Matrimonio Senza Amore
Dario sposò Anna per vendicarsi della sua amata. Voleva dimostrarle che il suo tradimento non lo aveva spezzato. Con Elena erano stati insieme quasi tre anni. L’amore per lei gli toglieva il senno: era pronto a gettarle il mondo ai piedi pur di vederla sorridere. Sognava il matrimonio, ma lei lo frenava: «Perché correre? Non ho ancora finito l’università, e la tua azienda è in bilico. Niente macchina decente, niente casa. Vivere con tua sorella? No, grazie, non ho intenzione di condividere la cucina con Giulia, anche se è mia amica».
Le sue parole lo ferirono, ma Dario sapeva che aveva ragione. Lui e Giulia vivevano stipati nell’appartamento dei genitori a Palermo, e l’azienda di famiglia, ereditata dopo la loro morte, faticava a sopravvivere. Aveva abbandonato gli studi per salvare il business. Decisero insieme di vendere la casa al mare—l’azienda veniva prima. In sei mesi, i debiti aumentarono: entrambi erano studenti, lui al quinto anno, Giulia al secondo. Il ricavato della vendita coprì i debiti, permise di rifornire il negozio e lasciare un piccolo fondo. Ma Elena viveva nel presente, senza pazienza. I suoi genitori le garantivano una vita spensierata, mentre Dario, diventato capofamiglia da un giorno all’altro, guardava al futuro diversamente. Credeva che, sistemate le cose, avrebbe avuto tutto: casa, macchina, sicurezza.
Poi, il colpo. Dario aspettava Elena davanti al cinema, come concordato al telefono. Gli aveva detto di non passare a prenderla—strano, perché odiava l’autobus. La cercava con lo sguardo quando lei arrivò su un SUV di lusso. «Scusa, è finita. Mi sposerò», gli disse, porgendogli un libro prima di sparire nell’auto. Lui rimase pietrificato. Cos’era cambiato in due giorni di trasferta?
Giulia capì tutto vedendolo: «Lo sai?» «Sì», rispose lui. «Si è trovata un riccone. Matrimonio il ventotto. Mi ha chiesto di farle da testimone, ho rifiutato. Che schifo! Intrighi alle tue spalle», scoppiò in lacrime per l’umiliazione subita dal fratello. «Tranquilla», la strinse Dario. «Che abbia tutto quel che vuole. Noi avremo di meglio».
Si chiuse in camera per un giorno intero. Giulia bussava: «Mangia qualcosa, ho fatto le crêpes». A sera uscì, gli occhi in fiamme: «Preparati». «Cosa hai in mente?» «Sposerò la prima che mi dice di sì». Giulia cercò di dissuaderlo: «Non puoi rovinare la vita a un’altra!» Ma lui era irremovibile: «Se non vieni, ci vado da solo».
Nel parco cittadino, tra la folla, una ragazza rise alla proposta, un’altra si allontanò spaventata, la terza, fissandolo negli occhi, rispose: «Sì». «Come ti chiami, bella?» «Anna», disse lei. Dario la trascinò con Giulia in un bar per festeggiare il «fidanzamento». A tavola, l’imbarazzo pesava. Giulia taceva, Dario ribolliva di vendetta. La cerimonia sarebbe stata lo stesso giorno di quella di Elena.
«C’è una ragione per cui hai chiesto a una sconosciuta di sposarti?», chiese piano Anna. «Se è un impulso, posso andarmene». «No, hai detto sì. Domani depositiamo la richiesta e andiamo dai tuoi genitori», tagliò corto Dario, strizzandole l’occhio: «Diamoci del tu!».
Nel mese prima del matrimonio si videro ogni giorno, imparando a conoscersi. «Spiegami, perché?», chiese una volta Anna. «Ognuno ha i suoi segreti», evitò lui. «E tu perché hai accettato?» «Mi sono immaginata una principessa data in sposa al primo che passa. Nelle fiabe finisce bene. Volevo provare».
La realtà era più complessa. Anna aveva amato e sofferto, perso i suoi modesti risparmi. Aveva imparato a leggere le persone. I corteggiatori vuoti li scansava subito. Non cercava l’uomo perfetto, ma uno intelligente e determinato. In Dario vide forza e serietà. Se fosse stato con degli amici e non con la sorella, sarebbe passata oltre.
«Che principessa sei? Biancaneve o Elena di Troia?», chiese Dario pensieroso. «Baciami e lo saprai», scherzò Anna. Ma non si baciarono. Dario organizzò tutto, Anna scelse tra le opzioni. Lui le comprò pure l’abito, ripetendo: «Sarai la più bella».
In comune, incrociarono Elena e il suo promesso sposo. Dario forzò un sorriso: «Congratulazioni», baciò l’ex sulla guancia. «Sii felice con il tuo magnate». «Non fare scenate», ringhiò Elena. Lanciò un’occhiata ad Anna—elegante, sicura, con un portamento da regina. Elena si sentì sconfitta. La gelosia le rodeva l’anima, la felicità le sfuggiva come una scommessa persa.
«Tutto bene?», fece Dario, fingendo. «È ancora tempo per ripensarci», sussurrò Anna. «No, finiamola questa farsa», tagliò corto lui. Ma nella sala, guardando gli occhi tristi di quella che ormai era sua moglie, capì il dolore che aveva causato. «Ti renderò felice», promise, credendoci.
Iniziò la vita coniugale. Giulia e Anna diventarono amiche, sostenendosi a vicenda. L’irruenta Giulia imparò a controllarsi, Anna, con il talento per l’economia, sistemò l’azienda. In un anno aprirono un secondo negozio, poi squadre di ristrutturazione. Gli affari prosperavano, i profitti triplicarono. Anna, come una maga, presentava le idee in modo che Dario le sentisse sue. Sembrava tutto perfetto, eppure la sua anima era inquieta. MancaMentre la macchina accelerava sulla strada di campagna, Dario finalmente capì che l’amore non era una vendetta, ma la scelta quotidiana di restare, e stringendo la mano di Anna, sentì che quel viaggio non era mai stato verso il passato, ma verso il futuro.