Mio marito Enrico negli ultimi tempi si è montato la testa così tanto da credersi il centro dell’universo, al punto da sentirsi in diritto di dettarmi condizioni. E non certo delle qualunque, ma quelle che ti fanno gelare il sangue nelle vene. Ha avuto il coraggio di dirmi che avrebbe chiesto il divorzio se non avessi smesso di parlare con mia figlia Beatrice, avuta dal primo matrimonio. Sul serio? Quella è mia figlia, la mia carne, la mia vita. E lui crede di poterla cancellare dal mio cuore con le sue minacce? Ancora non riesco a credere che l’uomo con cui ho condiviso anni della mia vita sia arrivato a tanto.
Tutto è iniziato un paio di mesi fa. Enrico è sempre stato un tipo con un caratterino, ma prima lo vedevo come un pregio più che un difetto. Sicuro di sé, determinato, abituato a fare di testa sua. Quando ci siamo sposati, credevo di aver trovato un partner affidabile, che mi avrebbe sostenuta e accettato la mia famiglia. Beatrice era piccola allora, aveva appena cinque anni. Lo aveva subito accolto, gli si era affezionata, lo chiamava “papà Rico”. Ero felice nel vederli andare d’accordo. Ma con il tempo qualcosa è cambiato.
Enrico ha cominciato a distanziarsi da Beatrice. All’inizio erano piccole cose: non le chiedeva più come era andata la giornata a scuola, non aveva più voglia di giocare con lei come prima. Lo attribuivo alla stanchezza: lavora tanto, torna spesso tardi la sera. Poi, però, ha iniziato a irritarsi quando parlavo di Beatrice. “Le dedichi troppo tempo”, mi ha detto una volta a cena. Sono rimasta di sale. Beatrice è mia figlia, come potrei non dedicarle tempo? Vive con mia mamma, Maria Luisa, in un paese vicino, e la vedo solo nei weekend. Quegli incontri sono la mia ancora, il mio modo di restarle vicina nonostante la distanza.
Poi sono arrivati gli ultimatum. Un mese fa, Enrico si è seduto di fronte a me in cucina, ha incrociato le braccia e con aria impassibile ha detto: “Non voglio più che tu vada da Beatrice ogni fine settimana. Disturba la nostra famiglia.” Ho creduto di aver sentito male. Quale famiglia disturba? Siamo solo noi due, non abbiamo figli insieme, e Beatrice è parte della mia vita. Ho provato a spiegargli che non potevo abbandonare mia figlia, che ha già sofferto abbastanza per il divorzio dei suoi genitori, che ha bisogno del mio affetto. Ma Enrico ha solo scrollato le spalle: “È già grande, se la caverà. Se non smetti, chiederò il divorzio.”
Sono rimasta fulminata. Divorzio? Perché voglio essere una madre per mia figlia? Era così assurdo che non sapevo nemmeno come reagire. In quel momento ho capito che l’uomo che consideravo il mio sostegno non mi vedeva come una moglie, ma come qualcuno che doveva seguire le sue regole. Non voleva solo limitare il mio rapporto con Beatrice—voleva controllare la mia vita.
Ho cominciato a ripensare ad altri momenti. A quando Enrico criticava mia madre, Maria Luisa, perché “viziava troppo” Beatrice. A quando storceva il naso se compravo un regalo a mia figlia o pagavo i suoi corsi. A quando una volta ha detto che “il passato deve restare nel passato”, riferendosi al mio primo matrimonio e a mia figlia. Allora l’avevo ignorato, ma ora tutto aveva un senso. Non voleva solo rifiutare Beatrice—voleva che sparisse dalla nostra vita.
Non so che fare. Una parte di me vorrebbe fare le valigie e andarmene subito. Non posso vivere con un uomo che mi fa richieste simili. Ma un’altra parte ha paura. Siamo insieme da sette anni, abbiamo una casa, progetti in comune. Ho investito tanto in questa relazione, tante speranze. E poi, come spiegherei a Beatrice che sua mamma è di nuovo sola? Già mi chiede perché papà Rico non la chiama più e non viene a trovarla. Come potrei dirle che vuole che io la dimentichi?
Maria Luisa, mia mamma, dice che devo proteggere mia figlia, anche se questo significa perdere mio marito. “Non ti perdonerai mai se scegli lui invece di Beatrice”, mi ha detto al telefono. E ha ragione. Beatrice non è solo un pezzo del mio passato, è il mio cuore, la mia responsabilità. Ricordo quando l’ho tenuta in braccio appena nata, la sua prima risata, i suoi primi passi. Non posso tradirla per un uomo che la vede come un problema.
Ma Enrico non molla. L’altro giorno ha ripreso l’argomento, e le sue parole sono state ancora più dure: “O scegli me, o tua figlia. Non ho intenzione di vivere con una donna che va a rimestare nel passato ogni settimana.” Sono rimasta in silenzio, perché sapevo che qualsiasi risposta l’avrebbe solo infiammato ancora di più. Ma dentro di me avevo già deciso. Non smetterò di vedere Beatrice. Mai. Nemmeno se dovessi perdere il matrimonio.
Ora penso a come andare avanti. Forse dovrei parlare con un avvocato per capire cosa mi aspetta in caso di divorzio. Magari trovare un lavoro migliore per essere indipendente economicamente. Ho persino iniziato a guardare appartamenti nel paese dove vive Beatrice, per starle più vicina. È spaventoso, ma allo stesso tempo mi dà speranza. Voglio che mia figlia sappia che la sua mamma ci sarà sempre, a qualsiasi costo.
Enrico forse crede che le sue minacce mi faranno obbedire. Ma si sbaglia. Non sono il tipo che vive seguendo le regole degli altri, soprattutto se significano rinunciare alle cose più preziose. Sceglierò Beatrice. E se dovessi ricominciare da zero, sono pronta. Per lei. Per noi.