Ciao, ti racconto un po di quella storia che mi ha dato un bel grattacapo con la nuora.
Io e la mia nuora, Fiorenza, andiamo daccordo quasi sempre. Non ci facciamo mai litigare per cose piccole, e quando scoppia qualche discussione, troviamo subito un compromesso senza portare rancore.
Quando ho saputo che Fiorenza era incinta, mi sono sentito al settimo cielo. Manca poco a vedere un nipotino correre in casa nostra. Il mio figlio, Marco, era al settimo cielo anche lui: da tempo sperava di avere un maschietto, e appena ha saputo che il bambino sarebbe stato un maschietto, ha subito detto che lo avremmo chiamato come il suo papà, il nonno Gianni. Nella nostra famiglia è tradizione dare al maschietto il nome del nonno.
Fiorenza, però, non lha presa bene quando le ho ricordato questa usanza. Ha scoppiato una discussione, dicendo che avrebbe scelto il nome a modo suo e che non avrebbe tenuto conto del nostro parere. Ho provato a parlare con lei con calma, ma lei ha chiuso a chiave, sostenendo che la decisione era già presa. Marco ha provato a difenderci, ma sua moglie non voleva neanche sentire ragioni, arrivando a dire che i suoi genitori avrebbero preso il bambino in ospedale e lavrebbero tenuto a casa loro.
Marco è un marito premuroso, fa di tutto per dimostrare amore e affetto, ma Fiorenza sembra non apprezzarlo. È una ragazza piuttosto egocentrica; non riesce nemmeno a tacere per il bene del marito. Quando ho provato a spiegare limportanza della nostra tradizione, è intervenuta subito, tagliandomi la frase.
Con mio grande stupore ho scoperto che Fiorenza e Marco avevano già scelto un nome per il bebè e che volevano gestire tutta la faccenda da soli, senza considerare la mia opinione. Io vedo le cose diversamente, perché quel bambino sarà il mio nipote e dovrà continuare la nostra stirpe.
Lultima volta che il nome è tornato sul tavolo, Fiorenza mi ha risposto in maniera brusca, dicendo non è affar tuo. Sono rimasto senza parole. Ho investito tutto il mio cuore e la mia energia in Marco, e ora mi sento messo da parte. Non capisco come fare, come continuare la mia vita e come relazionarmi sia con Fiorenza che con il mio stesso figlio.
Che dire, amico, mi sento davvero in un limbo. Spero solo che con un po di pazienza e qualche chiacchierata in più si possa trovare un compromesso che rispetti le tradizioni e, al tempo stesso, la felicità di tutti. Un abbraccio.





