Marito e figli dimenticano il mio compleanno: mi aspettavo di tutto, tranne questo

10 maggio 2023

Oggi avrebbe dovuto essere un giorno straordinario: il mio quarantesimo compleanno. Invece, nella nostra piccola casa di Siena, dove i muri di pietra custodiscono anni di risate e litigi, ho capito di essere diventata invisibile persino agli occhi di chi amo.

Io, Vittoria, ho sempre messo marito e figli davanti a tutto. Ma oggi, quando nessuno si è ricordato della mia festa, qualcosa dentro di me si è rotto.

Mi sono preparata per mesi. Ho perso cinque chili, comprato un vestito nuovo da Luisa Spagnoli, perfino iniziato un corso di ceramica. Volevo che questo giorno fosse speciale. Invece, al risveglio, mio marito Luca è uscito borbottando: “Arrivo tardi stasera”. I ragazzi, Tommaso di 16 anni e Matteo di 14, immersi nei loro smartphone, non hanno detto una parola.

A pranzo ho provato a far capire a Tommaso: “Oggi è un giorno importante, vero?”. Mi ha fatto un cenno vago con la testa e se n’è andato. Quando ho chiamato Luca, parlava solo di un progetto all’ufficio. Ho decorato il soggiorno con palloncini, preparato una crostata di ricotta, indossato il vestito nuovo.

Al suo ritorno, Luca ha visto la tavola apparecchiata e ha chiesto: “Abbiamo ospiti?”. Il cuore mi si è stretto. “Luca… oggi compio quarant’anni”, ho sussurrato. Si è battuto la fronte: “Cavolo, Vittò, scusa! Con quel nuovo cliente mi sono distratto!”. I ragazzi hanno mormorato un frettoloso “Auguri” senza alzare gli occhi dal telefono.

Stavo per spegnere le candele della torta quando hanno bussato. Era una collega di Luca, la signora Bianchi. “Le ho portato i documenti che suo marito ha dimenticato”, ha detto, aggiungendo con imbarazzo: “Buon compleanno, comunque. Luca aveva accennato che non festeggiavate…”.

Mi è crollato il mondo addosso. Non solo si era dimenticato, ma aveva pure detto agli altri che non valeva la pena ricordarsene. “Perché hai detto così ai tuoi colleghi?”, gli ho chiesto tremando. Ha scrollato le spalle: “Dai, Vittoria, non esagerare. Rimediamo domani”.

Ho passato la notte a piangere. La vicina, la signora Rossetti, stamattina mi ha portato dei fiori. “Fatti un regalo da sola, te lo meriti”, mi ha detto. Ma le sue parole non bastano a cancellare il dolore.

Oggi ho imparato una lezione amara: perfino chi vive sotto il tuo stesso tetto può guardarti senza vedere. Forse è arrivato il momento di cominciare a volermi bene da sola, anche se nessun altro lo fa. Domani andrò in quel negozio di via Roma dove c’è il vestito che mi piace tanto. Lo comprerò. Per me.

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