**Micio è sparito**
“Annalisa, sei a casa?” Sandro entrò di corsa nellappartamento e si bloccò vedendo la moglie nellingresso. Era accovacciata a terra e singhiozzava senza controllo. “Non ho capito niente al telefono. Piangevi così forte che non si sentiva una parola. Poi, come se non bastasse, la batteria si è scaricata. Che succede, tesoro? Sei sconvolta.”
“Micio è sparito” riuscì a dire Annalisa a fatica. “Non cè più in casa.”
“Come sarebbe sparito?!” Sandro si irrigidì. “Dove potrebbe essere andato? Riesci a spiegarmi meglio? Magari si è nascosto da qualche parte.”
“No. Tua sorella Vittoria Insomma, ha detto che Micio è scappato per sbaglio nel corridoio mentre usciva con il piccolo Mattia per farlo passeggiare. Ma tu lo sai bene, Sandro, il nostro Micio Lui non scapperebbe mai da solo. Perché dovrebbe andarsene, dopo che labbiamo salvato dalla strada? Credo che labbia lasciato uscire apposta”
“Cosa?!” Sandro serrò i pugni. “Dovè adesso? Dovè Vittoria?”
“Credo sia andata al supermercato Non lo so. Ho cercato Micio dappertutto, ma non cè traccia di lui. E nessuno lha visto in giro. Come è possibile, Sandro? Davvero una persona può essere così crudele da cacciare una creatura indifesa al freddo? Dinverno? Che razza di cuore ha?”
“Una persona normale, no. Ma Vittoria Vittoria sì. Tanto più che ha già fatto una cosa simile in passato. Non preoccuparti, oggi stesso non metterà più piede in questa casa. Accidenti, perché labbiamo mai fatta entrare?”
***
Un mese prima
Sandro camminava verso la fermata dellautobus quando notò qualcosa di grigio sotto un cumulo di neve.
Allinizio pensò fosse un sasso, ma era strano: tremava come un vecchio frigorifero sovietico.
Forse fu proprio questo a catturare la sua attenzione. Mai avrebbe immaginato che un sasso potesse tremare dal freddo.
Curioso, si avvicinò e scoprì che non era un sasso, ma un piccolo gattino grigio.
“Mamma mia” borbottò, grattandosi la nuca. “Che ci fai qui, piccolino?”
Domanda retorica, ovviamente.
Sapeva benissimo cosa ci facessero gli animali domestici in strada: sopravvivevano come potevano. E quel gattino cercava solo di non morire assiderato.
Non miagolava, non chiedeva aiuto. Stava lì, immobile, tremante. Come se avesse già accettato che nessuno si sarebbe fermato per lui.
Sandro lo raccolse delicatamente, gli tolse la neve dal pelo e lo infilò sotto la giacca, correndo verso lautobus che stava arrivando.
Mentre tornava a casa, ricordò che Annalisa voleva da tempo un gattino grigio a strisce, ma non avevano mai trovato il momento di andare in un rifugio.
E ora il destino glielo aveva messo davanti ai piedi. E quando il destino ti offre qualcosa, meglio accettare.
“Annalisa, ho una sorpresa per te!” annunciò felice entrando in casa.
“Ah, ultimamente mi vizii troppo!” rise la moglie, venendogli incontro. “Prima gli orecchini doro, poi il telefono nuovo che volevo da mesi, poi i biglietti per il cinema Coshai combinato stavolta? Vacanze sulla neve?”
“Meglio!” Sandro aprì la giacca e tirò fuori il gattino. “Ecco! Lho trovato per strada. Non volevi proprio uno grigio a strisce?”
“Santo cielo!” esclamò Annalisa. “È gelato, poverino! Daglielo qui, lo scaldo io. Tu vai a lavarti le mani, la cena è pronta.”
Lo guardò meglio e sorrise: “Che carino che è”
E così Sandro e Annalisa ebbero Micio. Ci misero un po a decidere il nome, ma alla fine scelsero un classico.
“Mi sembra che Micio gli si addica più di un Tom o un Luca.”
“Daccordo, amore.”
Quel lieto evento era avvenuto a fine novembre, col primo freddo. Micio non aveva mai conosciuto i pericoli della strada in inverno.
E meno male. Perché per molti animali, quellesperienza è lultima.
In quelle due settimane, Sandro e Annalisa si erano affezionati moltissimo a lui.
Anzi, lo avevano amato dal primo giorno, ma con il passare del tempo quellamore era solo cresciuto.
Anche a Micio piacevano Sandro e Annalisa. Gente buona, che non lo avrebbe mai maltrattato o cacciato come i suoi vecchi padroni. Perciò si sentiva al sicuro.
Persino quando faceva cadere qualcosa dal tavolo o dal comò, non lo sgridavano, gli dicevano solo di stare attento la prossima volta.
“Certo che sì!” miagolava convinto, saltando per la decima volta sul comò e facendo cadere di nuovo il telecomando.
Insomma, tutto andava bene finché un giorno bussarono alla porta.
“Chi può essere di domenica mattina?” Sandro si strofinò gli occhi e guardò lorologio: le sei e mezza. Fuori era ancora buio.
“I vicini?” ipotizzò Annalisa. “Forse hanno un problema?”
“Vado a vedere.”
Aprendo la porta, Sandro trovò sua sorella Vittoria. E non da sola: con sé aveva il figlio Mattia, di cinque anni.
“Ciao, fratellino!” sorrise lei. “Siamo venuti a farti visita. Non ti dispiace, vero?”
“Be, in realtà”
“Lo so, lo so, avrei dovuto avvisare. Ma è successo tutto allimprovviso, e a questora non avresti risposto al telefono. Quindi ho pensato di venire direttamente. Ci fai entrare? E mi aiuti a portare la valigia? Sono quasi morta a trascinarla fino al quarto piano.”
Sandro, ovviamente, li fece entrare. Ma quella valigia lo insospettì. Di solito, gli ospiti non arrivano con i bagagli.
“Che è successo?”
“Non è ovvio?” rispose Vittoria con unaltra domanda. “Mio marito mi ha cacciata di casa. Si è trovato unaltra donna, ti rendi conto? E io non ho dove andare. Se non ti dispiace, resto da voi per un po. Finché non capisco cosa fare. Tanto ormai manca poco a Capodanno, potremmo festeggiarlo insieme. Bello, no? Quattro anni che quasi non ci parliamo eppure siamo fratelli.”
“Tu sai perché non ci parliamo Con le bugie non si costruisce un bel rapporto.”
“Ma dai, basta rimuginare sul passato. Chi la fa laspetti, no? Quante volte me lo devi rinfacciare? Ho sbagliato, capita a tutti.”
Sandro stava per ribattere, ma allultimo momento cambiò idea.
Non voleva iniziare la giornata litigando.
E poi, Annalisa non avrebbe approvato se avesse attaccato Vittoria, appena cacciata di casa dal marito.
Anche se di motivi per criticarla ne aveva eccome.
Cinque anni prima, era morto il padre di Sandro e Vittoria. Viveva da solo, ma li aiutava spesso. E a Milano aveva un grande trilocale che sarebbe dovuto andare a entrambi.
Vittoria, allepoca incinta (di chi, ancora oggi non si sa), aveva convinto Sandro a rinunciare alla sua parte delleredità. Con la complicità della madre, ovviamente.
“Figliolo, Vittoria avrà un bambino. Lei ha bisogno di una casa