Mio marito si rifiuta di lasciare l’appartamento ereditato dalla zia a nostra figlia: è giusto assegnarlo subito alla primogenita o venderlo e dividere il ricavato tra tutti i figli?

Caro diario,

Oggi sento il bisogno di mettere nero su bianco i miei pensieri, forse perché largomento mi pesa sul cuore. Ho discusso ancora una volta con mio marito, Antonio, riguardo allappartamento che sua zia gli ha lasciato in eredità. È un piccolo bilocale nel centro di Bologna, niente di lussuoso, ma situato in una zona davvero comoda.

Io e Antonio abbiamo tre figli: la nostra primogenita, Giulia, ha diciannove anni e studia alluniversità; Matteo ne ha dodici, e il più piccolo, Lorenzo, solo cinque. Viviamo in un ampio trilocale, dove i ragazzi hanno tutto lo spazio necessario e la nostra vita scorre serena, almeno fino a quando non si parla di quellappartamento.

La discussione nasce perché io credo che sarebbe giusto che Giulia si trasferisse lì. Ormai è una ragazza grande, forse tra qualche anno metterà su famiglia, e un po di indipendenza le farebbe bene. Antonio, tuttavia, è convinto che darlo a lei sia uningiustizia verso i fratelli e sostiene che la soluzione migliore sarebbe vendere e dividere il valoresono circa centomila euroequamente tra i tre, così nessuno si sente escluso.

Francamente questa proposta mi sembra poco sensata: quei soldi sarebbero vincolati fino alla maggiore età dei maschi e, nel frattempo, dubito che Giulia ci possa ricavare altro che comprarsi una macchina usata. Continuo a pensare che, come dice il proverbio, meglio un uovo oggi che una gallina domani; almeno lei potrebbe avere una casa e noi potremmo trovare in futuro una soluzione per i ragazzi, quando cresceranno.

Antonio ha paura che, dando la casa a Giulia, si scatenino gelosie e dissapori tra fratelli, compromettendo la loro armonia. Io, al contrario, credo che i piccoli siano ancora troppo giovani per capire, e che tanto tempo abbiamo ancora per studiare cosa fare per loro.

Abbiamo deciso di non dire nulla a Giulia, almeno per ora: lappartamento è in condizioni pietose e servirebbero tanti soldi per ristrutturarlo. In questo momento, non possiamo permettercelo, quindi la discussione rimane in sospeso e tutta sulle nostre spalle.

Mi domando: chi ha ragione fra me e Antonio? Devo insistere su questa strada o forse dovrei ascoltare di più il punto di vista di mio marito? Ci sarà forse unopzione alternativa che non vediamo e che qualcun altro, al posto nostro, saprebbe trovare?

Chissà. Spero che scrivere i miei pensieri mi aiuti a vedere la questione più chiaramente.

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