Mia madre cerca l’amore mentre io annego nelle responsabilità dei figli.

Mia madre cerca l’amore, e io affondo tra le preoccupazioni dei bambini.

Mia madre, Anna Rossi, mi ha praticamente cancellata dalla sua vita insieme ai miei figli. Sono sola a destreggiarmi tra due piccoli che hanno bisogno di attenzioni continue, mentre lei, la loro nonna, non si degna nemmeno di offrire un aiuto. Questa sofferenza mi divora dentro, e non so come gestire questo senso di solitudine e rancore.

Perché fa così? Non riesco a trovare una risposta. Ci siamo allontanate quando, a diciotto anni, sono andata via da casa, lasciando Firenze per iniziare la mia vita da adulta. Da allora, i nostri contatti si sono ridotti a rare telefonate. Credevo che la nascita dei miei figli ci avrebbe riavvicinate, ma ogni volta che le chiedo di venire o anche solo di ascoltarmi, interrompe la conversazione dopo pochi minuti: “Giulia, devo andare, ho da fare.” Ma cosa può esserci di più importante della famiglia? Non capisco.

Mia madre ha sempre voluto che fossi indipendente. Da giovane mi ripeteva che dovevo cavarmela da sola. E così, a diciotto anni, quando me ne sono andata di casa, ho dovuto lottare per trovare il mio posto nel mondo. Cercare lavoro, affittare un piccolo appartamento, contare ogni centesimo… tutto questo è ricaduto sulle mie spalle. Ce l’ho fatta, ma a che prezzo? E ora che sono madre a mia volta, speravo almeno un po’ di sostegno da lei. Invece niente.

Tutto il suo tempo lo dedica agli uomini. Corre da un appuntamento all’altro come una ragazzina, alla ricerca del “principe azzurro”, anche se ha superato i cinquant’anni. Non ho nulla contro la sua felicità, ma quando questo diventa l’unica cosa che conta, non riesco a tacere. I miei figli, i suoi nipoti, sentono la sua mancanza. Mi chiedono perché non viene mai, e io non so cosa rispondere. Ogni volta ha una scusa pronta: è occupata, è stanca, ha un “incontro interessante”.

L’altro giorno ho perso le staffe. Dopo l’ennesimo rifiuto a venire a trovarci, ho esploso. L’ho chiamata e le ho detto tutto quello che mi rodeva: “Mamma, non ti vergogni? Alla tua età dovresti stare con i nipoti, non correre dietro agli uomini!” Lei si è infuriata: “Ho speso tutta la mia vita per te, lavorando senza sosta, crescendoti da sola! Ora è il mio momento, Giulia! I nipoti sono una tua responsabilità, non mia!” Le sue parole mi hanno colpito come uno schiaffo. Sì, ha fatto tanto per me, ma è una ragione per voltare le spalle alla famiglia?

Vedo che si allontana sempre di più. Negli ultimi due anni ci siamo viste forse una volta al mese. È diventata fredda, quasi un’estranea. Persino nella sua voce non c’è più quel calore di una volta. Non le chiedo di sacrificare tutta la sua vita per noi, ma non riesco a credere che sia così difficile passare un pomeriggio con i bambini, giocare con loro, darmi un respiro. Temo che presto smetteremo del tutto di essere una famiglia.

Come farle capire che la vita non è solo cene romantiche e nuovi corteggiatori? Che la famiglia, il suo sangue, i suoi nipoti sono quello che conta davvero? Sono stanca di litigare, stanca di sentirmi inutile. A volte penso: che trovi pure il suo “principe”, si sistemi, e poi magari si ricorderà di noi. Ma nel fondo del cuore ho paura che questo “poi” non arriverà mai.

Non voglio perdere mia madre. Ma come mantenere un legame se lei per prima mi respinge? Io affondo tra le incombenze, e lei sembra non accorgersi nemmeno di quanto sia dura. Forse sono io l’egoista? O è lei che ha dimenticato cosa vuol dire essere una madre?

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