Meritocrazia in Azione

Ogni azione ha la sua conseguenza

Agire senza riflettere può portare a situazioni inaspettate. Ma tutto accade per un motivo, come voluto dal destino, che spesso mette alla prova la nostra pazienza, resistenza o fedeltà.

Sbattendo la porta con rabbia, Massimo uscì di casa, stringendo i pugni e digrignando i denti. Era furioso con sé stesso e con sua moglie, Livia.

“Un uomo forte e giovane come me, incapace di resistere a una donna. Mia moglie, che amo e per cui farei qualsiasi cosa. Eppure, non capisco cosa sbaglio,” pensava sconsolato.

Davvero non riusciva a capire perché Livia fosse sempre insoddisfatta di lui. I suoi sguardi di disprezzo, il tono freddo, i commenti sarcastici: tutto lo umiliava. Quel modo di trattarlo stava distruggendo il loro matrimonio. Nonostante fossero sposati da cinque anni e avessero un figlio di tre anni, Matteo.

Fino a poco tempo prima, Massimo correva a casa dal lavoro con un mazzo di rose e un regalo per lei. Quel giorno era il loro anniversario di nozze. Sperava che Livia sorridesse, che apprezzasse il dono, che lo ringraziasse per aver ricordato la data.

Le porse un grande mazzo di rose rosse e una scatolina con un ciondolo doro, un piccolo gioiello che aveva scelto con cura. Invece di ringraziarlo, lei gettò le rose sul divano e, aprendo la scatola, lo guardò come se fosse un oggetto da due soldi.

“È tutto quello che sai fare?” disse con disprezzo. “Credevo di aver sposato un uomo che mi avrebbe trattata come merito, e invece questo cosè? Non potevi regalarmi un anello con diamanti? Non valgo abbastanza dopo cinque anni di matrimonio? Ho sprecato i miei anni migliori con un fallito come te.”

Lanciò la scatola sul divano, accanto alle rose, e aggiunse con un ghigno: “Pensavo di aver sposato un vero uomo, ma sei solo un debole. Non sei nemmeno capace di guadagnare abbastanza.”

Massimo trattenne a stento la rabbia, amandola ancora nonostante tutto. Per questo era scappato di casa. Le critiche di Livia erano quotidiane, ingiuste e crudeli. Lui sopportava, cercando a volte di riderci sopra, ma sentiva che lei si allontanava sempre di più.

“Cosa devo fare per renderla felice?” si chiedeva. “Per far sì che smetta di rimproverarmi?”

Ogni volta che Livia alzava la voce, Matteo iniziava a piangere. Il bambino capiva che i genitori litigavano. Massimo cercava di farle notare il disagio del figlio, ma lei lo ignorava, ferendolo ancora di più.

Quel giorno aveva sperato di aggiustare le cose con il regalo, ma era andato come sempre. Livia aveva colto loccasione per ferirlo, sminuirlo. Niente cambiava mai.

Massimo camminò senza meta, finché non vide un bar ed entrò. Si sedette allo sgabello e chiese qualcosa di forte. Prima di bere, brindò da solo: “Alla nostra felice vita matrimoniale,” poi ne ordinò un altro.

Di solito non beveva, odiava perdere il controllo. Ma quella sera si lasciò andare. Non sapeva dove andare, ma di certo non a casa.

“Ciao,” sentì una voce femminile alle sue spalle. “Beviamo insieme?”

Anche se ubriaco, capì che era una sconosciuta. Ma notando i suoi occhi gonfi, rispose: “Perché no Anche tu hai avuto una brutta giornata?”

Massimo si svegliò presto, con un dolore lancinante alla testa. Non riconosceva la stanza, il letto, né la donna accanto a sé. Ricordò vagamente il bar e la ragazza. Capì di aver tradito sua moglie per la prima volta e si sentì in colpa. Vestitosi in fretta, uscì di nascosto.

Leggendo il nome della via, realizzò di non essere lontano da casa. “Che disastro. Livia non mi perdonerà mai. Forse se le compro un anello con diamanti”

A casa scoppiò un litigio. Livia, furiosa, voleva sapere dove fosse stato.

“Ho bevuto con un amico, per la nostra lite. Sono rimasto da lui,” mentì con sicurezza, e lei sembrò credergli. “Scusami, ti farò un regalo migliore,” disse, pentito.

Nei giorni seguenti, Livia sembrò più serena, quasi felice. Massimo era contento, ma il rimorso per quella notte lo tormentava.

Decise di comprarle un anello con diamanti, anche se non aveva abbastanza soldi. Chiese alla madre, che brontolò ma glieli diede.

Livia era a casa quel giorno, e Massimo volle farle una sorpresa. Prese un permesso dal lavoro, comprò lanello e un mazzo di rose bianche, poi tornò a casa in fretta.

“Finalmente sarà felice,” pensò. “Matteo è dai nonni, passeremo una giornata perfetta.”

Aprendo la porta con la chiave, sentì delle voci dalla camera. Entrò e vide la tavola apparecchiata, le candele, Livia vestita in modo provocante con un bicchiere di vino in mano. Sul divano, un uomo sconosciuto la stava facendo ridere.

“Non è la prima volta,” pensò Massimo, furioso.

Livia lo guardò impaurita, luomo sorpreso.

“Cosa stai facendo? Chi è questuomo? Da quanto tempo?” urlò Massimo.

Livia non mentì. “È Riccardo, luomo che ho sempre amato. Ci siamo lasciati prima di te, ma ora è tornato. Tu non mi serv

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

nine + 7 =

Meritocrazia in Azione