“Signora Natalina, buongiorno. Sono Ginevra, la vostra futura nuora. Vorrei incontrarvi per parlare. Quando e dove vi fa comodo?”
Natalina si irrigidì, soprattutto alle parole “futura nuora”. Ma che novità erano queste? Giacomo non le aveva detto niente di un matrimonio con questa ragazza.
“Buongiorno, Ginevra. Oggi alle sei a casa mia, vi aspetto.”
“Chissà cosa vuole dirmi? Forse è incinta? Certo, lavrà fatto apposta per costringere Giacomo a sposarla, queste cose si conoscono. Ma cosa gli passa per la testa? Non è certo al suo livello. Lui, architetto con un futuro brillante, con lappartamento, la macchina, intelligente e di bellaspetto. Uno sposo da far invidia a tutte. Sarebbe potuto scegliere chiunque, e invece prende questa ragazzina”
Natalina mise in ordine la casa e fece un salto al supermercato. Aveva un brutto presentimento.
Ginevra laveva vista un paio di volte e, fin dal primo incontro, le era subito antipatica. Giacomo laveva portata a conoscerla, poi per prendere un caffè, per chiacchierare. E ogni volta, Natalina gli diceva chiaramente cosa pensava di quella ragazza.
“Figlio mio, ma non ce nera unaltra? Perché proprio lei? Cosa ha di speciale? È così insignificante, magrolina, piccolina. Ai miei tempi, agli uomini piacevano ragazze ben diverse! E poi, non è alla tua altezza!”
“Mamma, la amo, e per me è la più bella del mondo! E poi cucina divinamente! La sua pasta al forno è una delizia!”
Quelle parole la ferirono particolarmente. Prima Giacomo lodava sempre i suoi piatti, e ora invece era quella ragazza a preparare manicaretti celestiali.
Ginevra arrivò puntuale alle sei, portando con sé dei dolcettitartellette alla crema chantilly. Natalina le adorava. “Furba, vuole ingraziarsemi.”
“Signora Natalina, vengo al punto. Giacomo mi ha fatto la proposta e ho accettato. Sta aspettando il momento giusto per dirvelo. Ha paura che la prenderete male.”
“Certo, cara! E perché dovrei essere felice?”
“Vorrei fare un patto con voi. Ascoltatemi, vi prego.”
“So che avete cresciuto Giacomo da sola. Vi siete sposata solo perché aspettavate un figlio, e il matrimonio non è stato felice. Vostro marito vi ha lasciato. Anchio sono stata cresciuta solo da mia madre, mio padre è mancato giovane. So cosa significa crescere senza una famiglia completa.”
“Avete dedicato tutta la vostra anima e il vostro amore a vostro figlio. Vi ringrazio infinitamente. È un uomo educato, gentile, sensibile. È merito vostro.”
Natalina annuì soddisfatta. Era vero: Giacomo era così grazie a lei e solo a lei.
Ginevra continuò.
“Voi sognate che vostro figlio sposi una ragazza bella, di successo, benestante. E invece arrivo io. Piccola, semplice, di umili origini. Lo stipendio non è granché. Un cattivo partito, secondo voi. Ora siete confusa, non sapete come dissuaderlo, vero?”
Natalina scrollò le spalle e annuì. Esatto.
“Ecco cosa succederà. Giacomo non vi ascolterà. È deciso. Voi insisterete, finirete per litigare. Non verrete al matrimonio, ovvio. Vostro figlio vi ha disobbedito.”
“Già, sarà così.”
“Racconterete a tutti comè ingrato vostro figlio, dopo tutto quello che avete fatto per lui. Qualcuno vi compatirà, qualcuno riderà.”
“Noi, intanto, vivremo felici. Voi ci ignorerete con rancore. Io avrò un bambino, Giacomo ve lo farà sapere, ma voi rifiuterete di conoscere vostro nipote. Non riconoscete il nostro matrimonio, quindi neanche nostro figlio.”
“Mia madre passerà il tempo con il nipotino, gli racconterà fiabe, lo vizierà. Sarà la nonna più adorata del mondo.”
“Voi, invece, rimarrete sola nel vostro appartamento, a guardare la TV e a rimuginare sul perché la vita vi abbia trattato così male. Nelle feste sarete ancora più sola. Gli altri festeggiano in famiglia, voi no. Il risentimento vi roderà. La salute peggiorerà, finirete in ospedale.”
“Gli altri avranno visite, voi no. Solo la vicina o unamica verrà a trovarvi. Con vostro figlio e la sua pessima moglie non volete avere a che fare.”
“Alla fine, vivrete una vita solitaria, senza conoscere vostro nipote, senza che nessuno vi chiami nonna, senza auguri per il vostro compleanno. E sarà stata una vostra scelta.”
“Oppure potrebbe andare diversamente. Dopo che me ne sarò andata, rifletterete. E, da madre intelligente e affettuosa, accetterete la scelta di vostro figlio. Se lui mi ama, un motivo ci sarà.”
“Sapete, non sono poi così male. Al lavoro mi stimano, mia madre mi adora, sono una persona perbene. Sarò una brava moglie e madre. E, soprattutto, amo vostro figlio, e lui ama me.”
“Quando Giacomo vi dirà che vuole sposarmi, lodatelo, dite che accettate la sua scelta. Capisco che non proverete mai affetto per me, ma almeno siate civile e discreta. Basterà.”
“Neanchio ho un grande feeling con voi, ma sono disposta a cambiare.”
“Al matrimonio, vi siederete al posto donore. Ammirerete vostro figlio e, magari, anche un po me. Quando avrò un bambino, sarete sempre la benvenuta. Nostro figlio avrà due nonne che lo adoreranno, e sarà meraviglioso.”
“Io non dirò mai male di voi, e voi non ne direte di me.”
“Abbiamo una cosa in comune: fare felice Giacomo. Collaboriamo. Riflettete e chiamatemi, così saprò cosa aspettarmi. Grazie per il caffè, Signora Natalina, buona giornata!”
Dopo che Ginevra se ne fu andata, Natalina si sedette accanto alla finestra, pensierosa. La ragazza aveva ragione! Sarebbe andata proprio così!
E poi, che importava se a lei la futura nuora non piaceva? Era Giacomo a doverci vivere. Se lo avesse contrastato, lui si sarebbe solo rattristato, ma lavrebbe sposata lo stesso. Aveva visto come gli si illuminavano gli occhi quando la guardava. Se perfino la sua pasta al forno ormai non gli sembrava più così buona
Cosa ci avrebbe guadagnato? Nulla. Sarebbe rimasta sola, piena di rancore, mentre laltra nonna coccolava il nipotino. Anche lei voleva farlo. Ma non avrebbe potuto. A meno che No, non sarebbe successo, se
“Pronto, Ginevra Accetto il tuo patto. Non voglio ritrovarmi sola e piena di rimpianti. Voglio restare vicina a mio figlio, e quindi anche a te. E mi lascerete il nipotino nei weekend, vero? Ah, e dimmi che ci metti nella pasta al forno che piace tanto a Giacomo?”
Ginevra rise.
“Signora Natalina, la vostra pasta al forno è buonissima, ve lo assicuro. Ma il segreto sono le spezie. Sono felice che abbiate accettato, sarà meglio per tutti. Giacomo aveva ragione: siete una madre intelligente e affettuosa!”
Passarono tre anni.
“Giacomo, guarda come fa le smorfie Andrea è uguale a te! Che bambino adorabile, sono così felice di avere un nipotino! E Ginevra, grazie per quel patto