Mia zia mi ha lasciato la casa, ma i miei genitori non erano d’accordo: volevano che la vendessi e gli dessi i soldi, mantenendo la mia parte. Hanno affermato all’unanimità che non avevo diritto a questa casa.

Mia zia mi ha lasciato la casa, ma i miei genitori non erano daccordo. Volevano che vendessi la casa, mi dessero i soldi e tenessi la mia parte. Hanno affermato allunisono che non avevo alcun diritto su quella proprietà.

A volte i più vicini possono rivelarsi i nemici più pericolosi.

È difficile da accettare, ma i miei genitori mi odiano davvero. Spesso mi chiedo se siano davvero la mia famiglia. Non è lo stesso per la mia sorellina, che non ha nulla a che vedere con loro. Io e lei siamo opposte; non voglio assomigliarle, il suo carattere non mi piace affatto. Eppure i miei genitori lhanno sempre tenuta come modello.

Ginevra ha appena iniziato lottava classe, è sempre sgarbata con gli adulti e non si cura di nulla. Non so a chi ispirarmi Nonostante io sia la primogenita, Ginevra compra vestiti nuovi mentre io indosso abiti usati che lei non vuole più.

Nessuno credeva fossimo sorelle. Io ero educata e ordinata, lei volgare e sregolata. Laffetto lo trovai solo in zia Carla, sorella di mio padre. Non avendo figli, mi ha cresciuta, ed è stata più vicina a me di genitori e sorella. Trascorrevamo ore insieme e lei mi ha insegnato tutto ciò che so. Mi sentivo a casa da zia Carla, e non volevo più tornare.

Oggi posso affermare che zia Carla mi ha cresciuta. Era sarta e ha trasmesso a me la sua passione per la cucitura. Zia Carla era affetta da una malattia incurabile, perciò non aveva fretta di formare una famiglia. Dopo il diploma, è morta, lasciandomi la sua piccola casa a Siena.

Ma il dolore per la perdita di una persona cara non si placò. Leredità mi sembrava un dono del destino: finalmente potevo uscire da quel labirinto e vivere serenamente. Lunica preoccupazione era che mio padre si considerasse erede diretto di quella casa. Temendo uno scandalo, mi preparai.

Le mie paure si concretizzarono quando genitori e Ginevra vennero a conoscenza di tutto. Volevano che vendessi la casa, mi dessero il denaro e ne tenessi una parte. Insistettero che non avevo alcun diritto su quella proprietà.

Quando i loro argomenti non funzionavano, cominciarono a fare appello alla pietà, ricordando che eravamo una famiglia, evocando i legami di sangue.

Io ho la mia posizione: venderò la casa, ma solo per comprare una nuova abitazione il più lontano possibile da loro. Anche con la pistola puntata, non rivelerò il mio nuovo indirizzo. Merito una vita felice senza il loro veleno.

Desidero chiudere tutto al più presto e ricominciare da zero. Alla fine ho capito che la vera libertà nasce dal rispetto per sé stessi, non dal tentativo di fuggire dalle ombre altrui.

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Mia zia mi ha lasciato la casa, ma i miei genitori non erano d’accordo: volevano che la vendessi e gli dessi i soldi, mantenendo la mia parte. Hanno affermato all’unanimità che non avevo diritto a questa casa.