

“Poi ci ripenseremo, troveremo un milione di scuse e resteremo senza casa”, borbottava.

Elena era daccordo. Tutto sembrava andare a meraviglia!

Il terreno era perfetto. Elettricità, gas, allacciamenti tutto già pronto. Mancava solo costruire una casetta, almeno per lestate.

Decisero che, con larrivo della bella stagione, Alessandro avrebbe preso ferie e, insieme allamico Luca, si sarebbe messo al lavoro.

Lavorarono senza sosta, senza pause inutili. E dopo un mese, la giovane famiglia festeggiava il trasloco.

Certo, non cera molto dove dormire avevano steso materassi gonfiabili sul pavimento e portato coperte dalla città. Ma limportante era che ci fossero la cucina e lacqua corrente. Il resto poteva aspettare.

“Allora, Ale, congratulazioni!”, brindò Luca.

I due vuotarono i bicchieri, presero un pezzo di carne alla griglia, la coprirono di cipolla e ketchup e addentarono.

“Chi lavrebbe detto che tutto sarebbe successo così in fretta!”, disse Elena ammirata. “A Capodanno non sognavo nemmeno una casa al mare, e ora eccola qui!”, indicò la casetta.

Nonostante il buio che avanzava, il gruppo non aveva fretta di rientrare e continuava limprovvisato picnic allaperto.

“Pronto, tesoro, come va?”, chiese Maria con voce dolce.

E se era così tenera al telefono, sicuramente aveva in mente qualcosa.

“Mamma, tutto fantastico!”, esordì allegro Alessandro.

“Lo so. I nipoti mi hanno detto che avete comprato una casa al mare?”

“Esatto! Non una semplice casetta, ma una vera residenza estiva!”, dichiarò fiero.

“Ma dai, che ridere”, rise teatralmente la suocera, ma la sua voce si fece improvvisamente spenta. “Be, bravi”

“Mamma, e tu come stai?”, si riprese Ale.

“Eh, cosa vuoi che sia alla mia età I dottori dicono che ho bisogno di riposo, niente stress. Magari così il corpo si riprende Ma dove trovare un posto così? Le terme costano troppo, non me lo posso permettere”, continuò con tono significativo.

“Mamma, vieni da noi!”, propose entusiasta il figlio.

“Ma no, tesoro! Come se non aveste altro da fare! E poi Elena sarà contraria”, iniziò a tergiversare.

“Mamma, smettila. Vieni, punto e basta!”

“Va bene, Ale, vengo, visto che insisti. Ti faccio il tuo dolce preferito, quello della mamma.”

Quando Alessandro informò la moglie dellimminente arrivo della madre, lei non sembrò troppo contenta.

“Quindi, abbiamo comprato una casa al mare, e improvvisamente i dottori le consigliano aria di campagna?”, chiese Elena con sarcasmo.

“Eh sì”, rispose semplicemente Ale.

“Niente di strano, vero?”

“No, ha la pressione.”

“Ale, non hai capito. Non viene per la salute, ma per vedere la nuova casa!”

“Smettila. Verrà, starà una settimana e poi tornerà a casa.”

“Ti sei scordato cosa è successo lultima volta?”

Alessandro se lera davvero scordato, ma Elena no. Maria aveva fatto di tutto per rovinare il loro matrimonio: pettegolezzi, tentativi di litigarli, allusioni sul fatto che il figlio maggiore “non fosse della loro pasta”. E poi piccole cattiverie: la minestra troppo salata, la spolverata di bicarbonato al posto dello zucchero a velo. Elena, alla fine, laveva rimandata a casa col primo treno.

Elena non dubitava che questa volta Maria avrebbe ripetuto lo spettacolo. Ma non voleva mettere Ale contro sua madre. Forse, stavolta sarebbe andata diversamente?

“Ma che bello qui, ragazzi! Un angolo di paradiso! Laria, gli alberi, questa casetta adorabile”, elogiava Maria la nuova proprietà. “Sarà stata Elena a sceglierla! È così intelligente! Tienitela stretta, Ale, una moglie così è rara!”

“Novità, Maria, da dove questo cambio di atteggiamento?”, chiese Elena sorpresa.

“Tu sei sempre stata la mia preferita. Mio figlio è un po tonto, ma la nuora è doro. Abbiamo avuto le nostre divergenze, ma le abbiamo superate. Chi lascia la via vecchia”

“Quindi io sono tonto?”, rise Alessandro.

“Sì, ma il mio preferito”, sorrise Maria. “A proposito, cosa cè per cena?”

“Qui facciamo grigliate ogni sera!”, rispose Elena sorridendo. “Spero non le dispiaccia? È che non ci stanchiamo mai di cucinare allaperto.”

“Con piacere. Lultima volta che ho mangiato una grigliata è stato a Rimini. Ale andava ancora a scuola. Ti rendi conto di quanti anni fa?”

“Allora, Ale, occupati della griglia. Io intanto prendo la carne dal frigo.”

“Posso venire con te? Vorrei dare unaltra occhiata alla casa.”

“Certo, facciamo pure!”, annuì Elena.

Questa volta Maria sembrava davvero cambiata. Era allegra, scherzava e si mostrava particolarmente affettuosa con Elena. Elena pensò che il tempo avesse ammorbidito la suocera. Forse i vecchi litigi lavevano fatta riflettere. E poi, perché mai avrebbe dovuto rovinare il loro rapporto con Alessandro? Erano insieme da anni, avevano figli grandi, ora la casa al mare. E poi, Elena era una brava nuora: pratica, fedele, lavoratrice e ottima cuoca.

Mentre Ale e sua madre prendevano i piatti, il telefono squillò e rimase a faccia in su. Lo sguardo di Elena cadde sul messaggio, e non riuscì a distogliere gli occhi.

«Quando torni in città? Glielhai detto di noi? Aspetto tue notizie. Baci.»

Elena lasciò cadere il telefono, che atterrò morbido sullerba. I pensieri si accavallavano, uno più terribile dellaltro.

«Come dirlo ai figli? Come dividere lappartamento? Chi è questa donna? E soprattutto come ha potuto Ale fare una cosa simile?»

“Ecco i piatti!”, Alessandro li posò sul tavolo.

“Devo allontanarmi un attimo”, Elena non poteva stare vicino a lui in quel momento. Aveva bisogno di acqua fredda e di riprendere fiato.

Entrò di corsa in casa e si precipitò al lavandino.

“Che succede?”, Maria si scans

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