**Il misterioso sacco: un dramma di rivalsa**
In un paesino di mare della Puglia, dove la foschia mattutina si posa sui tetti e l’odore del rosmarino si mischia alla salsedine, Alessio trascina a fatica un enorme sacco bianco fino al portone e sospira affaticato.
— Che peso! — borbotta, gettando un’occhiata al suo carico.
Si asciuga il sudore dalla fronte e digita il codice sul citofono.
— Alessio, sei tu? — risponde la voce della suocera, mentre lui spinge il sacco verso l’ascensore.
Una volta in cucina, lo posa vicino al tavolo.
— Alessio, cos’è questa roba?! — esclama Tamara, incrociando le braccia con sospetto.
Alessio socchiude gli occhi con fare furbo.
— Vedrete ora! — dice, iniziando a svuotare il sacco sul tavolo.
— Santo cielo, ma perché così tanto?! — la suocera sgrana gli occhi.
Prima di conoscere Alessio, Tamara si considerava un esempio di parsimonia. Sua figlia Giulia la pensava così, ma ne soffriva.
— Giulia, rimetti giù quel detersivo! — comandava Tamara al supermercato. — Prendi quello accanto, costa la metà! E puoi prenderne anche di più!
— Mamma, ma fa schifo… — obiettava Giulia.
— È uguale, solo che non è pubblicizzato! Detersivo è detersivo! Ma come fai a essere così ingenua?
Giulia mugugnava qualcosa su chi risparmia e poi spende il doppio, ma alla fine obbediva.
Se col detersivo si adattava, con i vestiti era più dura.
— Mamma, guarda, mi sta bene? — mostrava una nuova gonna.
— Un’altra? Quanto hai speso? — aggrottava la fronte Tamara.
— Che importa? Non compro nulla da mesi! L’importante è che mi piaccia!
— Ma il prezzo conta! — la suocera la fissava con occhi di ghiaccio.
Giulia diceva la cifra, sapendo già la reazione.
— Mamma santissima! Non vale tutto quel denaro!
— Basta! Con questi soldi ormai non si compra più niente! Io voglio vestirmi bene, ho finito i vestiti di due anni fa! — protestava Giulia.
— Si può essere eleganti spendendo meno! — replicava secca Tamara.
Le discussioni sulla qualità della stoffa o sulla perfetta vestibilità erano inutili.
— Mamma, perché sei così tirchia? Non siamo poveri!
— E non lo siamo perché so risparmiare! Tu invece sei come tuo padre, uno sprecone!
Giulia taceva, ricordando il divorzio dei genitori. Litigi, divisione dei beni, battaglie per gli alimenti… tutto aveva trasformato Tamara in un’avara senza rimedio.
All’università, Giulia non invitava mai nessuno a casa. Per sua madre, gli ospiti erano solo spese inutili.
— Non capisco queste riunioni! — borbottava. — Si radunano, mangiano, bevono, chiacchierano, e poi chi lava i piatti? Chi riempie il frigo?
Giulia provava a spiegare, ma poi rinunciava. Dopo la laurea trovò lavoro e conobbe Alessio.
— A mamma non piacerà, — capì subito.
Alessio non aveva nulla di ciò che Tamara apprezzava: né casa, né genitori ricchi, né eredità. Un semplice impiegato, ma con ambizioni. E le ambizioni, secondo la suocera, non si possono toccare. Giulia rimandò l’incontro, ma quando Alessio parlò di matrimonio, dovette cedere.
— Alessio, mia madre è… particolare, — avvertì. — Molto parsimoniosa.
— È una virtù, — scrollò le spalle lui.
— No, non capisci. È… tirchia come non si è mai visto! Conterà ogni boccone che mangi. Preparati a sopportare. Dopo il matrimonio affitteremo casa, e lei potrà continuare a risparmiare.
— Sciocchezze! — sorrise Alessio. — Affronteremo. Anzi, viviamo con lei. Non riusciremo mai a permetterci una casa, e dai miei è pieno come un alveare. Decidi tu!
Giulia rifletté: *”Alessio non sa cosa combina mamma. Ma possiamo provare. Se non va, ce ne andiamo.”*
— Va bene, tentiamo, — acconsentì. — Ma se diventa insopportabile, avvertimi subito.
— Mi sottovaluti, — strizzò l’occhio Alessio.
Il matrimonio fu sobrio, cosa che rallegrò Tamara.
— Giusto, niente sprechi! — approvò.
Quando scoprì che i giovani sarebbero vissuti con lei, si turbò un attimo, ma trovò un senso alla cosa.
— Va bene, risparmierete per la casa. Ma le mie regole non cambiano!
— E non deve! — intervenne Alessio. — Lei, Tamara, è un esempio! I giovani non sanno risparmiare e poi si lamentano. Io sono dalla sua parte!
La suocera arrossì di piacere.
— Che genero! Povero ma intelligente. Con questa mentalità andrà lontano!
Alessio conquistò presto la sua fiducia:
— Io mi occupo della spesa per tutti. So dove costa meno. Risparmieremo con intelligenza!
— Alessio, sei un tesoro! — si commosse Tamara.
Giulia ascoltava incredula, mentre lui le strizzava l’occhio.
Presto gli armadi scoppiavano di scorte. Alessio mantenne la parola, e Tamara gioiva come una bambina. Ma non durò.
— No, così non va! — Alessio le tolse il misurino del detersivo, ne versò metà e glielo restituì. — Basta così!
Tamara lo guardò perplessa.
— Alessio, è troppo poco, non pulirà…
— Se fa schiuma, è pulito! — sentenziò lui.
Tamara sgranò gli occhi, ma pensò: *”Forse ha ragione?”*
Più tardi chiese a Giulia:
— Quali sono le debolezze di tua madre? Cosa le piace?
— Ah! — ricordò Giulia. — È fissata con le stoviglie. Mai usate. Risparmia su tutto, ma i piatti devono essere nuovi e belli.
— Capito, — sorrise Alessio. — È uno spreco. Lo correggeremo!
— Tamara, guarda che servizio ho trovato online a poco! — mostrò tazze e piatti.
La suocera storse il naso.
— Online? Sono usati!
— E allora? Li lavi e sono come nuovi!
— Non li voglio! Chissà chi ci ha mangiato!
— Io non li uso. Compro solo roba nuova!
— E il risparmio? — fece finta di stupirsi Alessio.
— Per le stoviglie faccio un’eccezione.
— Va bene. Ma ricordatevi, se un giorno anche noi vorremo un’eccezione… — sospirò.
Tamara sentì un inganno, ma non capì dove.
— Primo round a noi! — sussurrò Alessio a Giulia quella sera.
— Davvero hai smosso mamma? — si stupì lei.
— Un po’. Ma è solo l’inizio, — promise misterioso.
Il passo successivo glielo suggerì l’amico Paolo. Sua madre era morta, e lo chiamò per svuotare l’appartamento.
— Alessio, non immagini quante cose ha accumulato: saponi, detersivi, lenzuola, vestiti… tutto nuovo! E viveva da povera. Sono sbalordito!
Alessio andò ad aiutare.
— Accidenti! — fischiettò, vedendo le montagne di roba. — Dovevo visitarla più spesso.
— Sì… Lavoravo fuori, la chiamavo, sembrava tutto a posto. E invece!— Prendi quello che ti serve, altrimenti butto tutto, — disse Paolo, e Alessio riempì il sacco di saponette, pensando già al prossimo passo del suo piano.